Aldo Bianchini
SALERNO – Lo avevo promesso e mantengo le promesse. Sull’argomento molto spinoso dei lavori pubblici promessi e mai realizzati ho già scritto altre volte; l’ultima in ordine di tempo risale al 15 agosto 2018 (sempre su questo giornale). Da allora sono passati altri quattro mesi (circa !!) e nulla è cambiato rispetto alle promesse roboanti che furono annunciate al grande pubblico cittadino dalla cosiddetta “casa di vetro” del Comune di Salerno.
Per rinfrescare la memoria ricordo a tutti che il Sindaco di Salerno arch. Enzo Napoli nella conferenza di fine anno 2017 aveva annunciato l’imminente arrivo di ben 663 milioni di euro nell’ambito del programma triennale 2018-2020 ed aveva promesso, giurando, che il tutto si sarebbe concluso entro il 31 dicembre 2020; tre anni, non un giorno di più (come nel più classico degli annunci deluchiani !!), questa è stata la straordinaria promessa dell’attuale sindaco; una promessa sponsorizzata e fatta propria da tutti i giornali locali e regionali; insomma una cosa del genere non si era mai vista, anche perché nel corso di questi mesi (da gennaio 2018 ad oggi) si sono aggiunti altri mega presunti finanziamenti all’importo già megagalattico di 663 milioni di euro fino a raggiungere una cifra da capogiro che probabilmente supera, euro in più o euro in meno, la ragguardevole cifra di un miliardo e trecento milioni di euro per opere pubbliche.
Ma cosa aveva promesso il Sindaco in materia di opere pubbliche; questo il calendario delle opere messe in cantiere ma solo sulla carta: “Nell’elenco del piano di opere pubbliche a Salerno l’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Napoli ha incluso anche la realizzazione del nuovo cimitero urbano. Poi c’è la riqualificazione dello stadio Vestuti. Per l’opera i privati metterebbero a disposizione 20 milioni di eur (ma io non ci credo !!) per consentire la riutilizzazione dello storico stadio che ospiterà spazi per vari tipi di sport, ma anche spazi per incontri e tempo libero. Rientrano negli interventi urgenti anche la manutenzione straordinaria di tutti gli impianti sportivi e la riqualificazione dei campi di calcio De Gasperi, 24 maggio 1999 e Settembrino. Nel piano delle opere pubbliche a Salerno anche gli interventi di manutenzione alle scuole materne, elementari e medie. Novecentomila euro per ogni categoria di istituto in tre anni; vale a dire un intervento totale di 2 milioni e 700mila euro per rimettere a nuovo le scuole cittadine di competenza comunale nel triennio”.
E qualche settimana dopo, puntuale come un orologio svizzero e forse per l’insana necessità di pareggiare le promesse di Napoli arrivò il proclama apodittico (se non proprio delirante !!) del governatore Vincenzo De Luca che sarebbe stato capace di rastrellare altri soldi pubblici per il prolungamento della cosiddetta ”metropolitana” (che non c‘e’ !!) fino all’aeroporto di Pontecagnano.
Per quest’ultima opera è giusto ricordare anche che il nostro lettore ing. Gaetano Perillo ebbe a commentare la notizia con un suo post: “La recente notizia che a livello ministeriale è stata riconosciuta l’importanza di prolungare la metropolitana cittadina fino all’aeroporto Costa d’Amalfi, con la conseguente approvazione di uno stanziamento di 125 milioni di €, conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che il trasporto su rotaia rappresenta il meglio di quanto attualmente si debba perseguire”.
E i lavori ? mi ha chiesto un lettore qualche giorno fa; beh !! per i lavori c’è sempre tempo, anche se a fine 2018 saranno già trascorsi inutilmente ben 365 giorni sui 1.322 disponibili (tre anni danno appunto questo numero di giorni); insomma per il triennio delle grandi opere pubbliche restano soltanto (si fa per dire !!) 957 giorni utili.
Non rimane che aspettare la conferenza stampa di fine anno 2018 per sapere cosa è successo in questi ultimi 365 giorni e, semmai, cosa prometterà ancora il sindaco di Salerno.
Le notizie riportate in questo intervento del dr. Bianchini lasciano veramente sconcertati.
Già se solo si apprendesse che il tempo finora trascorso è servito per approntare gare, appalti, capitolati e quant’altro occorrente per l’avvio dei lavori, il fatto non suonerebbe a favore dell’amministrazione, rea di aver diffuso proclami altisonanti con promesse illusorie rivolte a cittadini ancora fiduciosi nell’operato dei responsabili della cosa pubblica.
Sarebbe illusorio pretendere, alla stregua di quanto avviene altrove, ad esempio in Giappone, una puntualità cronometrica nell’avvio e nella conclusione di lavori, pubblici o privati che siano. Una … ben consolidata tradizione italiana, che spazia dal sud al nord, impedisce – tranne rarissime occasioni – che i cronoprogrammi frettolosamente annunciati possano avere reale attuazione. Intanto nella migliore delle ipotesi prevale nella fase di annuncio una dose di ottimismo che induce a ipotizzare tempi contenuti per la realizzazione delle opere. Non sempre però tale ipotesi è la più veritiera. Fatti successivamente acclarati dimostrano che una serie di motivazioni non condivisibili e fuorvianti hanno indotto a fare comunicazioni improprie e poco veritiere.
Ma, quand’anche tutto questo non avesse caratterizzato la fase preparatoria del lavori, se ne fossero calcolati esattamente i costi, altrettanto accuratamente ne fosse stato stilato il programma temporale di esecuzione, temo purtroppo che non sarebbe sufficiente mettere a calcolo neppure tempi doppi di imprevisti per rispettare la data di fine lavori annunciata. La casistica degli impedimenti che sorgono in corso d’opera è vastissima e difficilmente catalogabile.
Nè si riesce a farne una previsione. Purtroppo è risaputo che l’andamento dei lavori in Italia segue un iter ascendente e quasi l’opinione pubblica se ne è fatta una ragione.
Strano quindi che il pacchetto programmato a Salerno non incappasse in questa … logica consolidata.
A meno che non provveda il Santo Patrono.