Filippo Ispirato
Ennesima modifica in corso d’opera per quanto riguarda il tema dei bolli su titoli. In Agosto sin dalla prima stesura del decreto anti crisi del Governo Berlusconi, l’allora ministro dell’Economia Tremonti aveva inserito, tra le misure per il contenimento del deficit e del debito pubblico italiano, un innalzamento del costo dei bolli sul deposito titoli. Il deposito titoli, che prima veniva a costare 34,20 Euro di bolli indipendentemente dal quantitativo in esso depositato sotto forma di azioni, obbligazioni, titoli di stato, fondi e sicav, sarebbe dovuto passare a degli importi scaglionati per importo da un minimo di 34,20 euro annui per importi investiti in deposito fino ad un massimo di 1.100 Euro per importi superiori ai 500.000 Euro. Il calcolo del superbollo veniva fatto sul valore nominale detenuto in portafoglio (il suo valore d’acquisto per semplificare il concetto).In deposito, come evidenziato in precedenza, andavano custoditi necessariamente solo i cosiddetti titoli “amministrati”, ossia, azioni, obbligazioni, titoli di Stato (Btp, Cct, Ctz, Bot), etf, etc e pronti contro termine. I fondi, i prodotti assicurativi e le sicav, denominato in gergo finanziario risparmio “gestito”, oltre ai tradizionali conti deposito, non andava necessariamente collegato al conto titoli. Di conseguenza si è verificata negli ultimi mesi la tendenza a spostare parte dei propri investimenti verso i prodotti gestiti o i conti deposito onde evitare di pagare il superbollo, o comunque di contenerne l’aumento. Dalla manovra di Monti sono state introdotte delle modifiche al capitolo “Bollo e spese su Titoli”, in particolare:
– si è esteso il calcolo del Bollo non solo sugli investimenti “amministrati” ma anche a quelli gestiti: di conseguenza, ogni risparmiatore sarà tassato sul totale dei suoi investimenti detenuti presso un istituto bancario indipendentemente della loro custodia o meno in un deposito titoli
– sono stati eliminati i Bolli su scaglioni come in precedenza, ma la tassazione sarà pari allo 0,10% del totale investito da un minimo di Euro 34,20 fino ad un massimo di 1.200 Euro
– il calcolo dei bolli sarà effettuato sulla base del controvalore effettivo a fine anno dei titoli e non sul loro valore di acquisto. Un esempio chiarirà il tutto: se in precedenza ho acquistato 10.000 azioni a 10 Euro l’una avrò speso 100.000, se oggi valgono 4 Euro ad azione, mi trovo con un patrimonio investito di 40.000 Euro, notevolmente inferiore a quello inizialmente investito. Secondo la vecchia normativa, che tassava il valore nominale, avrei dovuto pagare almeno 100 Euro di Bolli pari allo 0,10% di 100.000 Euro. Con le novità introdotte nel decreto Monti il pagamento dei bolli sarà pari allo 0,10% di 40.000 Euro, ossia 40 Euro.
Un sistema di sicuro più equo rispetto al precedente che andrà a colpire ovviamente la ricchezza totale investita negli istituti di credito. Rimangono ancora dei dubbi che verranno sciolti nei prossimi giorni in merito all’introduzione della nuova tassazione relativamente alle tempistiche e alle modalità di applicazione, ed in merito al tema dei depositi a risparmio vincolati (anche chiamati Time Deposit o conti deposito) che, in quanto considerati legalmente come servizio accessorio al conto corrente, non dovrebbero rientrare nel calcolo dell’imposta di bollo.
Egr. Dott. F. Ispirato
Mi complimento con Lei per i suoi articoli sempre precisi e Le chiedo, se possibile, di chiarire in uno dei prossimi articoli, se Le sarà possibile, se la nuova disciplina del bollo sui depositi si estende o meno ai conti correnti di deposito vincolati anche definiti time deposit. Cordiali saluti.