Primarie PD: dal Vallo al Cilento i deluchiani colpiscono ancora … con le fritture di pesce !!

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Tutto era ipotizzabile, fuorchè il ritorno imperioso sulla scena politica interna al PD delle famigerate fritture di pesce che tanto scalpore suscitarono nel corso della campagna elettorale per il “referendum costituzionale”. Parlo naturalmente dei risultati elettorali referendari e delle primarie dello scorso 30 aprile me del paese, Agropoli, dove ormai il fenomeno pro-Renzi è esploso in tutta la sua forza ammaliatrice. A base di fritture di pesce elargite dall’ottimo sindaco Franco Alfieri ? Credo proprio di no, anche perché le fritture furono tirate fuori da De Luca quando in un discorso politico nell’hotel Ramada nel napoletano, il giorno 15 novembre 2016,  inneggiò ad Alfieri invitando tutti a fare come lui, cioè a donare agli elettori una bella frittura di pesce. Ma il fenomeno resta perché siamo di fronte ad un risultato che definire bulgaro è molto poco; un risultato che ha superato con il suo 93% anche la roccaforte deluchiana di Salerno città dove il ras si è fermato ad un modesto 90%. La cosa più allucinante e che in queste due specifiche località, Salerno ed Agropoli, è incontestabile che è come si votasse quasi con lo stampino con risultati eclatanti che, di elezione in elezione, oscillano di pochissimo e sempre attestati su quote altissime.

Sembra quasi di assistere ad un “sistema elettorale” studiato a tavolino e perspicacemente attuato paese per paese, sezione per sezione, casa per casa, senza più nulla di democratico. L’altra cosa strana è che chiunque si mette alla guida di questa macchina infernale, nel dopo Nello Mastursi l’organizzatore elettorale per eccellenza, raggiunge gli stessi risultati con una facilità incredibile, tanto è perfetta la macchina mangia voti dell’uomo ovunque del kaimano.

E poi al di là del kaimano nostrano c’è quello nazionale, Matteo Renzi, che ha fatto strage di voti e su un suffragio totale pari 1.848.658 si è aggiudicato ben 1.283.389 voti, pari al 70.01 per cento, a Andrea Orlando 357.526 voti (19,50 per cento), a Michele Emiliano 192.219 voti (10,49 per cento). E’ vero che Renzi è stato battuto sia da Emiliano che da Orlando in pochissime zone del Paese ma è altrettanto vero che l’ex premier è passato dal 67,55% del 2013 al 70,01% del 2017, aumentando la sua percentuale di voti pur essendo diminuito vistosamente il numero degli elettori; segno, questo, che il Partito Democratico, spogliatosi degli oppositori storici, si è ancora di più saldato sul nome del fiorentino che si prepara baldanzosamente per il grande ritorno a Palazzo Chigi per un periodo di potere che si annuncia davvero molto lungo.

Ma se nel suo complesso la provincia di Salerno è uscita bloccata sul nome di Renzi, qualcosa si è mosso nel Vallo di Diano grazie alla giovane Angela D’Alto, capolista per la mozione Emiliano, che è riuscita a far passare il suo messaggio di novità e di libertà attestandosi sul 25% con oltre mille voti; una percentuale di tutto rispetto che alimenta le speranze di qualche cambiamento nella gerarchia oligarchica del potere della sinistra in questo Paese; tanti altri giovani, anche nel Vallo,hanno preferito, invece, mettere la testa sotto la sabbia e piegarsi ai voleri del grande capo. Angela è uscita allo scoperto ed ha messo in gioco tutta se stessa per non portare il cervello all’ammasso. E la gente l’ha premiata affidandole un compito molto difficile in un sistema di potere collaudato e radicato anche nell’immaginario collettivo della gente che è sempre ben propensa verso il capo, soprattutto quando è ai vertici intoccabili del potere.

Alla difficile mission di Angela D’Alto avevo dedicato un ampio approfondimento non più di qualche giorno fa, esattamente il 28 aprile scorso, ed alla luce dei risultati posso ben dire di non essermi sbagliato non solo sulle qualità di Angela ma anche sulle capacità che ha l’elettore comune di scegliere; dal Vallo di Diano, e più specificamente da Monte San Giacomo (un paesino valdianese quasi abbarbicato sulle ali della libertà socialista), arriva un messaggio forte e preciso di cambiamento perché, quando si vuole, cambiare si può.

Ai risultati del Vallo di Diano, comunque, dedicherò un prossimo approfondimento, quando cioè i dati saranno consolidati in tutte le zone della provincia per poterli raffrontare anche con quelli delle precedenti consultazioni primarie e parlamentarie.

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