SASSANO – Quando si scrive e si commenta una qualsiasi attività commerciale si rischia, quasi sempre, una caduta di stile ovvero di impantanarsi in una pubblicità occulta ed al limite in una ovvia banalità. I nostri lettori, almeno oggi, non correranno alcun rischio di silenziosa strumentalizzazione mediatica in quanto l’attività commerciale di cui scriverò in questo approfondimento non ha mai fatto pubblicità su questa testata giornalistica avendo, per scelta personale e commerciale, privilegiato altri giornali online ed altre testate giornalistiche.
In questo articolo affrontiamo la descrizione, quanto più possibile aderente alla realtà, del panificio “Due Emme” di Valter Boccia e di Margherita Marra (marito e moglie) che da una vita si dedicano alla panificazione in maniera artigianale mantenendo in vita l’unico panificio di Silla di Sassano e le tradizioni legate non solo alla storia del pane ma anche, se non soprattutto, alla continua modernizzazione che lo stesso pane ha avuto in questi ultimi decenni.
La prima cosa che mi viene da scrivere è che quando si parla di Walter Boccia (contitolare del panificio) non si parla di un personaggio arrivato nel mondo della panificazione per caso e senza radicamenti profondi nella tradizione; Valter è figlio d’arte e fin da bambino è stato allevato a “pane, acqua ed impasto”, impasto che per decenni il piccolo Valter ha prodotto utilizzando un unico lievito-madre ereditato per discendenza familiare a garanzia della qualità e della perfetta rispondenza delle regole che, anno dopo anno, si sono fatte sempre più stringenti a giusta tutela della salute pubblica.
Del resto la famiglia Boccia viene da una lunghissima tradizione di panificazione; il padre di Valter, Felice, è stato l’unico panificatore di Sassano; un personaggio, Felice, che in forza del suo carattere esplosivo ma schietto e sincero è stato considerato da sempre, e tuttora, una sorta di paladino dei più deboli e dei meno abbienti. Per decenni è stato il condottiero di battaglie pubbliche in difesa di tutti i commercianti di Sassano (amici e/o avversari che fossero !!) e quando in paese, grazie ad una combinazione matrimoniale tra una ragazza locale e un ragazzo di Sanza, giunsero le prime avanguardie del pane sanzese fu il primo, se non l’unico, a smascherare la campagna mediatica occulta con cui i panificatori sanzesi cercavano di accreditare il loro pane come impastato con l’acqua della Madonna del Cervati. Ma questo è soltanto un piccolo ricordo di quegli anni in cui, l’attuale ottuagenario Felice, con voce roboante e decisa era pronto ad attaccare tutti quelli che non utilizzavano il loro potere per il bene della comunità. Ricordo con rimpianto le lunghe serate trascorse nell’alcova del forno di Felice a parlare di strategie politiche di fronte ad una fetta di pane caldo, ad un capicollo o un pezzo di salsiccia, con un bel bicchiere di vino ed una gustosa fetta di pizza al pomodoro. Cose spontanee e sincere che non potranno mai essere dimenticate.
Ma oggi mi sono imposto di parlare di Walter, figlio di Felice, titolare dell’avviatissima attività commerciale di panificazione sita, come dicevo, in Silla di Sassano; un’attività che Valter, con l’aiuto della moglie Margherita (una gentile e giovane signora prestata alla panificazione) che cura l’immagine e il marketing dell’azienda, ha saputo mantenere, far crescere, sviluppare e rilanciare verso mete davvero impensabili soltanto qualche anno fa; oltretutto i due coniugi sono riusciti a ribaltare tecnicamente l’intera attività portandola a livelli tecnologici invidiabili. La storia di tre generazioni familiari di panificatori ha trovato, a mio modesto avviso, la giusta sedimentazione nell’azione convinta e generosa dei due coniugi.
Livelli tecnologici che consentono di affrontare e presentare una produzione eccellente che in zona non è facile trovare innanzitutto perché il pane è cotto a legna e viene impastato con solo lievito madre e farine di ottime qualità: pane bianco, farine integrali di granoturco a latte, all’olio, pizze, focacce, grissini, taralli in vari gusti etc. etc. E non solo, perchè durante il periodo della macellazione dei maiali da cortile (anche questa una tradizione ancora viva nel Vallo di Diano) arrivano “speciali tortani e cigoli” impastati con farine locali e sempre lievito madre; una vasta produzione che tocca l’apice del buon gusto anche con gli introvabili “dolci salati”, una specialità molto richiesta dai numerosi e sempre crescenti avventori del “Panificio Due Emme”.
