SALERNO – In silenzio, senza strombazzamenti e con grande umiltà, l’avvocato Salvatore Memoli è andato in pensione ed ha lasciato il suo ultimo incarico di prestigio, quello di “direttore” dell’ACI di Salerno. Nessuno ha ritenuto doveroso dovergli dedicare qualche rigo per ricordare le sue molteplici e poliedriche attività, da quella politica a quella istituzionale, da quella sociale a quella manageriale.
Salvatore Memoli, prima di ogni cosa, è stato un manager, un vero manager, di quelli che non si trovano dietro l’angolo per caso ma di quelli che nascono e si accendono una volta ogni tanto nel firmamento pubblico per entrare direttamente nell’immaginario collettivo.
Amato e odiato, osannato e condannato, applaudito e fischiato, richiesto e contestato, chiamato e cacciato; la sua intelligenza operativa gli ha senza dubbio favorito la strada per il successo ma lo ha anche reso inviso a tutti quelli che nei suoi eccellenti risultati hanno visto il pericolo per le loro rispettive poltrone occupate, quasi sempre, abusivamente.
Dovunque ha messo le mani, Salvatore Memoli, è riuscito trasformare il ferro abbrunito in oro splendente. L’elenco delle meraviglie realizzate da Salvatore è lunghissimo e per questo sconosciuto ai più; ma l’elenco c’è e vale bene la pena di ricordare almeno i suoi migliori capolavori.
Cominciò con l’Azienda del Gas trasformata nella splendente Salerno Energia che oggi tutti vediamo; la prese che era una macchia nera nel cuore di Torrione e la trasformò in uno dei gioielli che ancora oggi è considerata un vanto per la nostra città: auditorium, sala multimediale, campetto di gioco, parcheggi, uffici moderni e tecnologizzati.
Ha continuato con la creazione dal nulla del Consorzio Farmacie Intercomunali (CFI) che ha dato numerosi posti di lavoro e servizi eccellenti alle comunità di Salerno, Scafati, Cava de’ Tirreni, Baronissi, Eboli e Capaccio; una realtà imprenditoriale e occupazionale che ora rischia di annegare nel mare delle polemiche e nell’assurdo tentativo del Comune di Salerno di ricavarne i soldi per la prossima stagione delle Luci d’Artista.
Poi è arrivato il capolavoro di Salerno Solidale trasformata in brevissimo tempo da una mista evanescente in una struttura polivalente e disponibile per tutte le persone meno abbienti di questa città, anche con una casa di riposo ufficiale.
Infine il ritorno al Consorzio Farmaceutico Intercomunale per un nuovo sostanziale rilancio; e questo solo per ricordare le cose più importanti.
La sua professionale e manageriale attività è stata spesso accompagnata da spigolose polemiche e da violenti contestazioni; ha comunque dimostrato a tutti che la sua azione era stata sempre “autonoma, indipendente e terza” rispetto alle battaglie politiche che nel frattempo si consumavano sia nel palazzo di città (pal. Guerra) che in quello della provincia (pal. Sant’Agostino).
Ha fatto anche politica, molta politica; è stato consigliere comunale nei difficili anni di tangentopoli poi è passato nel consiglio provinciale distinguendosi per la grande abilità con cui preparò, in punta di diritto, l’uscita di Edmondo Cirielli (che doveva candidarsi alla Camera) e la sua successione in favore del delfino Antonio Iannone per il completamente della consiliatura di centro destra; insomma, come dire che la politica non gli ha mai restituito quello che lui ha saputo darle e come accaduto per le sue creature (Gas, Farmacie, Solidarietà, ecc.) anche in politica ha dovuto fare il classico passo indietro, ma lo ha fatto sempre con grande dignità e rispetto per gli avversari.
Non posso e non voglio dimenticare gli ultimi due gioielli che Salvatore Memoli ha regalato al suo diretto datore di lavoro pubblico; parlo dell’ ACI e delle sue diramazioni. E’ stato per anni direttore del PRA (pubblico registro automobilistico) e negli ultimi anni direttore della sede Aci di Salerno: due incarichi di prestigio che ha sempre onorato con grande professionalità. In pochi anni ha rifatto e rivoluzionato gli uffici del PRA portandoli dall’immagine di un ufficio tetro e vecchio all’immagine di un ufficio modernissimo ed altamente funzionante. Infine il suo ultimo capolavoro proprio nella sede di Salerno dell’Aci restituita ai suoi antichi splendori degli anni della “Salerno da bere”.
Ma Salerno, caro Salvatore, non ricorda che proprio Tu, con una personalissima campagna di mediazione nei difficili anni di tangentopoli, hai personalmente contribuito alla famosa “Svolta di Salerno” scippando la città al malaffare per restituirla ad una politica dignitosa e, soprattutto, ai suoi cittadini.
Salvatore Memoli, per quanto mi riguarda, ha scritto almeno una parte della storia di Salerno, e l’ha scritta in momenti davvero difficili; con le sue sole forze è stato consigliere comunale ed anche provinciale con una lista civetta che calamitò una marea di consensi da parte dell’elettore medio che ha voluto bene a Salvatore, figura di indipendenza e di trasparenza. Molto spesso ago della bilancia, un ruolo che gli si adatta alla perfezione. Per lui “ha sempre prevalso il diritto, sul diritto della forza” di chi lo voleva alla sbarra a tutti i costi. Lo stesso Vincenzo De Luca ha più volte capito che la managerialità di Memoli gli era utile, ma più volte è stato circondato e vinto dai suoi cortigiani schierati in danno dell’onnipresente Salvatore. E da gentiluomo qual è, Salvatore Memoli ha capito ed è andato via sbattendo, qualche volta, la porta.
La città, questa città, e gli uomini che la governano gli hanno riconosciuto poco, molto poco; anche per Salvatore Memoli bisogna rivedere la storia e non solo alla luce della “svolta di Salerno”. Qualche tempo fa, prima del pensionamento, ha dichiarato di voler uscire dalla vita pubblica politica; non ci credo e spero che molto presto ritorni in sella più pronto di prima alla battaglia.
Auguri, caro Salvatore.
direttore: Aldo Bianchini