Felice Bianchini junior
Gallozzi: “Prevediamo ulteriori margini di miglioramento dei traffici. Necessario un tavolo operativo su sicurezza, infrastrutture e manutenzione dello scalo per migliorare ancora la capacità competitiva”.
Il porto di Salerno conclude il 2017 con un incremento del traffico contenitori che si stima intorno al +13% (tra 420.000 e 430.000 teus – secondo le prime valutazioni – rispetto ai 380.000 teus del 2016). All’interno di questo perimetro statistico Sct SpA (Gruppo Gallozzi) ha movimentato nel 2017 circa l’80% delle merci in contenitori lavorate nello scalo salernitano, attestando il proprio trend anno su anno al +18%. Sono dati che confermano il trend strutturale con il segno più in atto e che – se inseriti nella prospettiva previsionale relativa al 2018 – lasciano presagire per i prossimi 12 mesi ulteriori margini di miglioramento.
“Di fronte a questo quadro basato sui numeri – sottolinea Agostino Gallozzi, presidente di Sct SpA (Gruppo Gallozzi SpA) – siamo convinti che il porto di Salerno sia sulla strada giusta per continuare a competere con successo, come, peraltro, confermato dai grandi top player dello shipping internazionale che hanno scelto nel 2017 il nostro scalo per implementare nuove linee e collegamenti con le principali destinazioni commerciali del mondo: due nuovi servizi settimanali per gli Stati Uniti, un terzo nuovo servizio settimanale per il Nord Europa, potenziamento dei collegamenti con Cina ed Estremo Oriente, Sud America, Canada, Medio Oriente, Africa e Mediterraneo. Il livello di affidabilità, efficienza e di convenienza economica raggiunto dalla realtà portuale salernitana è tale da avere consentito politiche commerciali espansive anche in un periodo, ormai alle spalle, caratterizzato da un ciclo negativo, perché il successo ed il valore aggiunto di un porto si misura non solo in termini statistico-quantitativi, ma innanzitutto in termini di pluri-connettività competitiva, offerta alle aziende del territorio, rispetto ai mercati globali.”
“Il cammino verso il gigantismo navale – continua Gallozzi – rafforzato dalle fusioni e dalle grandi alleanze, già presenti e non a caso a Salerno, è inarrestabile. Solo i porti in grado di ospitare all’oreggio navi di più grandi dimensioni avranno la possibilità di crescere. Il porto di Salerno si presenta pronto a questa sfida e nei prossimi anni potrà approfittare di ogni opportunità che si presenterà sul mercato. La lunghezza delle navi di nuova generazione è infatti compatibile con la lunghezza delle banchine del porto di Salerno, che è di 380 metri. E, naturalmente, le progettualità già definite relative all’allargamento dell’imboccatura, all’approfondimento dei fondali e alla realizzazione delle gallerie di collegamento con le arterie stradali, rappresentano lo snodo determinante per consentire alla comunità di imprese e di lavoratori del porto di Salerno di continuare a recitare un ruolo di primo piano al servizio dell’economia del nostro territorio (ed anche in confini molto più ampi), supportando in maniera sostanziale l’inserimento nei mercati internazionali di un’ampia e significativa fetta delle industrie manifatturiere e di trasformazione, del Salernitano e della Campania”.
“E’ appena il caso di ribadire la nostra convinzione – conclude Gallozzi – che il pieno decollo dell’Autorità Portuale di Sistema Tirreno Centrale possa rappresentare un punto di forza nell’ambito di questa strategia, a patto che il 2018 sia l’anno della svolta per il miglioramento della qualità infrastrutturale dello scalo e, nello stesso tempo, di una vasta ed approfondita opera di potenziamento della qualità delle strutture interne, con interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria a banchine, arterie stradali, viabilità. Senza alcun dubbio, con la supervisione dell’Autorità Portuale e con il sempre valido e fondamentale supporto dell’Autorità Marittima salernitana, fin da subito è necessario attivare un percorso con lavoratori ed imprese, dal punto di vista dell’implementazione delle politiche della formazione professionale e della sicurezza sul lavoro.”
Ho letto questa notizia anche su altri quotidiani on- line, presentata nella medesima formulazione.
È sorprendente la generale assenza di commenti, quasi che l’esposizione dei dati più che positivi abbia completamente soddisfatto gli osservatori, impedendo loro di formulare critiche o apprezzamenti sull’perato e sulle opinioni di chi gestisce le quote più significative dei traffici del porto.
Il presidente Gallozzi, dopo aver ricordato in termini percentuali i dati della crescita, ha fatto previsioni ottimistiche per il futuro, ricordando che il cosiddetto “gigantismo navale” sarà un ulteriore elemento determinante per confermare le ottime performance ottenute dal porto. Esso è infatti “pronto a questa sfida” perchè ci sono in esecuzione opere di importanza vitale (allargamento imboccatura, approfondimento fondali, gallerie di collegamento con le arterie stradali) che “rappresentano lo snodo determinante” per conseguire lo scopo e “continuare a svolgere un ruolo di primo piano e a competere con successo”.
Ancora una volta ci si trova di fronte a un sipario calato sul tema delle infrastrutture o meglio ancora fermati da una pesante barriera che impedisce di andare oltre … la strada.
Sembra che il problema non appassioni nessuno, neanche a livello puramente accademico, e non faccia da stimolo per avviare uno studio di fattibilità che consenta di progettare un sistema di diversificazione motoria a servizio dello scalo marittimo, onde affrontare con maggiore versatilità l’afflusso crescente di container e merci varie di cui si preconizzano gli arrivi.