SALERNO – Una chiesa gremita da una folla d’altri tempi, nonostante il tempaccio, per salutare uno degli ultimi simboli di quella che fu la Democrazia Cristiana salernitana
La chiesa di San Paolo Apostolo, al rione Petrosino, lo ha accolto per l’ultima volta; proprio lì, in quella chiesa, un giorno triste di qualche anno fa decise forse di lasciarsi andare; dinanzi alla bara che conteneva il corpo dell’adorata figlia morta troppo prematuramente capì che ormai doveva mollare tutto e lasciarsi andare. E si è lasciato realmente andare incominciando lentamente a rinunciare a tutti gli appuntamenti pubblici fino a ritirarsi; la perdita della figlia gli è stata fatale.
Alle 15 in punto di ieri, domenica 3 dicembre, il suo feretro è arrivato sul sagrato della chiesa, atteso da tantissimi concittadini e da tante autorità.
Era stato segretario provinciale della D.C. negli anni ’80 ed aveva vissuto a tutto tondo il travaglio del partito che si incamminava verso l’opposizione a Palazzo di Città e subito dopo verso l’estinzione dopo oltre quarant’anni di gloriosi successi.
Era stato per oltre venti anni il presidente della Centrale del Latte di Salerno ed era riuscito a trasformarla da una piccola fabbrichetta in un’azienda moderna all’avanguardia in Italia e in Europa per la produttività e per la qualità dei suoi prodotti.
Era stato docente di lettere e filosofia ed ai suoi allievi aveva cercato sempre di infondere il senso del dovere civico prima di ogni altra cosa.
Ha interpretato la sua passione per la politica come puro spirito di servizio e nella sua lunghissima attività è stato sempre fedelissimo alla linea politica di Vincenzo Scarlato, sostenendo poi anche il figlio Guglielmo nei suoi due mandati parlamentari.
Negli ultimi anni con “Nuovo Sud” aveva cercato di rattoppare e mettere insieme i pezzi di quella che fu la grande DC, ma ormai i tempi erano cambiati e per gli accordi politici non era più sufficiente scambiarsi una stretta di mano per sigillarli.
Anche il sindaco di Salerno, Enzo Napoli, ha voluto ricordare la figura e l’opera di Gelsomino Pantuliano, e lo ha fatto sottolineando la passione e l’impegno civile al servizio della comunità salernitana.
Da ieri Salerno ha perso un altro, forse l’ultimo, pezzo della sua storia politica.