NOLA / SALERNO – “Con me non ci sarà mai più nessuno sulle barelle dei pronti soccorso !!” aveva apoditticamente gridato a squarciagola ai quattro venti il governatore Vincenzo De Luca qualche mese fa. Le ultime parole famose, non le avesse mai dette; difatti i pazienti non sono più sulle barelle, sono per terra. Le immagini provenienti, via face book, dall’ospedale Santa Maria della Pietà sono chiarissime: mancavano le barelle, le sedie a rotelle, i posti letto e pochi dettagli per aprire due sale operatorie vincolate e stritolate da una burocrazia incredibile (e De Luca in 18 mesi che ha fatto ?). I medici hanno protestato e scritto più volte, ma le carenze strutturali sono rimaste; ora tutti a cercare le pagliuzze negli occhi degli altri senza guardare le travi nei propri. La dichiarazione pubblica più sconcertante l’ha rilasciata la “direttrice generale” che ha laconicamente accusato i medici di non aver avvertito i vertici aziendali dell’emergenza che stavano vivendo dicendo “Se fossimo stati avvertiti avremmo sicuramente provveduto a far scattare tutte le misure necessarie a sopperire alle esigenze”. Più stravagante di così, si muore. Bella roba, ma le attrezzature chi le deve comprare: il medico ? Pensate un po’, in un ospedale con un centinaio di posti letto e poche strutture di pronto soccorso quando arrivano centinaia di pazienti in poche ore è logico che tutto va in tilt; se in pronto soccorso ci sono un centinaio di persone e ci sono una quindicina di barelle i medici dove li mettono i pazienti, se li prendono in braccio. “Meglio curarli per terra che mandarli fuori allo sbaraglio” ha detto un medico, sono d’accordo con lui. Brava la direttrice che prima non ha evaso le richieste ripetute dei medici e ora si pone come la salvatrice della patria se solo l’avessero avvertita; ma perché non ha evaso per tempo le richieste dei sanitari e/o perché non ha inoltrato le richieste alla Regione ?. Ma queste sono sciocchezze umane; il capolavoro l’ha compiuto ancora una volta il governatore digrignando i denti e minacciando sospensioni e licenziamenti dando una lezione a tutti su come una palese responsabilità può essere trasformata in un successo mediatico, l’ennesimo; senza pensare minimamente che, forse, il maggior responsabile è proprio lui che doveva assicurare l’acquisto e la consegna delle strutture richieste. Bisogna riconoscere che il kaimano è un grande affabulatore capace di spinge l’acceleratore proprio sui punti che più piacciono alla gente e più fanno presa nell’immaginario collettivo. L’equazione è semplice: se i pazienti sono per terra la colpa è dei medici. La gente, nella sua gran parte, non ragiona ma vuole subito il capro espiatorio e quale migliore situazione come quella di bistrattare un dirigente medico che nell’immaginario collettivo appartiene comunque ad una categoria da combattere, anche a causa del profondo solco che gli stessi medici hanno scavato da anni tra loro e i pazienti. Ebbene De Luca non ha trovato migliore occasione per scatenarsi nuovamente in una delle sue solite filippiche con effetti populistici impagabili; anche il mio amico che incontro spesso dinanzi all’edicola sotto casa questa mattina mi ha detto “Però devi ammettere che De Luca ha le palle”. Ho dovuto dargli ragione senza evitare di aggiungere che quelle del kaimano sono più “balle” che “palle”. Il governatore ha fatto sempre così, fin da quando nel 93 salì sulla poltrona di sindaco per la prima volta; dopo pochi mesi licenziò due dipendenti comunali, sindacalisti per opportunità; il caso fece molto scalpore, però poi la stampa non seguì la vicenda giudiziaria che si concluse con la riassunzione dei due licenziati e con il ristoro di tutti gli stipendi e relativi interessi. Ma il caso aveva avuto un clamore mediatico che neppure la riassunzione riuscì a scalfire. De Luca ha una particolare capacità nel riuscire a capire in anticipo quello che la gente vuole sentirsi dire e lui lo dice mettendoci, come valore aggiunto, quella sua maschera ieratica che non tutti sono capaci di avere. Fortunatamente sul caso Nola è intervenuta il ministro Beatrice Lorenzin che ha definito “eroi” i medici De Stefano, Manzi e Avella; forse sarà un po’ troppo ma per stoppare il governatore bisogna comunque utilizzare le maniere forti; altrimenti si soccombe. Cosa succederà nei prossimi giorni; difficile dirlo, la battaglia è appena iniziata. E pensare che nel marzo del 2012 l’ospedale di Nola era stato adottato dai ragazzi dell’UNITAS, con il regalo di diversi televisori (installati quasi per ironia della sorte anche nel pronto soccorso) e suppellettili varie, nel segno che quello era un ospedale degno e meritevole di attenzione da parte di un’associazione di ragazzi dediti alla solidarietà concreta e poco adusi alle “balle” raccontate mediaticamente. In quella occasione il direttore sanitario del nosocomio bruniano, dr. Andreo De Stefano (che De Luca e la manager dell’ASL/3 vorrebbero licenziare) dichiarò: “Dico bravi ai ragazzi dell’Associazione Unitas per l’iniziativa che ha reso migliori i servizi dell’Ospedale e allevierà di sicuro le sofferenze dei nostri pazienti. Spero che in futuro continuerà la collaborazione tra noi e l’Associazione Unitas per altre iniziative. Tutto questo si va ad aggiungere ai lavori di riammodernamento dell’Ospedale che sicuramente renderanno la struttura efficiente ed accogliente”.