Domenico Mastrovita
Durante la chiusura dell’assemblea generale UNESCO, il 10 novembre, è stato costituito un fondo d’emergenza; ad annunciare la decisione di tale iniziativa è stata la direttrice generale Irina Bokova. La decisione di attuare tale fondo finanziario è stata resa necessaria dal fatto che al momento quest’istituzione si trova con un deficit di bilancio.L’origine di tale problema risale al 31 ottobre 2011 quando l’UNESCO in seduta plenaria ha deciso di riconoscere la Palestina come Stato membro. Questa risoluzione ha suscitato fin da subito pareri molto divergenti tra sostenitori e oppositori. Quando poi si è andati al voto il verdetto è stato di 107 voti a favore dello Stato Palestinese, 52 astenuti e 14 contrari. I Paesi che hanno creato questo “grattacapo” di cassa all’UNESCO sono anche i principali oppositori al riconoscimento di tale decisione: Stati Uniti e Israele. Come risposta alla risoluzione hanno poi sospeso i finanziamenti: gli USA per un totale di 65 milioni di dollari e Israele per una cifra complessiva di 1,5 milioni di dollari. Al momento, il Comitato Generale, si trova con 66,5 milioni di dollari mancanti e cioè il 22,3% del totale in meno. La controversia palestinese fa parte di quelle problematiche mondiali che tutt’ora restano irrisolte e sono ben lontane dal trovare una, seppur minima, soluzione. Interessante vedere, in quest’episodio, la debolezza e la dipendenza di queste organizzazioni perché vincolate alle donazioni degli Stati membri, e questo, purtroppo, è uno degli episodi in cui si è verificato tutto ciò. Ogni qualvolta un Membro decide di non pagare vengono a verificarsi deficit di cassa con ricadute sull’organizzazione stessa e sulla sua azione. Sempre restando a quanto ha dichiarato la dirigente generale Irina Bokova, fino al 31 dicembre 2011, le principali attività UNESCO saranno temporaneamente interrotte per far fronte alla mancanza di liquidità. Le finalità dell’UNESCO non sono quindi in discussione; tuttavia sarebbe auspicabile che si trovassero delle soluzioni che ne garantiscano una maggiore incisività, senza che una controversia di natura economica, legata a una decisione politica, ne venga a paralizzare l’operato. Gli scopi che l’organizzazione si prefigge sono alti, il mandato è ambizioso e la contemporaneità in cui si colloca è incerta. Tuttavia da chi è chiamato a tutelare il Patrimonio dell’Umanità ci si aspetta molto, per questo un simile ostacolo non dovrebbe verificarsi. Chi custodisce deve poterlo fare: sempre.
Che si giunga subito alla soluzione: tensioni simili sono assai pericolose.
Queste organizzazioni , che si prefiggono scopi così importanti a favore di tutta l’umanità dovrebbero essere del tutto svincolate dalle questioni politiche….purtroppo credo che questa sia solo un’utopia!
…..Non c’e’ nulla da fare il “Dio” Denaro $ …………ridicolizza anche un’organizzazione di tale importanza…..
Spero che si giunga presto ad una soluzione… lasciando da parte, almeno in qst contesto, la situazione politica avversa!!!
Mi verrebbe da dire “Niente di nuovo sotto il sole”; è vero come sempre regna il Dio Denaro…utopia pensare che la politica non interferisca su un qualche cosa che dovrebbe essere interesse e responsabilità comune proteggere e tutelare. Allora continuiamo a parlarne e a fare informazione perché il loro il loro tallone d’Achille potrebbe proprio essere la perdita d’immagine!
In effetti è davvero triste pensare, anzi rendersi conto di fronte a questi fatti non più passabili sotto silenzio, che organizzazioni di questa importanza debbano anche loro rendere conto a qualcuno. Chi ha più soldi è più forte e quindi comanda, questa è la storia dell’umanità. Soluzioni sinceramente al momento non ne vedo perché mi sembra che sulla questione palestinese nessuno sia disposto a cedere. Chissà come si evolverà questa situazione…
Già ci accorgiamo nel nostro piccolo di quanto il vil denaro governi tutto quanto…figurarsi a livello internazionale, quando, poi, entrano in gioco contrapposizioni politiche ed ideologiche…
E come sempre gli interessi economici prevalgono su tutto! Speriamo si trovi presto una soluzione!!!!!!!!!!
Interessante come gli USA contino per più del 20% del finanziamento dell’UNESCO…..