SALERNO – Non capita tutti i giorni di spegnere 100 candeline, specialmente con così tanta energia e grinta.
Lo scorso 5 dicembre 2016 la signora Maria Assunta Costantino, operaia, sindacalista e mamma dinamica, ha festeggiato il suo centenario tra amici e parenti.
1) Ancora auguri per questo grande traguardo, signora Maria Assunta. Ci racconti un po’ di lei.
Sono nata ben 100 anni fa a San Mango Piemonte e ho vissuto lì fino a quando, per esigenze di lavoro, mi sono trasferita a Salerno centro. La mia famiglia era assolutamente antifascista e ricordo ancora quando mio padre, non tesserato, fu costretto a nascondersi grazie anche alla complicità del Podestà. Anche io sono stata una combattente nella vita: ho iniziato a lavorare a 16 anni come operaria presso le industrie lungo il fiume Irno…
2) …e da allora non ha più smesso.
No, infatti. Ho iniziato a lavorare alle Cotoniere quando la mia figlia più piccola (Anna, ndr) aveva solo sei mesi. Ricordo ancora il rapporto con il Conte Di Baldo, titolare della fabbrica: ci sono stati molti scontri tra noi ma una stima reciproca ci univa. Inizialmente non mi potevano assumere a tempo pieno ma, quando videro l’impegno e l’energia che mettevo nel lavorare le “matasse”, mi affidarono persino le giovani lavoratrici affinché insegnassi loro il mestiere. “Prima che io parli, lei è già pronta” affermava sempre il Conte. Ricordo che alcune ragazze apprendiste erano un po’ svogliate e per questo venivano prese in giro dal caporeparto in malo modo, ma io le difendevo. Ho sempre tutelato le donne, sia dentro che fuori la fabbrica. Dopo questi incidenti, il caporeparto iniziò a rendermi davvero difficile il lavoro, non concedendomi più giorni di permesso o turni diurni per accudire i miei figli. Da allora feci parte della rivolta operaia. Si arrivò al punto in cui lo stesso Conte mi offrì il posto di caporeparto ma dovetti rinunciare per i miei impegni di moglie e madre. E così iniziai a lavorare presso un albergo salernitano.
3) Facendo tesoro delle sue esperienze lavorative, maturò in lei l’idea di far qualcosa per le operarie.
Mi iscrissi al PCI e partecipai alle riunioni presso le Camere di Lavoro. Durante le rivolte fui arrestata ben due volte. Ma questa è un’altra storia ormai.
4) In che senso?
Ormai i partiti e i sindacati non sono più quelli di una volta, non c’è più l’impegno e la serietà della nostra generazione. Durante i “miei” anni organizzavamo scioperi, sì, ma scioperi seri. Ricordo ancora che negli anni ’60 organizzai io stessa uno sciopero a San Mango Piemonte per garantire l’acqua a tutti i cittadini. Alla fine riuscii a far istallare una seconda conduttura che trasportasse l’acqua dalla fonte di Acerno ai cittadini. Il sindaco del Paese (avv. Alessandro Rizzo, ndr) mi ha omaggiata con una splendida targa durante i festeggiamenti per il mio centenario.
5) Sei fratelli, quattro figli (Gerardina, Onofrio, Emilia, Anna), undici nipoti, diciannove pronipoti e due trinipoti: insomma, una grande famiglia!
Sì sì, anche se mi manca molto mio marito Pasquale, venuto a mancare nel 2000.
6) Cosa ha pensato quando ha spento tutte quelle candeline?
Che, nonostante tutte le incomprensioni e i litigi che ci sono stati, mi mancava tanto il mio compagno di vita.
7) Come trascorre oggi le sue giornate?
Prima mi muovevo di più, andavo a Messa dai Francescani a Piazza San Francesco. Ho persino provato a usare il telefonino ma poi ho capito che non faceva per me. Ogni tanto mi piaceva pure “giocare i numeri” in Tabaccheria.
8) Che cosa si aspetta dal 2017 ormai alle porte?
Ringrazio ogni giorno il Signore che mi ha fatto arrivare a quest’età e il mio pensiero va sempre ai miei defunti -mio padre, morto a 43 anni, mia madre, morta a 47 anni, e mio marito – come pure a tutti i parenti ancora giovani, soprattutto i nipoti, che con le loro famiglie ormai vivono in diverse città d’ Italia.