SALERNO – Ho appreso dalla stampa che giovedì 6 ottobre 2016, nel Comune di Salerno è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra i Comuni di Salerno, Pontecagnano Faiano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli per favorire “un sistema integrato per lo sviluppo del turismo costiero in collaborazione con i privati”. La firma è arrivata dopo circa un anno di lavoro su suggerimento dei presidenti dei distretti turistici Sele-Picentini e Riviera Salernitana e il presidente del Consorzio Lidi di Paestum. Davvero encomiabile l’azione progettuale che il sistema integrato intende portare avanti: opere di disinquinamento di riqualificazione e recupero ambientale; realizzazione di strutture idonee alla protezione del litorale ed al rinascimento della spiaggia; prevenzione dei corpi idrici superficiali e di falda; revisione del sistema dei canali di scolo delle acque; realizzazione potenziamento delle strade di collegamento tra Litoranea – Aversana e i centri cittadini; completamento dell’Aversana. Mi ha sorpreso, però, la dichiarazione del sindaco Enzo Napoli quando ha detto: “C’è un’area vergine della nostra provincia su cui possiamo intervenire”. Certo che l’area c’è, e Napoli dovrebbe conoscerla bene, come la conosce, anche perché forse dimentica che agli inizi degli anni ’90 fu costituita una “S.P.A. per la valorizzazione e lo sviluppo dei comuni della fascia costiera” che partendo dal risanamento della litoranea doveva provvedere alla progettazione ed alla realizzazione di tutto quello che, oggi, è contenuto nel protocollo d’intesa per favorire un “sistema integrato per lo sviluppo del turismo costiero in collaborazione con i privati”. All’epoca l’idea progettuale fu partorita dall’allora assessore provinciale al turismo, Antonio Bottiglieri, e sponsorizzato subito dal presidente della Provincia, sen. Andrea De Simone; ma fu il Comune di Salerno, con sindaco Vincenzo Giordano, a sostenere pienamente l’idea e ad avviare la ricerca dei necessari finanziamenti grazie al fatto che tempestivamente l’allora ministro per le aree urbane, Carmelo Conte, riuscì ad inserire quel progetto nel “patto nazionale” sottoscritto in sede governativa per il risanamento delle zone costiere e per il rinascimento delle spiagge. Ma quella era anche l’epoca dei grandi scontri politici (all’interno dello stesso Partito Comunista), e questo Enzo Napoli dovrebbe ricordarlo benissimo, scontri che produssero un sistematico rallentamento di tutte le iniziative fino al loro blocco definitivo. Va anche detto che il vice sindaco del tempo era Vincenzo De Luca che oggi è governatore e che una volta divenuto sindaco se no n affondò, sicuramente non favorì l’idea progettuale perché la stessa era stata partorita dalla Provincia che era retta dal suo antagonista storico nel partito. Un antagonista che in quel periodo era diventato il punto di riferimento di tutto il PCI, che aveva completamente oscurato l’astro di Vincenzo De Luca e che si avviava a sedersi addirittura nel Parlamento nazionale, prima, e in quello europeo, poi. E’ bene ricordare queste cose perché soltanto così si potrà capire come questo territorio ha perso oltre venti anni di tempo nell’azione di risanamento di una litoranea che poteva rivaleggiare con quella adriatica e che, invece, sta sprofondando sempre di più nei flutti dei marosi. Speriamo che adesso, essendo finite tutte queste battaglie, si possa davvero dare fiato alle trombe e sostenere un’iniziativa importantissima anche, se non soprattutto, per l’economia dell’intero territorio provinciale oltre che per i flussi turistici sempre miserevolmente bassi per una delle fasce costiere più belle e accessibili della regione.