ROMA – Immagine satellitare dell’eruzione del vulcano Bogoslof , in Alaska, pochi minuti dopo il suo inizio, nel maggio 2017 (fonte Dave Schneider / Alaska Volcano Observatory & U.S. Geological Survey) © ANSA/Ansa
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Per la prima volta è stato catturato il ‘ruggito’ di un vulcano. L’impresa, considerata finora quasi impossibile, è riuscita grazie a microfoni che hanno registrato, fra dicembre 2016 e agosto 2017, l’intera sequenza delle eruzioni del vulcano Bogoslof, nelle isole Aleutine dell’Alaska. I dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters.
Coordinati dal sismologo Matt Haney, i ricercatori dell’Osservatorio vulcanologico dell’Alaska sono riusciti a isolare la ‘voce’ del vulcano dagli altri boati che accompagnano un’eruzione, descrivendola come un tuono. “Chi ha sperimentato l’esperienza di un’eruzione vulcanica avrà sentito tante volte questo rombo di tuono, ma – ha spiegato Matt Haney – è la prima volta che viene registrato sotto forma di dati scientifici”.
Lo studio riguarda le isole Aleutine, una catena di più di 50 isole vulcaniche nell’Oceano Pacifico. I ricercatori si sono, in particolare, concentrati sul vulcano Bogoslof, che in 8 mesi tra la fine del 2016 e il 2017 ha avuto più di 60 eruzioni, con esplosioni di ceneri e gas che hanno superato i 12 chilometri di quota.
Secondo i vulcanologi, l’intensità dei tuoni registrati dai loro strumenti può fornire preziose informazioni anche sulle dimensioni e caratteristiche delle nubi di ceneri sprigionate dal vulcano. “La quantità di ceneri liberate da un’eruzione – concludono – è sempre stata, infatti, un parametro difficile da misurare”.