Innanzitutto una doverosa puntualizzazione. Si è tentato di gettare ombra sull’assunzione del vice cancelliere del tribunale ecclesiastico Sig. Salvatore Puopolo avvenuta nel 2006. Mi sono ricordato che qualche anno or sono ebbi a scrivere di un argomento nel quale citavo un documento ufficiale del Vaticano del 25 aprile 2008 prot. n. 20080321. L’ho riletto con attenzione e per dovere di chiarezza ne riporto un inciso: “preso atto del decreto di nomina del Sig. Salvatore Puopolo a Vice Cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Salernitano Lucano del 14 giugno 2006, firmato dall’Arcivescovo controfirmato dal Vice Cancelliere, constando tutti i requisiti di formalità canonica per la validità, anche il parere del Vicario giudiziale Mons. Michele Alfano…..”. Il “constando” rende del tutto evidente che non c’è nessun ombra. L’assunzione è stata regolare, rispondente a ciò che è richiesto dall’ordinamento canonico e si avvale anche del riconoscimento della Santa Sede. Ho tra le mani il verbale dell’udienza del cancelliere del tribunale ecclesiastico Lorenzo Grimaldi tenutasi il 28 ottobre scorso. Prima di entrare nel merito debbo fare una considerazione che nasce dalla semplice osservazione del verbale. E’ scritto a mano e non è frutto di una sbobinatura di registrazione. Siamo nel 2011 e ancora la nostra giustizia ha strumenti medievali. Nel procedimento penale, infatti, l’incalzare delle domande e risposte nel dibattimento è fondamentale per capire l’animo del teste e nella fattispecie dell’imputato. Qui si è sicuramente persa questa possibilità. Traspare però un Grimaldi contraddittorio che tenta “lecitamente” di negare quella che pare fino a questo punto essere un’evidenza documentale. Per esempio ammette di aver depennato l’avvocato Francesco Casale dall’elenco dell’albo che stava consegnando a due ipotetici fruitori del tribunale, ma che stranamente si sarebbe fermato dal depennare altri legali perché distratto dalle domande dell’interlocutore. A me pare che la distrazione nel consegnare documenti ufficiali del tribunale sia già di per sé una grave mancanza e segno di grande superficialità o di eccessiva sicurezza nell’amministrare la cosa pubblica come cosa privata. Afferma ancora che la posizione dell’avvocato Francesco Casale “non era stata ancora definita” perché per la prima volta agli avvocati di cui si stava rinnovando l’iscrizione all’albo, scaduta il 31 dicembre 2006, venivano richiesti “i dati necessari”. Anche qui la stranezza raggiunge l’inverosimile. Cosa significa che per la prima volta venivano richiesti i dati necessari per l’iscrizione all’albo? Forse che prima di quel momento era possibile iscriversi fornendo solo none e cognome? Certo che no, infatti al fascicolo della causa sono allegati curriculum vitae dettagliati che il Grimaldi aveva estratto dall’archivio del tribunale e consegnati insieme a decreti di estromissione all’allora cancelliere e vice cancelliere della curia, don Daniele Peron e don Alfonso D’Alessio, affinchè operassero secondo i suoi desideri. Questo emerge dall’indagine del PM, del tribunale ordinario, dott. Ernesto Sassano. Se quello che afferma il Grimaldi fosse verosimile, avrebbe dovuto consegnare esclusivamente l’eventuale elenco degli avvocati abilitati e non un elenco contenente anche quelli “sotto osservazione” o con “posizione non definita”, non distraendosi nel cancellare tra gli avvocati solo il Casale. Avrebbe poi dovuto, a mio avviso, per correttezza deontologica e restando nelle competenze di un cancelliere, astenersi dall’esternare i suoi pensieri sul Casale. Ma pare che la concezione che Lorenzo Grimaldi ha delle sue competenze, come si delinea dalle sue stesse asserzioni, è opinabile. Anche oggi dopo anni in cui è in corso il processo, cosa che gli avrebbe dovuto consigliare di essere più prudente, asserisce di “potersi rifiutare ad adempiere un ordine di un giudice ecclesiastico se ci sono delle condizioni contrarie in quanto illecite, ma nel caso specifico, ha ottemperato in quanto la responsabilità era di don Greco”. Si riferisce ad un’udienza pomeridiana richiesta da don Greco e nella quale patrocinava Casale. Il cancelliere di un tribunale in tutti gli ordinamenti giuridici e nelle