SALERNO – Leggendo con attenzione un articolo apparso su Ondanews.it con il titolo “Buonabitacolo:il Consiglio comunale approva il Piano di Riequilibrio. Pericolo dissesto scongiurato La minoranza consiliare si astiene:”Non appoggiamo una campagna mediatica atta ad incentivare sospetti” (firmato dall’ottima Claudia Monaco) mi sono chiesto se davvero la cittadina di Buonabitacolo possa essere considerata come “il paese delle carriole e dell’amuchina”. Il riferimento al mio precedente articolo del 30 agosto scorso è abbastanza palese, quello che non mi aspettavo è il fatto che un esponente della minoranza buonabitacolese si sia preoccupato più di contestare una presunta campagna mediatica atta ad incentivare sospetti che di chiedere conto e ragione delle due o più fatture occorse per l’acquisto di diversi quintali di amuchina e di circa 250 carriole (non erano 120 come indicato nel precedente articolo), ammesso che quelle fatture esistano come sembra avere soltanto adombrato la dichiarazione della minoranza.
L’intervento della minoranza, che seppure parziale e deviante veicolando l’attenzione solo sul presunto aspetto mediatico della vicenda, evidenzia il fatto che probabilmente la storia (che poteva sembrare tutta e soltanto mediatica) ha qualche radicamento di verità. Difatti l’esponente della minoranza Elia Garone (fonte Ondanews.it) avrebbe dichiarato: “Data la delicatezza dell’argomento ci asteniamo per come è stato gestito tutto. Mentre da una parte è stato difficile reperire gli atti dall’altra non appoggiamo una campagna mediatica atta ad incentivare sospetti e coprirci di ridicolo facendoci diventare il paese delle carriole e dell’amuchina”. Un atteggiamento alla “Ponzio Pilato”, quasi come a volersi lavare le mani. Ma dalla dichiarazione emerge il sospetto che davvero le fatture esistano, perché mentre denuncia la mancanza degli atti si nasconde dietro il paravento della presunta campagna mediatica. Un particolare questo molto importante che, però, è sfuggito ai responsabili del noto giornale online del Vallo di Diano; un particolare che costituisce una delle rare occasioni che consentono ai giornalisti di entrare nel cuore e nel vivo dei problemi che stanno trattando per uscire dalla sterile cronaca ed entrare nel più largo ed interessante universo dell’informazione approfondita. Capisco che non tutti amano leggere quello che scrivono gli altri per prenderne il meglio, io lo faccio abitualmente nonostante l’età anagrafica e i lunghi anni di esperienza giornalistica e non ho mai provato vergogna nell’ammettere di aver “avuto la notizia” da altri. Del resto ancora non riesco a capire perché la stampa in genere non ricicla mai, o quasi, le notizie degli altri semmai approfondendole ed allargandole.
Difatti se fosse stata posta la giusta riflessione sulla dichiarazione di Garone si poteva capire che la vicenda delle carriole e dell’amuchina, pur nella sua semplicità, implicitamente confermata dal consigliere, era ed è un fatto molto grave che denota l’andazzo scellerato di molte amministrazioni nell’utilizzo del denaro pubblico. In maniera indiretta Garone ha confermato l’esistenza di quel problema ma, come spesso accade, per ragioni di equilibri politici non l’ha approfondita ed ha cercato di scaricare la responsabilità sul mondo dell’informazione, reo di aver cercato di mettere il paese di Buonabitacolo nel ridicolo con la storia delle carriole e dell’amuchina.
La notizia delle carriole e dell’amuchina, se vogliamo fare le pulci alla stessa, pone in evidenza un sistema che è comune a molte amministrazioni municipali che, nel corso del tempo, si sentono quasi in una continuità simbiotica sul modo di agire e, quindi, difficilmente aggredibili l’una contro l’altra e viceversa; e sempre si sposta la battaglia su temi ideologici che non interessano più a nessuno ovvero più comodamente sulle presunte invenzioni della stampa.
Dunque al di là dell’approvazione del “piano di riequilibrio” resta sullo sfondo di Buonabitacolo la stessa domanda: “Ma Buonabitacolo è o non è il paese più pulito d’Europa ?”.
direttore: Aldo Bianchini