da Fondazione Ravello Festival
Gran finale per la sezione jazz del Ravello Festival: dopo Ivan Lins, Tigran Hamasyan, Kurt Elling e la serata speciale dedicata all’ECM, sarà la volta, lunedì 30 luglio (ore 21.30) di Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura e il Coro a Filetta e, mercoledì 1 agosto (21.30), di Bill Frisell e Petra Haden che suggelleranno la stagione disegnata dal direttore artistico Maria Pia De Vito.
Paolo Fresu, il nostro più celebre e versatile trombettista e compositore, leader di innumerevoli progetti in compagnia del gotha del jazz internazionale, accompagnato dal gruppo Mistico Mediterraneo con Daniele di Bonaventura al bandoneon ed il favoloso coro Corso (6 voci maschili) a Filetta, presenterà in anteprima italiana il disco “Danse mémoire, danse” che sarà pubblicato in novembre, incentrato sui testi di Aimé Césaire e Jean Nicoli, due eroi corsi latori di un messaggio di resistenza e di opposizione ad ogni forma di razzismo e colonialismo.
“Ho dato al progetto il titolo che mi sembrava appropriato”, spiega Fresu, sottolineandone l’essenza mediterranea e mistica. “Abbiamo scelto dei brani tradizionali corsi, altri scritti da Acquaviva e Daniele, ma ci sono anche pezzi di Bruno Coulais, eccellente compositore francese. Non c’è niente di mio, perché questa musica mi piace così tanto che mi diverto ad interpretarla seguendone il flusso. Gli arrangiamenti sono di tutti: ognuno ha contribuito alla costruzione del progetto, provando ad allontanarsi dal suo percorso per andare incontro qualcosa nel quale perdersi volentieri”. Risulta difficile immaginare un contesto più ideale di quello del Belvedere di Villa Rufolo per contestualizzare simile, tracimante, bellezza.
Mercoledì (1 agosto), il leggendario chitarrista Bill Frisell sarà sul Belvedere di Villa Rufolo in quartetto con il progetto “When you wish upon a star”, con Petra Haden alla voce. Rivisitazioni di musiche provenienti dal cinema e dalle serie televisive, diventate pietre miliari nell’immaginario musicale statunitense e globale, saranno rilette da questo gruppo straordinario. L’unicità e peculiarità del magnifico suono di Frisell, “una voce” a se stante, intrisa di cultura folk, country ed americana in genere, gli ha consentito di attraversare 40 anni di storia della musica occidentale, al fianco di figure seminali del mondo jazzistico come Paul Motian, John Zorn, Jan Garbarek, Chet Baker, e di delineare una traiettoria espressiva sempre originale e riconoscibile, sospesa tra nostalgia e futuro. In questo progetto dedicato all’amato cinema e ad alcune gloriose serie televisive, egli rilancia quella personale ricerca del tempo perduto, che lo innalza ancora una volta al rango di iconoclasta capace di fare categoria a sé. In altre parole viene celebrato il ritorno alle radici, al cuore e nella memoria della tradizione in cui si è formato: da Elmer Bernstein e Walt Disney fino a Henry Mancini e Johnny Mandel, con una dedica particolare ad Ennio Morricone e Nino Rota, cui già in passato aveva reso suadente omaggio. Compagni di viaggio la figlia Petra, interprete delle parti vocali di questo concerto, Rudy Royston alla batteria ed Eyvind Kang alla viola. www.ravellofestival.com. Per info 089858422 boxoffice@ravellofestival.com
Lunedì 30 luglio
Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.30
Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura
Coro A Filetta
Paolo Fresu tromba, flicorno
Daniele di Bonaventura, bandoneon
A Filetta (coro polifonico): Jean-Claude Acquaviva, François Aragni, Paul Giansily, Stéphane Serra, Petr’Antò Casta, Maxime Vuillamier
Esclusiva Italiana
Posto unico € 40
Mercoledì 1 agosto
Belvedere di Villa Rufolo, ore 21.30
Bill Frisell Quartet
Petra Haden
Bill Frisell, chitarra elettrica
Petra Haden, voce
Thomas Morgan, basso
Rudy Royston, percussioni
Posto unico € 40
Biografie
PAOLO FRESU
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo – la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività. La “magia” sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti. A questo punto della sua fortunata e lunga carriera, non serve più enumerare incisioni, premi ed esperienze varie che lo hanno imposto a livello internazionale e che fanno sistematicamente ed ecumenicamente amare la sua musica: dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme ed inesauribile passione che lo sorregge da sempre. Il presente di Paolo è – come al solito – turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui e fatto da una miriade di progetti e collaborazioni, molte delle quali di stampo internazionale, che lo vedono impegnato per oltre duecento concerti all’anno, pressoché in ogni parte del globo. Vive tra Parigi, Bologna e la Sardegna.
DANIELE DI BONAVENTURA
Daniele di Bonaventura, compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una formazione musicale di estrazione classica (diploma in Composizione) iniziata a soli 8 anni con lo studio del pianoforte, del violoncello, della composizione e della direzione d’orchestra. Le sue collaborazioni spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con incursioni nel mondo del teatro del cinema e della danza.