prassi processuali di tutta l’orbe ha il solo dovere di ufficializzare atti e dire che corrispondono a quanto accaduto nel tribunale, mai di entrare in merito alla procedura o di contrapporsi ad un giudice. Ora lui afferma di aver valutato la liceità di un atto di un giudice e che ha ottemperato “all’ordine” di don Greco, giudicato da lui illecito, solo perché ne sarebbe stato l’esclusivo responsabile. Giudicate voi amici lettori. Ovviamente nella sua difesa sostiene che i testi siano poco attendibili e che don D’Alessio e don Greco “sono a lui ostili” senza spiegarne concretamente le motivazioni. Un’ultima stranezza: nel voler evidenziare che don Daniele Peron ha testimoniato il falso in giudizio dice “Don Peron non mi ebbe mai a redarguire ma mi chiese solo di non dargli materiale cartaceo e di schematizzare le posizioni su di un flop”. Ammette però che voleva dargli materiale cartaceo e che dunque il materiale esiste, peccato per lui che si sia materializzato negli atti. Per concludere e per dovere di cronaca, debbo riferire che ho raggiunto telefonicamente sia don Alfonso D’Alessio che don Daniele Peron. Gli stessi mi hanno risposto che preferiscono continuare a mantenere il profilo di riservatezza osservato fin qui, confidando nella stima e nella fiducia dell’Arcivescovo che anche in questa occasione non ha mancato di attestare loro. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini
A leggere i tanti articoli su Moretti e sul Tribunale Ecclesiastico di Salerno mi vien da pensare al vecchio detto: tre indizi fanno una prova. Ma nel caso de quo gli indizi sono ben più di tre.
Quando Moretti venne nominato in sostituzione di Pierro, girò voce che la sua nomina era stata motivata dal fatto che era necessario salvaguardare e rivedere i tanti interessi economici della curia: Moretti era la persona giusta.
Non sò se Moretti abbia rimesso ordine nella gestione economica delle immense richezze della chiesa, fino al suo arrivo disinvoltamente gestite, ma è fuor di dubbio che alcun rinnovamento ha inteso fare per quanto riguarda il Tribunale Ecclesiastico.
Se l’avv. Landi è quello delle Iene (ma pare non vi sia alcun dubbio al riguardo), ci si chiede perchè alcun provvedimento è stato preso nei suoi confronti.
Le cause da lui patrocinate sono ancora in corso, ma sistematicamente rinviate, per impedimento fisico dello stesso.
Poi mi chiedo, se l’avv. Landii non ha titolo a patrocinare,( lo ha detto lui stesso al giornalista Calabrese delle Iene) le cause che lo hanno visto qual avvocato di una delle parti sono nulle, potevano esser delibate dallo stato Italiano?
Il ricorso infinito alla nomina ad actum non mi pare abbia potuto sanare alcunchè.
Chissà se mai il V. Moretti vorrà chiarire queste incresciose vicende.
Spero, promitto e iuro reggono sempre l’infinito futuro
Complimenti analisi inappuntabile. Viene fuori Direttore la sua lunga esperienza di commentatore di giudiziaria.
Quando si hanno i documenti in mano si fa vera informazione.
saluti.
Leggevo stamattina, sul quotidiano “Metropolis”, che il nuovo Economo Diocesano ha comunicato ai Parroci che le richieste pervenute per l’anno 2011 non sono state oggetto di finanziamento. Quanto innanzi per ripianare i debiti pregressi. Tuttavia, il nuovo Economo Diocesano, che ha formato una nuova squadra di consulenti ed impiegati, si è fatto stanziare una somma pari ad euro 181.503,34 per la gestione della Curia e per “dare la giusta serenità agli Uffici Diocesani”. Allora pongo una serie di domande e mi attenderei qualche risposta, dal momento che so che il nuovo Economo legge questo ottimo quotidiano on line. Ed allora: 1) Solo gli Uffici e gli uomini “cari” all’Economo Diocesano devono essere sereni? E gli altri?; 2) Il quotidiano “metropolis” diceva che Mons. Moretti vuole chiudere i conti con il passato e pagare i disavanzi giustificati. E’ vero? Verranno pagati tutti i conti in sospeso o il nuovo Economo metterà il veto su quelli che non sono suoi amici?; 3) L’avv. Torre, come consulente in diritto canonico, è una scelta autonoma del nuovo Economo o è stata suggerita da Don Gaetano De Simone?; 4) I “buchi” finanziari sono solo nella gestione di Telediocesi e del Seminario?. Attendiamo qualche risposta.
