Aldo Bianchini
SALERNO – Nell’assistere alle sceneggiate in onda prima su “Le Iene” e poi su “Mattino Cinque”, entrambe sulle reti televisive Mediaset, mi sono chiesto: “Ma ci sarà un giudice a Vallo della Lucania ?”. Mi fa rabbia vedere ed ascoltare lo scempio che viene fatto da Mediaset di una delle tante istituzioni territoriali, tutte meridionali, che dovrebbero tutelare ambiente – igiene e sicurezza delle nostre zone. Parlo della Comunità Montana Gelbison-Cervati, una delle più importanti della provincia di Salerno in quanto dovrebbe curare le sorti del massiccio montuoso più alto della Campania, il Cervati appunto, con i suoi circa duemila metri di altitudine sul livello del mare. Il caso è quello inerente la storia di Rosetta Fierro, una dipendente che (a suo dire !!) sarebbe stata messa nella condizione di non poter lavorare a causa di una “fattura per premio di produzione” di circa 20mila euro che nel lontano 2004 lei non avrebbe autorizzato a pagare perché ritenuta probabilmente eccessiva rispetto alla qualità e quantità del prodotto corrispettivo offerto dal beneficiario finale. Ma andiamo con ordine nel descrivere la sceneggiata televisiva. Prima di andare avanti ritengo, però, giusta una premessa: non so cosa ci sia dietro tutta questa manfrina, né mi permetto di dare ragione all’uno o all’altro dei contendenti in campo (da una parte la dipendente Rosetta e dall’altra la Comunità Montana); l’accaduto è complesso e la sua soluzione non può certamente essere affidata ad una trasmissione televisiva che non vive la realtà locale e si muove soltanto su quanto viene passato dall’una o dall’altra parte. La cosa vergognosa è che ciò accada davanti agli occhi di diversi milioni di italiani e che la Comunità Montana si affidi ad un non meglio identificato “addetto stampa” che la mattina del 23 febbraio 2017 (cioè ieri) non ha fatto altro che complicare ancora di più le cose fino al punto che il conduttore della trasmissione Francesco Vecchi dagli studi milanesi ha gridato al corrispondente Paolo Cabresi, dagli uffici della CM a Vallo, di fare smettere l’incauto addetto stampa che stava dicendo soltanto cavolate rispetto al problema essenziale che era ed è quello del mancato lavoro da far espletare a Rosetta che da tredici anni vive in una stanza perfettamente pulita senza neppure una carta sulla scrivania. La vicenda è drammaticamente incomprensibile e colpisce negativamente l’immaginario collettivo del telespettatore e della gente comune che presto fa di tutta l’erba un fascio. Poco importa che il Tribunale di Vallo della Lucania il 24 novembre 2016 abbia sentenziato che quello vissuto da Rosetta sulla propria pelle non può essere ricompreso né nel mobbing e neppure nel demansionamento; rimane la tragedia di una struttura pubblica che rischia di inquinare e travisare tutto il buon lavoro che comunque il territorio vallese riesce ad esprimere in tantissime altre attività. Un presidente che passa la mattina per vedere se c’è qualcosa da firmare e poi se ne va a svolgere il proprio lavoro di medico; così ha dichiarato l’addetto stampa aggiungendo, tra il sorriso di rabbia degli ospiti della trasmissione, che il presidente deve pur poter fare il suo lavoro. Certo che il presidente deve fare il proprio lavoro, ma essendo medico sarebbe consigliabile che svolgesse soltanto quel lavoro e lasciasse ad altri gli incombenti della gestione amministrativa di un Ente così importante. Nei panni del presidente della C.M. Gelbison-Cervati non avrei esito neppure un minuto a dimettermi soltanto dopo aver licenziato l’addetto stampa che un lavoro suo pure ce l’avrà; così avremmo un presidente sereno e dedito soltanto alla Comunità e un addetto stampa più sicuro e meno incerto nelle sue dichiarazioni fatte, ripeto, dinanzi a milioni di telespettatori di tutt’Italia. E ripeto la domanda: Ci sarà un giudice a Vallo della Lucania in grado di irrompere nella Comunità Montana e controllarla da cima a fondo e semmai condannare la Rosetta se si accerta che anche quella fattura non pagata rispondeva a tutti i crismi della legalità ? La comunità vallese ha bisogno di chiarezza, una chiarezza che soltanto la Procura della Repubblica può offrire con la sua azione. Non credo che nella fattispecie ci sia bisogno di una denuncia specifica anche perché la sta facendo la stessa Rosetta Fierro affermando dagli schermi di una tv nazionale che quella fattura non s’aveva da pagare. E se c’è bisogno di un pezzo di carta invierò questo articolo alla Procura vallese sperando in una composizione giusta e indifferibile di tutta la scabrosa vicenda.