Aldo Bianchini
SALERNO – Le Luci d’artista, quest’anno, hanno scatenato più degli anni precedenti polemiche, dubbi e sospetti per la presunta opposizione; ma anche indignazione, richieste di fantomatici indennizzi e prese di posizione molto dure da parte della maggioranza dei consiglieri comunali e di alcune imprese specializzate in luminarie; e questo per quanto attiene il Consiglio Comunale nella sua interezza e nella sua autonomia (semmai esiste !!). Per quanto riguarda la cittadinanza il discorso si fa sempre più difficile, anno dopo anno; c’è chi protesta vivacemente ma è disponibile a dimenticare presto i disagi patiti, e c’è chi plaude senza se e senza ma all’iniziativa nata, si fa per dire, grazie ad una grande intuizione dell’ex sindaco Vincenzo De Luca.
Un’idea di una genialità unica, non c’è che dire; fossero tutte così le idee dei politici potremmo vivere sicuramente in una Città e in un Paese migliori.
Ma proprio sulla genialità, ovviamente, casca l’asino; difatti un’idea geniale per rimanere intatta nei decenni ha bisogno di un supporto economico-finanziario che sia durevole ed abbia capacità di spesa ogni anno, anno dopo anno. Purtroppo a Salerno così non è, anzi non lo è mai stato; ed ogni anno a scervellarsi per inventare dal nulla nuove “poste in bilancio” (scaricate, caricate, riscaricate e ricaricate !!) per far fronte all’enorme spesa a sostegno dell’idea che, bisogna riconoscerlo, rimane geniale: illuminare la città con una estensione di lampadine per 27 chilometri non è cosa da poco e non è neppure cosa facilmente imitabile, almeno per noi del mezzogiorno e del sud.
Non è il caso di rimarcare qui, visto il momento drammatico dal quale l’amministrazione comunale difficilmente uscirà per dar luce alle luci (alludo all’aspetto economico dell’avventura), che tutte le “palle” sparate da De Luca negli anni scorsi (arrivando apoditticamente ad affermare che 5milioni di visitatori erano venuti a Salerno) sono servite soltanto a sorreggere sul piano mediatico un colosso dai piedi d’argilla; palle che però non hanno attratto investimenti corposi da parte dei privati, anzi hanno prodotto l’effetto contrario e cioè che chiunque veniva a Salerno per le luci (alludo ai potenziali investitori) lo faceva soltanto per ricavarne degli interessi e certamente non per investire danaro proprio con il rischio di non recuperare l’investimento o addirittura di perderci.
Allo stato dell’arte sembra che il firmamento delle luci salernitane sia impazzito: la Confcommercio chiede 20mln di euro come risarcimento danni alla Blachere Illumination senza, però, chiedersi da dove viene questa azienda specializzata in luminarie e perché è stata l’aggiudicataria di tanti pregressi appalti; il giro d’affari stimato in circa 10mln di euro sulla base dei risultati della scorsa edizione delle luci; poi c’è la somma di 8,5mln di euro per il bando triennale affidato quest’anno alla Iren Energia. Insomma un giro vorticoso di interessi che se fosse stato ideato dalla destra avrebbe probabilmente provocato sfracelli giudiziari; avendolo partorito la sinistra, o meglio ancora il kaimano, tutto tace e sprofonda nell’oblio, anche della giustizia che nel primo caso sarebbe stata sommaria mentre nel secondo è sommaria sì, ma nel senso opposto, cioè non si fa.
Gli unici due personaggi, in un qualche modo legati all’opposizione, che sembrano scuotere un pò l’ambiente sono sempre i “due ragazzi” Roberto Celano e Gaetano Amatruda che a volte, però, sembrano anche accapigliarsi fra loro per la fretta che ci mettono nelle loro ricerche affannose dei punti deboli della cattiva amministrazione senza tener conto che viviamo ormai in una città che appare sempre di più come una consorteria al servizio di Sua Maestà che riesce sempre a mantenere tutti sulla corda, chi ha già avuto e chi deve ancora avere.
Poi, per dirla tutta, i due hanno un difetto macroscopico; leggono cioè solo quello che dicono loro stessi e ascoltano solo quello che hanno detto loro stessi; non si preoccupano mai di andare al di là dell’ostacolo, di leggere e di vedere anche altrove alla ricerca di qualcosa che possa portarli verso le prove della consorteria generalizzata.
Ad esempio, Celano chiede i bozzetti, la Commissione Trasparenza gli atti della difesa (cioè del Comune), Amatruda i resoconti degli anni scorsi; ma nessuno, dico nessuno, che si è minimamente interessato alla notizia che è apparsa su questo giornale con il titolo “Farmacie comunali: dal Consorzio alle … Luci d’Artista” in data 5 ottobre scorso; nel contesto di detto articolo riferendomi alle difficoltà di organizzare anche per quest’anno le Luci d’Artista ho pubblicato la soluzione verso cui, forse, sta andando l’Amministrazione Comunale di Salerno: “””E allora qual è la soluzione ? Non è facile descriverla, è sicuro però che la soluzione esiste, e come. Secondo i bene informati la soluzione sarebbe tutta interna al Consorzio Farmaceutico Intercomunale (CFI) e consisterebbe in una sottile operazione di “strategia societaria”. Il Comune di Salerno si accingerebbe a mettere in vendita, almeno sulla carta, tutte le sue quote azionarie (che valgono ben oltre i 3milioni di euro) con pagamento da parte del CFI dilazionato nel lungo tempo, almeno dieci anni, in modo da consentire al Comune capofila di iscrivere nel suo bilancio quanto meno una cifra superiore ai 3milioni di euro tra le poste virtuali da riscuotere nei prossimi anni. Così facendo il Comune di Salerno si troverebbe subito nella pratica possibilità di contrarre nuovi mutui e di ottenere una liquidità che al momento non c’è. Difatti dalle segrete stanze finanziarie del Comune si sussurra che senza questa operazione strategica rischierebbero di saltare le Luci d’Artista 2017-2018, cosa questa impensabile per le truppe cammellate del kaimano che aspettano in silenzio gli ordini del capo sul da farsi”””.
Ma sono sicuro che anche questa volta nessuno leggerà quello che ho scritto; per buona pace di tutti.
direttore: Aldo Bianchini