PADULA – Anche la politica nazionale sembra essersi accorta che la Certosa di Padula vive una situazione di completo abbandono dovuto alla scelta di inserirla in quello che, togliendo alcune eccezioni, di fatto è un grande contenitore dei musei minori chiamato Polo Museale Campano. Il deputato salernitano Tino Iannuzzi ha chiesto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di accorpare la Certosa di San Lorenzo e gli scavi di Velia al Parco Archeologico di Paestum, di fatto facendoli gestire dal manager tedesco Gabriel Zuchtriegel che sta rivoluzionando la gestione e la valorizzazione del parco archeologico e del suo museo. Sicuramente un’ottima alternativa per la nostra reggia che oggi oltre ad essere chiamata del “silenzio” potrebbe essere chiamata del “pianto” vista la situazione disperata che vive, con nessuna azione di valorizzazione e promozione, con opere d’arte nascoste, mostre chiuse ed ambienti negati alla visita dei pochi turisti che scelgono di scoprire il gioiello del nostro territorio. Un manager giovane, con spirito imprenditoriale e soprattutto lontano dalla pensione e con tanta grinta, è senza ombra di dubbio la soluzione per far rivivere la Certosa, per non farla essere una piaga con relativo spreco di risorse economiche per il Ministero, bensì un luogo che crea profitto ed opportunità. Un manager ottimizzerebbe le risorse disponibili per creare il maggior profitto puntando sulle eccellenze; in un futuro non molto lontano vedremo ridotto drasticamente l’inutile gran numero di dipendenti ad oggi al servizio del direttore pro tempore e part-time, vedremo finalmente il monumento senza barriere architettoniche, aperto anche il martedì e tutti i giorni dell’anno magari anche con aperture serali nei mesi estivi, vedremo delle attività commerciali all’interno delle celle locate a prezzi accessibili e non al rialzo (451 euro) come avviene per i locali nella corte esterna di proprietà del comune di Padula, vedremo un parco fruibile e sicuro, vedremo eliminate tutte le situazioni di abusivismo, vedremo insomma uno scenario totalmente diverso da quello disastroso di oggi. Dopo aver toccato il fondo e nella speranza che non ci possa essere una situazione peggiore di quella che oggi vive la Certosa, l’auspicio resta sempre quello di vedere il nostro monumento vivo e degnamente valorizzato.