SALERNO – Questo di oggi non è uno dei miei soliti approfondimenti sulle notizie già pubblicate da altri, piuttosto è una specie di “lettera aperta” per Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (ASPMTC), al fine di mettere in evidenza tutte le menzogne, condite da immancabili velenose accuse, che il nuovo manager della portualità campana si è sentito in obbligo di declamare (apoditticamente !!) dalla tribuna più importante del territorio, vale a dire dal tavolo dell’accordo tra università e autorità portuale per il lancio dei progetti di formazione in materia di economia del mare e logistica del territorio.
Questo Signore, ancora abbondantemente inesperto di “cose di mare” si è permesso il lusso di venire nella nostra Università e di prendere a calci nel sedere i suoi predecessori, vale a dire Fulvio Bonavitacola e Andrea Annunziata, che hanno governato la nostra portualità per circa quindici anni prima dell’avvento di Spirito, calato dall’alto a disdoro delle potenzialità e professionalità locali. Ma c’è di più; il dr. Spirito ha anche maltrattato tutta la categoria dei giornalisti della Campania dicendo a pieni polmoni che l’exploit del Porto di Salerno “”Era un effetto ottico sbagliato e io utilizzo uno slogan che spero faccia riflettere la comunità salernitana: il proto di Salerno aveva un buon ufficio stampa, Napoli uno pessimo”. In pratica, secono lo Spirito pensiero i giornalisti salernitani raccontavano palle e quelli napoletani non sapevano fare nemmeno questo; bella considerazione, non c’è che dire. E nessuno che protesta o che almeno tenti di spiegare (come cerco di fare io) a questo Signore venuto da lontano, calato dall’alto con l’accondiscendenza del governatore Vincenzo De Luca, come stanno veramente le cose inerenti il nostro porto che è stato letteralmente svenduto con un’abile manovra politica (io ti do e tu mi dai !!) a tutto vantaggio dell’Autorità Portuale napoletana che da decenni ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione.
Perché allora, il presidente, non prende l’ufficio stampa salernitano (che in realtà non è mai esistito come struttura istituzionale, e manco questo conosce Spirito) e lo trapianta a Napoli per rilanciare una portualità moribonda e quasi sconosciuta nel Mediterraneo e nel mondo. Ma al cattivo pensiero di Spirito sui giornalisti, essendo io un giornalista campano e soprattutto salernitano, dedicherò quanto prima un ampio approfondimento, per ora è più importante continuare ad elencare le cavolate cantate da Spirito nella seduta universitaria per la firma del protocollo d’intesa.
Dalle parole di Spirito (prese dal quotidiano La Città del 10 novembre scorso) mi pare di capire che tra quelli che hanno solo parlato senza fare niente, anzi vendendo un bene che non avevano, ci sia anche l’attuale vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola che per diversi anni (prima di Annunziata) ha retto le sorti del nostro porto. Dunque Spirito da un lato dice di voler dialogare con De Luca e dall’altro butta nel cestino (per non dire altro) l’opera comunque meritoria che a Salerno ha svolto Bonavitacola; delle due l’una, o Spirito non sapeva che Bonavitacola era stato presidente dell’Autority oppure è portatore di un messaggio preciso sia per Bonavitacola che per lo stesso De Luca, del tipo: qui comando io; cosa questa che difficilmente il kaimano potrà sopportare (e il caso Cantone del Ruggi ne è la più plastica delle dimostrazioni). Sul piano squisitamente personale mi fa piacere che qualcuno metta in discussione l’azione e l’opera di Bonavitacola ma altrettanto candidamente devo onestamente ammettere che l’attacco di Spirito non sta né in cielo e né in terra.