Pasinato
L’arcivesco MORETTI non può non tener di conto quali sono le differenze ECONOMICHE per chi divorzia e per chi ottiene l’annullamento. Con il divorzio essendoci stato un rapporto matrimoniale è fatta salva tutta la situazione patrimoniale pregressa ,con diritto agli alimenti e al mantenimento sia del coniuge che dei figli.
L’annullamento canonico invece consiste nel riconoscimento di una inesistenza del matrimonio contratto quindi opera ex tunc cioè’ dal momento del consenso del matrimonio invalido.
Il matrimonio è nullo non è mai esistito era un matrimonio putativo. Quindi tutto quello che viene acquisito con il matrimonio non esiste piu’( i contributi famigliari, il diritto alla pensione, la liquidazione divorziale, il mantenimento del coniuge, vengono cancellati ) resta salvo solo gli alimenti per i figli che restano comunque figli legittimi in quanto matrimonio putativo.L’ultima normativa Cei del 1998 ha stabilito i compensi dei tribunali ecclesiastici e dei patroni che sono nettamente inferiori ai compensi in sede civile.Il nuovo codice canonico del 1983 ha poi introdotto vari capi di nullità, che si dovranno appurare nel colloquio personale,e che sono:
vizi della volontà (esclusione bonum prolis, bonum fidei, bonum sacramenti),errore sulle qualità della persona, incapacità ex 1095, simulazione assoluta, violenza e timore, esclusione della natura sacramentale.
Nel caso di incapacità, che è diversa dalla incapacità di intendere e volere ma è una immaturità, è necessaria perizia psicologica introduttiva.La causa di nullità matrimoniale viene introdotta da un avvocato particolare l’avvocato ecclesiastico o avvocato della Sacra Rota Romana che puo’ introdurre anche la separazione matrimoniale.La causa civile poi viene abbandonata con notevole risparmio economico e perchè gli effetti civili non sono INTERESSANTI.
Arcivescovo MORETTI mi pare evidente, lapalissiano che si faccia di tutto per ottenere l’annullamento. Sarebbe ora che questo mercimonio abbia a cessare.
Bisogna pur dire che se il cancelliere del Tribunale Ecclesiastico abbia, per il passato, depennato l’avvocato Francesco Casale dall’elenco dell’albo che stava consegnando a due ipotetici fruitori del tribunale, non ne aveva tutti i torti. L’avv. Francesco Casale non può più patrocinare innanzi ai Tribunali Ecclesiastici e ciò perchè è un divorziato, tant’è che non può essere ammesso alla mensa eucaristica. Al riguardo mi chiedo, senza sapermi dare una risposta, perchè l’avv. Casale non si è rivolto al Tribunale Ecclesiastico per ottenere l’annullamento? Magari avrebbe potuto chiedere al Cancelliere qual miglior strada percorrere per un certo risultato.
Clergyman
essere risposato o convivente impedisce l’ammissione ai sacramenti, non l’essere divorziato! uno che sia solo divorziato e libero da legami sentimentali può tranquillamente accedere ai sacramenti. prima di scrivere informati meglio oppure procurati i verbali del processo: uno dei tre preti l’ha spiegato molto bene durante la sua deposizione!
Federico allora eri in udienza? fai parte dei sostenitori di Casale?
negativo! puro caso legato alla curiosità di studente.
Che squallore leggere di schieramenti o di parte. Credo che si debba essere dalla parte della verità e della giustizia. E’ questa che nella vicenda del tribunale ecclesiastico manca. Il direttore smonta la difesa di Grimaldi in modo preciso e competente (a dire il vero è stato aiutato dallo stesso Grimaldi e dal suo legale avv. Landi). Due protagonisti delle Iene. E la chiesa cosa fa? li lascia lì. Questo dovrebbe farci indignare, altro che prendere le parti!!!
ciao.
Caterina hai perfettamente ragione. Ma a rettifica di quanto da te detto non è la chiesa a lasciarli lì ma l’arcivescovo MORETTI.
vero che ci si tenda a schierare ma è pur vero che si dovrebbe fare un distinguo.
Che si sia permesso all’avv. Landi di patrocinare senza titolo innanzi al Tribunale Ecclesiastico è davvero una enormità.
