da Carolina Salluzzi
La Monte San Giacomo del XVI Secolo raccontata dagli storici Didier e Lovito.
Il Palazzo Maroni è stato il luogo designato per il convegno “L’universitas civium nell’italia meridionale: tra storia medievale e moderna” che si è svolto lunedì 24 luglio: una sala di un edificio storico del XVI secolo non poteva non essere che il luogo più adatto per accogliere quello che è stato un “momento di apprendimento oltre che di divertimento”, come lo ha definito il Sindaco di Monte San Giacomo Raffaele Accetta ad apertura dei lavori, nell’ambito della manifestazione “Baccanali 2017”. Ad intervenire gli storici Arturo Didier e Giovanni Lovito che, moderati dal Giornalista Aldo Bianchini, hanno raccontato lo scenario politco-sociale vissuto da San Giacomo nel secolo della rinascita artistica e culturale. Didier ha spiegato la situazione dei comuni nei secoli passati, come il comune interagiva con altri due componenti essenziali, il potere centrale (la monarchia, lo stato) e il potere baronale, tre poteri che dialogavano tra di loro dialetticamente e che non potevano esistere gli une senza gli altre. La forza più temuta era la Monarchia, perché imponeva la propria volontà in modo coatto, ad esempio con i prelievi forzati dei contributi da parte di un comune Valdianese inadempiente. La seconda forza era quella dei Baroni, perché bisogna ricordare che il Vallo di Diano è diviso in Feudi quindi il Baronaggio aveva una rete potente tenendo i cittadini sotto tensione con il controllo diretto. Il Comuni, invece, sono stati la forza che hanno assicurato la sopravvivenza delle tradizioni, la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale: le Signorie che lo costituivano hanno così fatto la storia del mezzogiorno. Lo storico Lovito ha invece parlato dell’importanza dei reperti storici da lui studiati, come la lapide incastonata tra le pietre padulesi della fontana edificata nel 1593 da lui definita manoscritto archeologico perché riporta i nomi degli eletti del popolo. Narra poi dell’emancipazione ottenuta da Monte San Giacomo dall’ Universitas di Diano nel 1541 quando si sviluppa l’ente autonomistico e dell’importanza storica di alcuni personaggi semisconosciuti come Il Barone Mazzacane, che ha fatto la storia di questo piccolo borgo rurale. L’excursus storico dei due studiosi ha portato maggiore luce sulla conoscenza della realtà culturale dei nostri territori in epoca pre-unitaria, lo storico Lovito ha poi in chiusura sottolineato la somiglianza tra le nostre Universitas e i Comuni del nord Italia, ipotesi che lo studioso ha dichiarato di voler approfondire con futuri studi. Nello stesso Palazzo Maroni inoltre resterà aperta fino al 16 Agosto la mostra d’Arte “Medusa/Riflessioni” a cura di Gianluca Cavallo, che espone opere di questo stesso artista oltre che quelle di Arturo Ianniello, Natalia Ponton e Melinda Borysevicz.