L’altro nome messo in discussione dalle irrituali e fuori luogo parole di Pietro Spirito è quello dell’ex presidente dell’autority Andrea Annunziata; se fossimo in uno stadio farei verso Spirito il classico gesto dei calciatori quando invitano i tifosi a sciacquarsi la bocca. Prima di parlare Spirito avrebbe fatto meglio ad incontrare spesso il presidente Annunziata, nei ritagli di tempo libero che qualche volta riesce a ricavare dal suo costante e pregnante impegno di presidente dell’Autorità Portuale di Augusta (molto più importante di quella napoletana), per apprendere da Lui come si fa, ad esempio, ad organizzare sul mare il G/7 di Taormina che ha visto l’arrivo dei grandi leader del mondo. Gentile Spirito le ricordo che Andrea Annunziata è riuscito a dare al Porto di Salerno una notorietà ed una efficienza (anche per i tempi di attesa) che hanno fatto il giro del mondo da Miami ad Hong Kong. Cerchi, quindi, di avere il buon senso di contare fino a tredici, prima di parlare; credo, però che Lei non conosca neppure questo antico detto napoletano, metropoli in cui è stato chiamato a dimostrare il meglio di se.
Si faccia dire, gentile presidente, dal fantomatico ufficio stampa salernitano, quante volte ho scritto sul Porto di Salerno e sui suoi presidenti; si renderà conto che l’ho fatto sempre con assoluta convinzione di quello che scrivevo, esattamente come (al contrario di tanti colleghi) faccio oggi con questo articolo. Ecco perché posso scrivere che dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale mi sarei aspettato un altro atteggiamento nei confronti di Salerno, quello di mettere mano alla risoluzione vera dei problemi che ha elencato per dimostrare con i fatti, e non con le parole, che i suoi predecessori non hanno saputo fare niente, al di là delle chiacchiere.
E mi raccomando, gentile dott. Spirito, non si lasci ingannare dalla “farsa giudiziaria” del possibile rinvio a giudizio di Andrea Annunziata per Porta Ovest; il “grande vecchio” è sempre lì, appostato dietro le quinte e pronto a colpirla senza se e senza ma.
Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini
Non ho avuto la possibilità di leggere o sentire quanto detto dal dr. Spirito nel corso dell’incontro avvenuto presso l’Università degli studi di Salerno. So che ha sottoscritto con il Rettore un protocollo per l’istituzione di un Master di I livello in “Economia del Mare – Logistica e Turismo”. Al riguardo ho già espresso l’auspicio – che sinteticamente ripeto – affinchè “il corso di specializzazione non trascuri la logistica in senso lato e l’articolazione dei trasporti combinati. Si tratta infatti di aspetti essenziali che condizionano l’operatività di uno scalo marittimo, al quale viene a mancare la ragion d’essere se gli mancano adeguate e interconnesse vie di comunicazione stradali e ferroviarie”.
Per il resto non ho elementi per mettere in dubbio quanto riferito dal dr. Bianchini. Tuttavia convengo che non c’è peggior biglietto da visita per chi, assumendo un nuovo incarico, esordisca con apprezzamenti negativi sull’operato di coloro che lo hanno preceduto. Quand’anche costoro durante la loro gestione non si siano espressi al meglio trascurando alcuni aspetti essenziali (ma chi è totalmente esente da errori?), la cosa non deve essere solo oggetto di critica, ma piuttosto deve rappresentare uno stimolo e un punto di partenza per sopperire a carenze o presunti errori del passato.
Il dr. Spirito dovrebbe quindi evitare di imbarcarsi in sterili distinguo fra Uffici Stampa più o meno efficienti a seconda della latitudine in cui lavorano e adoperarsi, magari ancora con l’ausilio degli accademici dell’UNISA, a trovare la soluzione progettuale e realizzativa per collegare il porto di Salerno alla linea TEN-T.
Come giustamente ha detto il prof.Zucchetti della Bocconi a proposito dei porti del nord Adriatico, ma può applicarsi anche a quello salernitano, “La competitività di uno scalo si gioca ormai sulla logistica a terra, quindi soprattutto sui servizi ferroviari”.