Che alcun provvedimento abbia inteso prendere Moretti e per Landi e per Grimaldi è assurdo.
La sola idea che una sentenza di Dio possa esser stata manipolata è una offesa a Dio e ai credenti tutti.
Che l’avv. Francesco Casale vesta i panni della vittima di Lorenzo Grimaldi, Cancelliere del Tribunale Ecclesiastico, mi fa sorridere.
C’è da chiedersi cosa o chi abbia spinto l’avv. Casale a denunciare il Grimaldi.
Nulla di nobile: a lui non andavano nemmeno le briciole del pasto nel mentre altri avvocati si ingozzavano(dicasi Landi)
Avv. Casale sia onesto con sè stesso e la smetta di piagnucolare.
Caterina hai perfettamente ragione. Gli schieramente ci sono solo per interessi, ed intorno al Tribunale Ecclesiastico girano tanti interessi. Una sentenza favorevole è una tobola per chi la ottiene, ragion per cui si è disponibili ad ogni cosa pur di ottenerla. Poi, per quanto riguarda, chi veste i panni del “giusto” non è spinto da ideali da difendere, ma solo da mancati vantaggi. Chi ha denunciato il Cancelliere Grimaldi è un vero idealista? ne dubito.
Sono di Solofra provincia di Avellino ma diocesi di Salerno. Ho avuto per molti anni come parroco in Collegiata San Michele Mons. Michele Alfano che è il presidente del tribunale ecclesiastico. Dio ce ne scampi e liberi!!!!! Fortunatamente siamo stati liberati. Ha delapidatomil patrimonio della chiesa, la stava facendo cadere a pezzi, abbiamo rimpianto il suo predecessore che a differenza sua era innammorato della Colleggiata e di Solofra. Se si comporta così anche nel tribunale ecclesiastico non mi meraviglio che questo sia allo sfascio. Da quello che leggo e dalla perplessità di molti deduco con certezza che alui è complice o almeno copre Landi e Grimaldi. Fate attenzione!!!! Non fare la fine di noi solofrani, quando potreste accorgervene è già tardi!!!!!!!!!! Guardate il suo sorrisino e capirete con chi avete a che fare! Mamma mia!
leggo, con interesse, quanto si scrive sul Tribunale Ecclesiastico di Salerno, ma non ne sono affatto meravigliato. Il Vicario Alfano ben era a conoscenza di quanto, poi è stato accertato dalle Iene, ma nulla ha mai inteso fare. L’unica cosa che il Vicario Michele Alfano abbia fatto, che io sappia, è stato definire “inqualificabile nello stile giornalistico” la notizia sulla sua bocciatura all’esame di studio rotale. Al riguardo è bene evidenziare che tale bocciatura sarebbe stata insignificante per chiccesia ma non certo per chi riveste l’incarico di presidente di un tribunale. Per il precedente presidente del Tribunale, il compianto Mons. Schiavini, sacerdote che ha speso la sua vita sacerdotale con abnegazione e competenza,il Vaticano, pur riconoscendo il suo servizio alla chiesa e al tribunale, stabilì, che alla luce di nuove norme ed esigenze a causa della mancanza di titoli specifici si sarebbe dovuto provvedere alla nomina di un altro presidente del tribunale. Mi chiedo il Vaticano, alla luce di tale precedente, nulla ha avuto da ridire sulla bocciatura all’esame rotale del Mons. Alfano? Avrebbe dovuto consigliargli di dimettersi, visto che non lo aveva inteso fare motu proprio. Infine mi chiedo come mai il Cancelliere del Tribunale, non abbia inteso denunciare per diffamazione l’avv. Landi per quanto di lui detto alle Iene.
Sono compiaciuto che si scriva del Tribunale Ecclesiastico di Salerno. Da anni ho segnalato tali “disfunzioni” con racc.a.r. quasi tutte puntualmente disattese. Dico quasi tutte, perchè su fatti eclatanti, non hanno potuto adottare la tecnica del non vedo, non sento e non parlo . Su facebook ho creato un gruppo “Tu puoi fare la differenza” ed invito tutti quelli che hanno da dire e sul Tribunale Ecclesiastico e su altro ad entrate a far parte di tale gruppo per far conoscere, ai tanti che ne sono all’oscuro, quanto di disdicevole avvenga tra il disinteresse dei più.
