PADULA – Non siamo di fronte ad un caso simile a quello del Battistero di San Giovanni in Fonte, dove per anni c’è stata una diatriba tra il comune di Padula e quello di Sala Consilina per stabilirne l’appartenenza, che alla fine è stata decisa essere di Padula. Nel caso della Certosa di San Lorenzo, siamo di fronte ad una proprietà condivisa, dalla Facciata allo Scalone vanvitelliano è di proprietà del Ministero per i Beni Culturali, invece la corte esterna, per capirci, dove insistono i due bar, i due negozi di souvenirs, l’ufficio turistico e la Comunità Montana, sono di proprietà del comune di Padula. Se catastalmente le proprietà sono ben divise, a farla da padrone ed avere il sopravvento anche sulla parte ministeriale sembrerebbe essere il comune di Padula che non perde occasione per inserirsi nei progetti pensati da soggetti esterni per la valorizzare il monumento certosino. Infatti recentemente il noto giornalista della Rai –dott. Rino Genovese– ha deciso di condurre il suo “tg itinerante” da Padula, poi trasmesso su RAI/3. Soffermandoci solo sulla Certosa, come accaduto quando il famoso storico dell’arte Vittorio Sgarbi decise di visitarla, che fu accolto e guidato da una guida abusiva e da una sua ex collega oggi con incarichi istituzionali, anche in questo caso ad accogliere ed a guidare le telecamere della RAI c’era un amministratore locale. Sia nel primo caso, che in quest’ultimo non è stata prevista la presenza del direttore della Certosa, la dott.ssa Emilia Alfinito, o di qualche dipendente del Polo Museale Campania, tra cui si annoverano storici dell’arte e bibliotecari, insomma persone che avrebbero dovuto avere il dovere di fare gli onori della propria casa. Ma la Rai si sa che va dove batte la politica e probabilmente la direttrice Alfinito già non sente più sua la Certosa, iniziandosi ad abituare a quella che sarà la cessione al Comune, si parla di un accordo con il Mibact per la gestione dei servizi. Sicuramente un duro colpo non avere più il potere gestionale di un bene così prezioso che presto potrebbe essere gestito direttamente dal Comune in collaborazione con la Pro Loco (ma le Pro Loco sono legittimate per tali gestioni ?); così come è accaduto per l’ufficio turistico la cui vicenda è stata ampiamente descritta nel manifesto/denuncia della minoranza politica il 26 marzo 2017 e che qui si riporta per stralcio: “… il governo cittadino attuale è segnato dall’inconsistenza progettuale e dalla nullità rappresentativa … l’ufficio turistico è difatti inattivo dal giorno successivo al mandato bis Imparato … c’è chi sospetta che gli addetti all’Ufficio avessero il marchio di essere stati incaricati da amministratori sgraditi e per questo siano stati rimossi … noi siamo più propensi a credere che si tratti di mancanza di qualità e di carenza di doti degli attuali amministratori …”. Il manifesto conclude con due richieste specifiche: “… l’immediata ed effettiva riattivazione dell’Ufficio Turistico e il ripristino della piena funzionalità dei musei comunali, l’esecuzione del progetto di gestione integrata della Certosa e dei beni culturali della nostra città …”. Ma su questo avremo modo di dirvi altro nelle prossime puntate. Il genuino sindaco padulese, forse preso dall’enfasi delle telecamere, ha esposto pubblicamente il suo sogno di vedere Padula come il terzo polo turistico della Campania dopo Pompei e Caserta. Sicuramente un sogno ambiziosissimo, che porterebbe inquantificabili benefici all’intero territorio, ma forse un sogno almeno ad oggi difficilmente realizzabile, anche perché dopo Pompei e Caserta esistono Napoli, Ercolano, la Costiera Sorrentina, la Costiera Amalfitana, Paestum e le isole, che sono le mete più ambite dai turisti e inserite nei programmi di viaggio delle agenzie e dei tour operators, bisogna fare i conti con la geografia e sui servizi che oggi sicuramente non raggiungono gli standard di una località turistica d’eccellenza. Intanto le voci di chi frequenta giornalmente l’ex convento di Sant’Agostino dicono che c’è un’unica mission, quella di conquistare la Certosa. Non ci resta che assistere allo spettacolo, fare della cronaca e per il momento vedere il decadimento della perla del nostro territorio e, infine, prendere atto della poca autorevolezza della dott.ssa Emilia Alfinito, direttrice ancora in carica della Certosa.