Aldo Bianchini
BUONABITACOLO – Il problema delle campane, delle modalità del loro scampanellare, dell’intensità del suono che producono, e della metodica ripetizione nel tempo dello stesso suono a volte per migliaia di rintocchi al giorno, è un passaggio molto importante e significativo che la Chiesa ha sentito l’obbligo civile di regolarizzare con uno specifico e articolato protocollo a cura delle arcidiocesi e con valore vincolante per tutte le diocesi. Per la nostra provincia il protocollo è stato formulato dall’Arcidiocesi di Salerno e tutte le altre quattro diocesi (Nocera, Cava, Vallo, Teggiano) l’hanno doverosamente applicato con le eventuali modifiche necessarie per le distinte realtà locali.
Ci sono naturalmente campane e campane, ci sono le campane piacevoli ma anche quelle che rompono e che producono non solo fastidio ma anche specifici danni fisici quando il loro suono tracima oltre la linea di demarcazione (circa 80 decibel) fissata dalla scienza quale limite oltre il quale c’è il rischio di insorgenza della ipoacusia. Se la Chiesa ha, addirittura, regolamentato il suono della campane di San Giusto (quelle famose per le ragazze di Trieste !!) figurarsi se la singola campana di Monte Carmelo a Buonabitacolo (perché è di questo che si parla) non debba rimanere in silenzio per non disturbare di notte i vicini abitanti.
Non me ne voglia nessuno ma parlo per cognizione di causa essendomi interessato in passato al problema delle campane di Sassano che dal Caiazzano a San Rocco “rompevano” i timpani con danni anche fisici e che l’oculatezza del Vescovo S.E. Mons. Antonio De Luca ha in gran parte limitato modificando la pianificazione dei rintocchi in una forma più accettabile.
Ma andiamo nella cittadina di Buonabitacolo, perché in queste ore il problema delle campane, anzi di una campana, tiene banco in quella comunità: la campana della discordia è quella della cappella dedicata alla Madonna del Carmelo situata alla sommità di un’altura proprio di fronte al paese.
In questi ultimi tempi la campana è diventata oggetto di interesse spasmodico di tantissimi giovani (in aperto contrasto con una discreta fetta di popolazione) che nottetempo irrompono nell’atrio del campanile e si mettono a scampanellare arrecando disturbo alla quiete pubblica in quanto il paese si trova ad un tiro di schioppo dal santuario.
Le imprese notturne dei giovanotti sono durate a lungo, almeno fino a quando il disagio è stato sanato dal parroco del paese don Antonio Garone che ha rimesso in ordine il sistema di accesso al campanile, segnalando anche il vietato ingresso ai fini dell’incolumità personale, senza ovviamente interferire con la tradizione religiosa che consente ai cittadini, in precise e preordinate manifestazioni, di suonare direttamente la campana.
Apriti cielo, rivolta contro il parroco che viene preso di mira da una pseudo associazione denominata “Liberateci la campana” che per domenica mattina, ore 11, ha organizzato una manifestazione pubblica con tabelloni e campanacci che, dopo le carriole e l’amuchina, rischiano di trasformare l’identità della ridente località buonabitacolese nel “paese della campana”.
L’associazione avrebbe anche distribuito un volantino: “Siamo capaci di organizzare, per domenica prossima alle ore 11 tutti in piazza, un corteo di protesta contro il cancello della campana sul Monte Carmelo (Liberateci la campana) che dite ? Si deve essere numerosi, attrezzati di campane e cartelloni e tanti bambini. Daiiii usciamo allo scoperto, non parliamo solo, viva la Madonna del Carmelo”.
Cosa c’entra la Madonna in questa squallida vicenda non è dato sapere; lascio ogni commento a chi legge; invito, però, il Vescovo di Teggiano-Policastro ad intervenire con decisione in difesa di quel povero parroco che si vede contestato su un fatto a dir poco vergognoso per chi lo ha montato. Anche perché la storia, di per se già inquietante, ha assunto toni paradossali perché a sostegno di questo movimento sarebbe sceso in campo anche il Comune di Buonabitacolo o almeno qualcuno dei suoi esponenti; davvero difficile commentare.
Sul giornale online Ondanews leggo che il sindaco Giancarlo Guercio è sceso in campo scrivendo sui social:“Non voglio minimamente entrare nel merito delle scelte che hanno portato a chiudere con un cancello il portale del campanile del nostro santuario, né è mia intenzione alimentare le polemiche ma arrivare sul monte Carmelo significa poter salutare la Madonna del Carmine e immediatamente dopo poter esprimere la gioia di essere lì, tirando la corda della campana, per farla suonare, per condividere quella gioia con chi è giù, nel paese. A me piacerebbe continuare a sentire quel suono, che non solo non mi ha mai dato fastidio, ma mi ha fatto sentire a casa. A qualsiasi ora del giorno e della notte, con la spontaneità della devozione”.
Non me ne voglia nemmeno lui, ma mi chiedo se Guercio vive a Buonabitacolo o in un altro paese perché, se è vera la storia dei disturbi notturni così come sembra, doveva sicuramente scendere in campo ma in favore della Chiesa
Caro Direttore,
la vicenda è simpatica e per certi versi mi riporta alla mente una trama che potrebbe essere scritta da Giovannino Guareschi, avendo come protagonisti Don Camillo e Peppone.
Purtroppo le vicende degli ultimi giorni ci impongono un diverso angolo di analisi : la responsabilità.
Non mi riferisco ad uno scampanellio notturno che, tuttalpiù genera irritazione ed improperi all’ignoto scampanellante ………..
ma al problema della responsabilità penale più che civile di quei luoghi …….
se un bambino sfugge all’attenzione dei suoi genitori e si procura un danno con quella corda, di chi è la responsabilità ?
Questo semplice quesito a cui non so rispondere, non conoscendo bene la questione, dirime il problema.
Chi è responsabile, ha l’onere di preservare la pubblica incolumità.
Il brocardo “ così è sempre stato” purtroppo , lo abbiamo imparato in questi giorni tragici , non vale più.