Avv. Michele Fischetti
Prendo atto che nè Mons. Moretti, nè l’Economo Diocesano e nè altri “dirigenti” della Curia hanno risposto ai nostri interrogativi. Forse non avevano argomenti? Alla prossima.
Pasinato
il silenzio è d’oro
Avvocato Fischetti ho saputo che lei conosce molto bene fatti e misfatti del Tribunale Ecclesiastico, che ha notiziato in Vaticano di quanto accadeva ed accade e che ha segnalato che due avvocati (Landi ne è uno) che senza alcun titolo svolgevano la loro attività professionale al Tribunale Ecclesiastico di Salerno. Perchè non pubblica tali notizie?
clergyman
Clergyman stanne certo che le pubblicherò. Mi aspetto, però, che al tuo prossimo commento ti firmi Ok?
Leggevo stamattina, su alcuni quotidiani, le dichiarazioni di Mons. Pierro sulla “guerra” che gli ha fatto il potente Cardinale Re. Ebbene, nonostante i numerosi errori di Mons. Pierro, tutti, negli ambienti ecclesiali, sanno che il Cardinale Re, bypassato nell’era Woytila, si è legato al dito la vicenda Pierro e si è vendicato. Purtroppo, nell’ambiente della “Chiesa”, vi sono rancori, vendette e quant’altro. Lo stesso Mons. Moretti ha dichiarato che “Roma non dimentica”. Che tristezza.
Pasinato
Il C.J.C richiede due requisiti per patrocinare una causa innanzi al tribunale ecclesiastico di prima e seconda istanza: 1) essere in possesso del titolo di dottore in diritto canonico oppure essere effettivamente “peritus” in materia (giurisprudenza ritiene che si dovrebbe considerare tale chi abbia almeno la licenza conseguita con una valutazione superiore a 28/30). 2) avere uba condotta proba, onesta e limpida. Per tale motivo l’avvocato che abbiamo fisto al “le iene” non ha titolo per patrocinare nemmeno ad casum non perchè ancora non ha discusso la tesi di dottorato (è pur sempre un licenziato e quindi può essere considerato peritus!) ma perchè manca del requisito INDISPENSABILE di onestà!
A Clergyman (9/11/11)
Dall’inizio della vicenda processuale, di cui si è occupata anche la stampa locale, ho deciso di rimanere discretamente in attesa degli esiti di giustizia sia per rispetto dell’attività istruttoria della Procura sia perché penso che la verità non ha bisogno di clamore a sostegno specie quando per essa militano prove documentali e testimoniali concordanti anche perché non sempre, per varie ragioni, la stampa riporta con fedeltà quanto accade.
Leggendo tuttavia alcuni commenti di coraggiosi e leali anonimi in margine ad articoli apparsi sul Quotidiano di Salerno on line, sorvolando sulla stupefacente sicumera con cui l’anonimo “clergyman”, come il “granata”, è certo di ciò che non conosce, ho ritenuto opportuno questa volta intervenire per rettificare e precisare, a beneficio di chi legge, alcune grossolane inesattezze:
1 ) non è compito del cancelliere del Tribunale depennare avvocati dall’albo degli abilitati al patrocinio se non in esecuzione di un decreto del Moderatore che, nella fattispecie, non c’è mai stato stante la regolarità di tutti i requisiti per essere iscritto (dall’aprile 1996 al presente) e permanere come di fatto è, a tutt’oggi, senza soluzione di continuità.
Anzi è una gravissima scorrettezza deontologica (cfr. can. 483 §2 e n. 63 Istr. D.C.) da parte del cancelliere fare apprezzamenti o sconsigliare avvocati presenti nell’albo, a chi chiede informazioni sulla procedura per le cause canoniche, o ancora consigliarne altri. Quindi, da questo punto di vista, e non è poco, il cancelliere “ha tutti i torti”!
2 ) Coloro che “non possono essere ammessi alla mensa eucaristica” sono i divorziati risposati civilmente o coloro che sono in stato di convivenza che è notoria pubblicamente. Non è il mio caso. Per approfondimenti sugli aspetti teologici e giuridici consiglio di leggere il mio saggio sui matrimoni c. d. irregolari in “Misericordia Vis Iustitiae”, miscellanea di studi a cura di G. De Simone, ed. Sessa Fisciano, 2000, p. 113-146; (cfr. anche Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2383).
