del dr. Alberto Di Muria (titolare farmacia)
PADULA – Il processo di formazione della percezione del colore da parte dell’occhio è abbastanza semplice. Quando un gruppo di fotoni, che costituisce lo stimolo visivo, arriva all’occhio raggiunge la retina, una membrana posta sul fondo dell’occhio che contiene dei fotorecettori, detti bastoncelli e coni; questi assorbono i fotoni e, in base alla loro frequenza, generano dei segnali nervosi. Questi segnali viaggiano lungo il nervo ottico e raggiungono il cervello dove vengono elaborati e trasformati nella immagine colorata corrispondente.
Le alterazioni nella percezione dei colori possono, quindi, derivare da diversi disturbi e, talvolta, possono essere indotte da farmaci. Recentemente è stato pubblicato sulla rivista Prescrire un articolo che focalizza l’attenzione su questa problematica.
La prima nota riguarda un caso molto conosciuto. Infatti, disturbi transitori della percezione dei colori sono stati segnalati già durante i trial pre-marketing condotti sul sildenafil, il celeberrimo Viagra. I disturbi della visione si sono manifestati nel 3% dei pazienti trattati con sildenafil. I colori percepiti tendono verso tinte blu o blu-verdastre. Questi disturbi si manifestano di solito 1-2 ore dopo l’assunzione del sildenafil e sono dose-dipendente; fortunatamente sono reversibili e scompaiono solitamente nell’arco di 3-6 ore.
Ma sono molti altri i farmaci che possono dare problemi simili. La digossina è un glicoside cardiaco che presenta un range terapeutico ristretto, cioè la dose tossica è vicina a quella efficace. Un segno precoce del sovradosaggio è rappresentato proprio dall’alterata visione dei colori con una predominanza di giallo.
Visione a tinte gialle è stata anche riscontrata con l’utilizzo di due diuretici molto usati, l’droclorotiazide e la furosemide (Lasix).
Alcuni antibiotici, quali i chinoloni e l’acido nalidixico, possono causare visione offuscata e cianopsia (visione blu) transitoria.
Diversi farmaci del SNC possono essere implicati in problemi di questo genere. Così la carbamazepina, farmaco antiepilettico, che può dare danni retinici; la tioridazina (Melleril) dà disturbi della percezione visiva descritti come visione a tinte marroni.
Infine il disulfiram (Antabuse), farmaco utilizzato per la disassuefazione dall’alcool, può causare atrofia ottica. E’ stata descritta un’alterazione dei colori che persisteva anche fino a due anni dopo la sospensione del farmaco.