Aldo Bianchini – Ennio Sica
PADULA – Donna austera, elegante, precisa, puntuale, personalità spiccata e soprattutto capace di stabilire da subito rapporti certi, sicuri ed anche produttivi.
Ci pare di poter descrivere così la dottoressa Annamaria Romano presentatasi alla stampa (colta di sorpresa -e in ritardo !!- per precisione cronometrica dell’inizio della conferenza stampa) sotto le mentite spoglie di “vice direttrice” ma già virtualmente nuova direttrice della Certosa di San Lorenzo di Padula, arrivata non da tanto lontano e con un carico di esperienza maturata in alcuni prestigiosi siti monumentali ed archeologici anche della nostra stessa regione.
A queste sue spiccate e visibili qualità si aggiunge il fatto, non da poco, che in famiglia (cioè in casa Villani-Romano) si mangia pane e siti archeologici ad un ritmo quotidiano, anche alla luce della prestigiosa attività professionale del marito arch. Giovanni Villani, tra i nomi di maggiore prestigio della Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Bisognerà soltanto attendere per verificare se saranno sufficienti tutti questi elementi per imprimere un vero ed effettivo cambio di passo dopo gli ultimi anni passati all’ombra di una gestione soltanto istituzionale messa in campo dalla precedente direttrice Emilia Alfinito che si allontanava sempre di più, passo dopo passo, dalla Certosa mano a mano che si avvicinava il fatidico giorno del suo pensionamento. Una dimostrazione in più di come il funzionario pubblico può essere dannoso per la controparte e per il ruolo che lui stesso occupa e svolge, anche al di là ed al di sopra delle sue reali intenzioni.
Il “pubblico” non funziona perché c’è, nei lunghissimi rapporti che attiva con i suoi dirigenti, un punto di non ritorno oltre il quale il soggetto interessato, seppure dotato di collaudata esperienza professionale (come nel caso della Alfinito) non riesce più ad offrire il meglio di se stesso e si lascia andare verso un declino inarrestabile¸ per colpa della politica sempre interessata e devastante, per colpa di un cattivo rapporto con la stampa, per colpa della mancata risposta del territorio e per colpa della sufficienza e dello scetticismo con cui la comunità si avvicina ai problemi reali per viverli attraverso la simbiosi tra gente-politica-istituzioni.
Contro tutto questo si ripromette di combattere con le sue enormi energie la neo direttrice Romano che, senza falsi infingimenti, ha parlato del rapporto che le istituzioni (e lei ne rappresenta un pezzo) devono avere con la politica e con il territorio utilizzando uno strumento importantissimo qual è “la stampa”; e sulla stampa ed in genere sulla comunicazione si è soffermata molto la direttrice che, almeno nelle intenzioni, ha dimostrato subito di avere le idee molto chiare su come si deve lavorare, tutti insieme, per far rinascere e rilanciare un monumento che non ha niente in meno rispetto ad altri siti che negli ultimi anni sono cresciuti a dismisura, almeno in fatto di presenze turistiche.
L’hanno scortata, in questa sua prima apparizione pubblica, i due politici padulesi direttamente interessati al prestigio della certosa: il sindaco Paolo Imparato e l’assessore alla cultura Filomena Chiappardo; ed è stata proprio quest’ultima, da navigata giornalista, presentarla alla stampa spiazzata dalla precisione cronometrica della Romano sia nel presentarsi che nello sciorinare pubblicamente le linee fondamentali del suo “modello lavorativo” che dal 13 giugno in poi sarà operativo in Certosa; difatti da mercoledì prossimo la nuova direttrice del monumento sarà lei, Annamaria Romano, dal momento in cui alla presenza della direttrice Polo Museale Regionale, dott.ssa Imponente, le verranno consegnate le chiavi virtuali dello storico sito direttamente dalle mani dell’uscente Alfinito.
Se son rose fioriranno, dice un antico detto, e noi saremmo qui pronti ad evidenziare soprattutto quelle rigogliose e colorate; lo speriamo con sincerità.