Ha suonato nei principali festival italiani ed internazionali, come Rumori Mediterranei a Roccella Jonica ’87 e ’88, Clusone Jazz Biennale Arte Venezia 2001, Sant’Anna Arresi Jazz, Festival della Letteratura Mantova, Cormòns, Accademia Nazionale di Santa Cecilia Stagione Musica da Camera 2005-’06, Umbria Jazz Winter, Inghilterra – Music Hall Festival e Royal Festival Hall a Londra, Olanda – Music Hall a Leeuwarden, Germania – 30° Deutsches Jazz Festival a Francoforte, Berlin Jazz Festival, Spagna – Festa de la Mercè a Barcellona, Egitto – Opera House a Il Cairo, Norvegia – Olavsfestdagen a Trondheim, Francia – Festival Berlioz, Jazz in Marciac e in Svizzera, Portogallo, Brasile, Argentina, Singapore, Stati Uniti e Sud Africa solo per citarne alcuni. Ha suonato, registrato e collaborato con: Enrico Rava, Paolo Fresu, Stefano Bollani, A Filetta, Oliver Lake, David Murray, Miroslav Vitous, Rita Marcotulli, David Liebman, Toots Tielemans, Lenny White, Omar Sosa, Flavio Boltro, Joanne Brackeen, Greg Osby, Ira Coleman, Dino Saluzzi, Javier Girotto, Cèsar Stroscio, Tenores di Bitti, Aires Tango, Peppe Servillo, David Riondino, Francesco Guccini, Sergio Cammariere, Lella Costa, Ornella Vanoni, Franco Califano, Eugenio Allegri, Alessandro Haber, Enzo De Caro, Omero Antonutti, Giuseppe Piccioni, Mimmo Cuticchio, Custòdio Castelo, Andrè Jaume, Furio Di Castri, U.T. Gandhi, Guinga, Riccardo Fassi, Frank Marocco, Paolo Vinaccia, Mathias Eick, Bendik Hofseth e Quintetto Violado. Nel 2003 per l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha composto, eseguito e registrato la “Suite per Bandoneon e Orchestra”commissionatagli proprio dalla stessa.
Ha pubblicato più di 50 dischi con numerose etichette discografiche ed edizioni. Per la Tuk Music di Fresu ha pubblicato nel 2013 il suo primo doppio album intitolato “Nadir” in cui suona nel primo cd il bandoneon e nel secondo il pianoforte in trio. Nel 2014 ha collaborato alla colonna sonora del film “Torneranno i prati” diretto da Ermanno Olmi.
A FILETTA
Nato nel 1978 in Balagna, la regione nella parte settentrionale della Corsica, A Filetta affonda le radici nel cuore della sua isola, proprio come la felce da cui trae il nome. Guidato da Jean-Claude Acquaviva, il gruppo faro della polifonia corsa canta la sua terra e i suoi canti originali di cui è difficile conoscere l’esatta origine, tanto la tradizione dell’isola si mescola con le influenze esterne. I sette cantori sanno far vivere e trasmettere con emozione quest’affascinante arte vocale di cui conservano il segreto. Il loro repertorio rispecchia esattamente il percorso del gruppo, mescolando tradizione e rinnovamento, canti antichi cui fanno eco brani originali nati in quasi trent’anni di attività. A Filetta nasce intorno a un gruppo di giovanissimi amici e attraverso i primi quattro album – Machja n’avemu un altra (1981), O vita (1982), Cun tè (1984) e l’Abriu di e stagione (1987) – precisa a poco a poco il proprio stile intorno a dei ritmi specifici e a testi di grande poesia. La ricerca sulla polifonia tradizionale porta nel 1989 A u visu di tanti, il primo disco completamente “a cappella”, dove si ascoltano polifonie sacre tradizionali insieme a creazioni musicali nuove. Nel 1992 esce Ab Eternu, quasi interamente dedicato ai canti liturgici, due anni dopo è la volta di Una Tarra ci hè, album della maturità, con brani sia polifonici che con l’accompagnamento di strumenti. Organizzando i “Rencontres de chants polyphoniques de Calvi”, il gruppo va intanto arricchendosi di stimoli e suggestioni attraverso lo scambio con le tradizioni di altre terre, come la Grecia, l’Albania, la Sardegna, la Georgia. Uscito nel 1997, Passione è tutto incentrato sui canti della Passione, sia tradizionali che composti dal gruppo. La Passione è anche la ricostruzione in lingua corsa degli ultimi giorni di Cristo messa in scena a Calvi, nel 1998, dal regista napoletano Orlando Forioso con trenta attori accompagnati appunto da A Filetta. L’incontro con un altro regista, Jean-Yves Lazennec, porta invece alla messa in scena della Medea di Seneca, con i testi tradotti dal latino al corso. A quel progetto è legato anche l’incontro con Bruno Coulais, autore di musica per film, che nel 1998 scrive la colonna sonora per Don Juan di Jacques Weber, cantata da A Filetta e, in diversi brani, dal mezzosoprano Marie Kobayashi. E’ la prima di una lunga serie di collaborazioni con il compositore che porterà il coro a partecipare a una decina di colonne sonore per film come Le libertin, Comme un aimant, Himalaya, l’enfance d’un chef e Le peuple migrateur.
Anche il sodalizio con Orlando Forioso porterà nuove produzioni: Don Ghjuvanni in Commedia dell’arte (1999), Il gioco di Robin e Marion (2003), Fantastica, la Grammaire de l’imagination, una pièce su testi di Gianni Rodari (2005), e Marco Polo, un’opera del regista napoletano con le musiche di Bruno Coulais presentata a Bastia e poi nell’ambito della Biennale di Venezia nel febbraio dell’anno scorso. Intanto, nel 2003 è uscito Si di mè, mentre nel 2004, Jean-Claude Acquaviva ha composto un Requiem pour deux regards, messa da requiem per sei voci, con cinque pezzi per violoncello e testi di Primo Levi e Jorge Luis Borges interpretati da Pierre Bertoni in italiano, francese e corso. Lo stesso anno, A Filetta ha partecipato anche alla produzione di In Memoriam, una coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui ispirata proprio dai canti del gruppo corso.