PADULA – No non è uno scherzo, è semplicemente quanto accaduto sabato 21 luglio, un giorno che doveva essere uguale agli altri nella monotonia delle poche unità (purtroppo !) di visitatori che arrivano presso la Certosa di San Lorenzo di Padula.
Dal primo luglio scorso la biglietteria della Certosa è passata dalla gestione dello Stato a quella privata attraverso un concessionario e la normalità avrebbe dovuto prevedere l’apertura della nuova biglietteria, gestita da personale padulese alle dipendenze del Consorzio napoletano Arte-m, in tempo utile per far si che il primo visitatore entrasse nel monumento alle ore 9.00. Purtroppo ciò non è successo e la biglietteria ha aperto le sue porte solo circa 40 minuti dopo le ore 9.00, orario ufficiale di ingresso al monumento. Se nel precedente articolo si è supposto che la nuova gestione partiva con il piede sbagliato, dopo questo increscioso episodio si può avere la certezza. Sono stati vari i visitatori che si sono trovati di fronte le porte chiuse della biglietteria, nell’incredulità più assoluta molti hanno rinunciato alla visita ed altri hanno atteso l’arrivo del turnista del giorno tra l’insoddisfazione, le lamentele e nello sdegno più totale.
Se fino a qualche tempo fa c’erano cani e mucche ad accogliere i visitatori nei pressi della Certosa, vi invitiamo a rileggere l’articolo “Certosa di Padula: addio sicurezza con cani e mucche all’accoglienza dei visitatori. Arriva il concessionario super-star !!”, ieri l’accoglienza è stata affidata ad un anziano del posto che capendo l’anomalia della situazione, davanti i visitatori, usando il dialetto locale, avvisava telefonicamente qualcuno dell’accaduto. Secondo il racconto dei visitatori intervistati, in tutto ciò c’è anche una nota comica perché il primo operatore arrivato non era in possesso delle chiavi e si è dovuto aspettare l’arrivo di un secondo che nell’ impasse più totale non riusciva a stampare nemmeno i biglietti, mentre il collega riponeva il cartello delle indicazioni nel senso opposto. Insomma oltre l’indignazione anche un’amara risata.
Andando indietro nel tempo non ci risultano episodi simili sotto la gestione statale del servizio di bigliettazione, un episodio che resterà indelebile nelle menti dei visitatori presenti coinvolti nell’accaduto. Questi sicuramente non sono i presupposti per far volare alta la Certosa, anzi sono quegli episodi da evitare nel modo più assoluto, e speriamo che non capitino mai più.
Venendo alla responsabilità dell’increscioso disservizio, quali azioni di tutela verranno messe in atto dalla Commissione che vigila sull’Accordo di Valorizzazione della Certosa? Chi ne risponderà del danno creato alle casse dello Stato dovuto al mancato guadagno? Arte-m come giustifica questa inadempienza?
Chissà se riceveremo una risposta dai diretti interessati o leggeremo notizie su altri quotidiani come quella dello scandalo dell’ipotesi di tentata truffa allo Stato per lavori saldati ma mai eseguiti alla Certosa di Padula.
Un atto dovuto che la comunità si aspetta è un fermo intervento del Polo Museale della Campania, attraverso la dott.ssa Anna Imponente, ad esclusiva tutela della Certosa di San Lorenzo, bene dello Stato!
Ma la domanda regina è: perché tutto questo è accaduto e perché il sindaco di Padula, Paolo Imparato, firmò l’accordo di valorizzazione contro il parere di tutti ?
Per quanto di nostra competenza, alludo anche al collega Ennio Sica (che oggi non ha firmato l’articolo), la domanda ce la siamo posta più volte in passato, soprattutto dopo quella cerimonia svoltasi nell’Hotel Certosa per premiare gli ex ospiti del seminario post-bellico. Una strana cerimonia che, per certi versi, sancì la rottura tra il Comune di Padula, la Banca Monte Pruno e, soprattutto, tra il sindaco Imparato e tutti gli altri sindaci del comprensorio che spingevano verso un accordo di valorizzazione con la Banca e non con quello che oggi è il concessionario ufficiale. Una rottura che, ancora oggi, si riverbera con effetti negativi per i rapporti del Comune di Padula con la Comunità Montana e con il resto dei comuni del Vallo.
E perché Imparato volle sottoscrivere a tutti i costi quell’accordo ? per motivi politici calati dall’alto o per ragioni contingenti attinenti la gestione del rapporto Certosa/Comune che non era mai stato eccellente in precedenza e che oggi, purtroppo, produce effetti come quello descritto nel contesto di questo articolo. Cercherò di capirlo nelle prossime puntate.