E se i familiari delle tre antecedenti generazioni, compreso il mitico Felice, si erano per così dire adagiati sui successi comunque conseguiti a colpi di duri sacrifici lavorativi, Valter è andato oltre ed ha superato se stesso anche nella scala degli “antichi valori artigianali” perché ha cercato di fare, riuscendoci, della professione la sua ragione di vita. Ed in questo progresso culturale-commerciale è stato sempre aiutato, supportato e spinto dalla moglie Margherita la quale, nonostante la sua innata verve organizzativa, nei momenti cruciali e pubblici è rimasta sempre un passo dietro il marito dimostrando un grande senso di unità familiare e di rispetto per un’attività che non era sua e che ha semplicemente sposato per convinzione ed anche per amore.
Ed alla fine è arrivato il giusto e doveroso riconoscimento per una vita dedicata essenzialmente all’artigianato attraverso la forma espressiva della panificazione. “Maestro artigiano” questo il titolo forte di cui Valter Boccia potrà fregiarsi con orgoglio negli anni luminosi che ancora lo attendono lungo il suo cammino di vita e di maestro artigiano. Un premio conferitogli dalla Commissione per l’Artigianato della Camera di Commercio di Salerno (CCIAA) che, infatti, ha riconosciuto a Walter il titolo di Maestro Artigiano nell’ambito del settore dedicato alla panificazione. L’attribuzione del titolo non è cosa semplice, come ai più può apparire, in quanto necessita di un’anzianità professionale maturata come titolare o socio di un’impresa artigiana, unita ad un’adeguata capacità professionale attestata dai titoli acquisiti e dall’attitudine all’insegnamento del mestiere svolto; e Valter tra le sue passioni più vive annovera anche quella dell’insegnamento visto come passaggio del testimone verso le nuove e più giovani generazioni nell’ottica del mantenimento di “un’arte” che si va perdendo nel tempo, senza più rispetto delle antiche tradizioni sotto la pressione incalzante di una produzione serrata e forzata dal peso del consumismo a tutti i costi. Il titolo gli è stato materialmente consegnato, nel corso di una semplice e toccante cerimonia dalla Confartigianato di Sala Consilina e, nello specifico, dalla referente della sede valdianese Maria Antonietta Aquino. In forza di questo titolo, spendibile in tutta Italia, Valter Boccia potrà svolgere anche attività di docenza e di tutor per la formazione pratica degli allievi o dirigere le cosiddette “botteghe scuola”, quelle imprese del settore dell’artigianato artistico e tradizionale che possono svolgere attività formative nell’ambito di uno specifico settore dell’artigianato.
Il momento forse più bello e significativo della cerimonia per l’attribuzione del titolo è stato quando Valter nel ringraziare i presenti non ha dimenticato di sottolineare l’impegno della moglie, sempre al suo fianco, per i tantissimi sacrifici fatti insieme nell’ambito di un nucleo familiare solido e unito.
Un’ultima osservazione è di carattere molto personale in relazione al mio modo di pensare; quando entriamo in un forno (moderni panifici) per acquistare il pane e qualche suo derivato abbiamo la sensazione di essere entrati in una specie di supermercato, un bazar dove si può acquistare di tutto; provate, amici lettori, ad entrare nel negozio di Boccia e Marra ed avrete una sensazione di tipo diverso; a me è parso di entrare in un laboratorio dove viene essenzialmente prodotto il pane e dove si respira nuovamente la perduta aria del forno di un tempo. Ecco perché non esito a dire che i coniugi Boccia – Marra hanno davvero fatto un ottimo lavoro.
Preg.mo Direttore, ha scritto un articolo con garbo e maestria.
Ha tratteggiato la figura di Uomo e della Sua Compagna che hanno dovuto superare innumerevoli ostacoli per diventare quello che sono.
Io ho avuto modo di assistere alla nascita di questa azienda e posso testimoniare i sacrifici e l’impegno che hanno profuso per farla diventare una moderna ed avviata attività.
Un ricordo, qualche settimana fa insieme a Valter, lo dedicammo a chi non c’è più…..ma questa, Caro Direttore è una storia molto personale, da rimanere sospesa solo nei nostri ricordi, a testimonianza di chi, un giorno, seppe agire da Donna di esperienza e di gran lungimiranza. Lei aveva visto bene.
Un caro saluto a Lei ed ai suoi lettori.
Stefano Antonello Aumenta