3) Circa la possibilità di rivolgersi al Tribunale Ecclesiastico competente per ottenere, non “l’annullamento”, come erroneamente dice Clergyman, ma la sentenza dichiarativa di nullità, è una valutazione soggettiva che non obbliga purchè non si conviva in modo notorio o non ci si risposi civilmente. Pur essendo un aspetto di privacy, rassicuro comunque il premuroso anonimo che, con autorizzazione del mio vescovo, Mons. Pierro, è stata già richiesta la deroga di competenza per l’introduzione della causa ad altro Tribunale.
4 ) Infine trovo singolare e curioso il suggerimento per cui un avvocato in possesso di tre lauree, docente con contratto a tempo indeterminato di Discipline Giuridiche ed Economiche, con abilitazione al patrocinio civile e canonico, la cui attività professionale svolge non in forza di nepotismo ma per superamento di duplice pubblico concorso (in prima presentazione ambedue le volte) debba ricorrere al cancelliere per farsi indicare “la migliore strada da percorrere per un certo risultato”! E’ vero che esiste la libertà di opinione e di parola; ma sarebbe saggio prima di dire sciocchezze riflettere un po’. O forse Clergymen mi vuole dire qualcosa che non colgo?
A Clergymen (10/11/11)
La mala fede che guida i giudizi, peraltro approssimativi, oltre che gratuiti dell’anonimo Clergymen, il quale evidentemente crede di poter leggere nell’animo altrui e decifrarne le intenzioni, è così marchiana che non meriterebbe perdita di tempo a rispondere. Ma i lettori non debbono essere sviati e confusi da simili considerazioni. Che piaccia o no al nostro Clergymen io amo la verità e mi sforzo, per quanto possibile, di cercarla e di seguirla. Perciò non ho mai ritenuto di dover recitare, vestendo i panni del giusto o dell’idealista: ho fatto semplicemente il mio dovere difronte a conclamate violazioni della legalità e della procedura canonica (cfr. cann. 1466, 1552 §2, 1465 §2, 1601) al di là dei gratuiti insulti al sottoscritto (che è problema di chi li compie) che finivano per compromettere diritti altrui, nella fattispecie dei miei assistiti. Se non lo avessi fatto avrei tradito la mia funzione nei confronti dei miei assistiti e sarei stato acquiescente o connivente con un sistema di amministrazione della giustizia nel foro ecclesiastico che degenerava denunciato prima di me da altro giudice ecclesiastico e da altri sacerdoti con incarichi notarili.
La differenza sta solo nel fatto che essendo un laico e non avendo ricevuto alcuna risposta dalle Autorità Ecclesiastiche tenute a vigilare e a sanzionare (cann. 220 e 128) mi sono rivolto legittimamente alla Procura della Repubblica.
A Granata (10/11/11)
Qui valgono le stesse considerazioni che per Clergymen con in più questa: sfugge che il problema non è a chi vanno “le briciole” di un ‘attività professionale ma come funziona e se funziona correttamente un apparato che deve ius dicere. Se il Granata conoscesse un po’ la mole dei problemi connessi alla causa e la documentazione prodotta da diversi soggetti nelle sedi proprie avrebbe ancor meno da sorridere!
Ci si dovrebbe chiedere piuttosto come mai solo l’avv. Casale ha deciso di scoperchiare una pentola “bollente” quando le “anomalie” sono note da anni a molti ?
E non lo ha fatto, caro irrispettoso Granata, “piagnucolando”, per usare l’improprio suo linguaggio, ma agendo in punta di diritto nelle sedi competenti con argomentazioni probanti documentali e documentate e restando discretamente silente, fino ad oggi, fiducioso e rispettoso del lavoro della Magistratura e accettandone tutte le conseguenze che già non hanno tardato a manifestarsi.
Avvocato Casale sarà in possesso di tre lauree, sarà docente con contratto a tempo indeterminato di Discipline Giuridiche ed Economiche, avrà l’abilitazione al patrocinio civile e canonico, ma non mi risulta ch abbia una clientela che le possa consentire di fare solo l’avvocato, tant’è che deve insegnare religione.
Che il Cancelliere Grimaldi abbia, se pur errando, valutato il suo operato lascia riflettere.
Poi se quanto dico non fosse vero, visto che sbandiera la sua lealtà, pubblichi la sua ultima dichiarazione dei redditi e così potrà dimostrare quanto percepisce dall’insegnamento e quanto ricava dalla sua attività di avvocato. Lo farà, ho i miei dubbi.
P.S. : Excusatio non petita, accusatio manifesta.
Clergyman