Aldo Bianchini e Ennio Sica
PADULA – Come ben ricorderete nelle puntate precedenti si è avuto modo di approfondire la questione degli alberi pericolanti nella Certosa di Padula, che solo grazie alla nostra segnalazione sono stati prontamente abbattuti (vedi foto) con l’intervento di una ditta specializzata munita di apposito carrello elevatore, mettendo quindi in sicurezza sia la struttura che i visitatori. Stiamo parlando di alberi secolari, alti più di venti metri e dal diametro di circa un metro; sarebbe potuto accadere un vero disastro o una tragedia nelle celle aperte ai visitatori nonostante il grave rischio di crollo. Dopo il nostro articolo, non essendoci stato l’intervento del responsabile della sicurezza del monumento, furono i Carabinieri e la Polizia Municipale ad imporre la chiusura delle aree adiacenti gli alberi pericolanti. Ma in caso di danni chi ne avrebbe risposto? Non sapendo se nella struttura esiste una figura responsabile della sicurezza (ma dovrebbe comunque esistere !!) in caso di incidenti la responsabilità resterebbe in capo alla direttrice Emilia Alfinito che dovrebbe, quindi, far fronte agli eventuali danni riconducibili ai crolli. Fortunatamente nulla è accaduto. Non vogliamo auto attribuirci dei meriti particolari, rimane il fatto che l’intera organizzazione della Certosa invece di tenerci sulle scatole dovrebbe ringraziarci per la nostra azione continua a tutela di un patrimonio che non ha uguali almeno nella nostra provincia e, forse, in tutto il sud Italia.
Ma un campanello d’allarme ora proviene dal parco della Certosa, completamente abbandonato a se stesso, luogo a cui bisognerebbe dare nuovamente vita restituendone una nuova funzione sia per i residenti che per i turisti. Oggi il parco è ridotto ad area di sgambamento per i cani ed anche per le loro necessità fisiologiche; insomma un luogo di ritrovo per gli amici di fido. Nei periodi estivi invece, vista la folta vegetazione, ed essendo l’unica zona d’ombra esterna all’area a pagamento della Certosa, sono numerosi i gruppi che decidono di sostare con il classico pic-nic o di fare la partita di calcio tra amici, così come accaduto nel giorno di Pasqua e Pasquetta in cui sono stati centinaia i visitatori che hanno scelto di trascorrere la giornata in Certosa. Ma i visitatori del parco possono stare tranquilli? Le condizioni attuali, visti i numerosi alberi caduti e lasciati li, ci portano a pensare di no. Chiunque può accedere al parco servendosi della corte esterna, terra di nessuno, sia di giorno che di notte (perché il portone non viene chiuso ?), senza alcun controllo. Resta il dubbio di chi sia la competenza, se del Comune di Padula o del Polo Museale Campano; visti i mancati controlli viene difficile pensare ad un pronto intervento in caso di danni a persone dovuti a cadute di alberi o a qualsiasi altro pericolo, in quanto non esiste un servizio di controllo almeno diurno sia nel parco che nelle restanti parti esterne.
Il passaggio tra gli alberi del parco, oggi, è un percorso obbligato per i visitatori su sedia a rotelle ed un percorso abitudinario (anche se non solo in auto !!) per i dipendenti del Polo Museale, della Provincia di Salerno e dei titolari delle attività commerciali; ognuno di loro è messo a serio rischio visto che l’ultimo albero è caduto proprio in uno dei lembi di terra nei pressi del viale che porta dall’accesso riservato all’ingresso principale del monumento. Se fino ad oggi nulla è accaduto è solo un caso, ma è meglio non sfidare la sorte, non vorremmo scrivere un necrologio anziché un articolo che segnala le criticità di un grande attrattore culturale abbandonato a se stesso.
Ancora una volta, quindi, siamo costretti ad invocare l’intervento dell’Arma dei Carabinieri ai fini di garantire la sicurezza per tutti in mancanza di uno specifico responsabile all’interno dell’organizzazione della Certosa stessa.