SALERNO / PADULA – La domanda è: “E’ giusto che in Certosa siano arrivati i Carabinieri per disciplinare gli ingressi ?”. La mia risposta personale è “SI” anche se mi piange il cuore nel constatare che l’afflusso dei visitatori e delle guide è stato gestito, fino ad ieri, in maniera molto approssimativa e con sfumature privatistiche (con il paravento delle Istituzioni pubbliche) che fanno davvero rabbrividire, tanto da rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine.. Ma veniamo ai fatti. Ieri mattina si sono presentati in Certosa due militari dell’Arma dei Carabinieri per eseguire un controllo sulla eventuale presenza delle guide non autorizzate all’interno del monumento patrimonio dell’Unesco. E’ bene precisare subito due cose importanti: 1) i Carabinieri sarebbero stati chiamati direttamente dalla direttrice Alfinito; 2) Sarebbero state allontanate due guide non autorizzate. Mi corre l’obbligo di stigmatizzare l’eccellente comportamento della direttrice Emilia Alfinito che, forse spinta anche dai miei precedenti articoli, ha cercato di mettere fine ad un fenomeno increscioso che va avanti da anni. Non ce l’ho con le guide non autorizzate, anzi in molti casi sono più brave di quelle regolarmente abilitate; ma c’è una regola legislativa che va rispettata e chi non ha il tesserino regionale dei beni culturali deve andare fuori, ne va della immagine stessa della Certosa agli occhi del mondo. Qui non si tratta di bravura ma più semplicemente del rispetto delle norme create appunto per garantire la giusta e corretta propalazione dell’immagine delle Certosa; se non si fa come ha fatto la Alfinito sarebbe meglio abolire il tesserino e consentire a tutti di accompagnare i visitatori per spiegare, ognuno a modo suo, la grande storia che palpita ancora tra quelle antiche mura. Se, difatti, si consente ad un signore vestito da brigante di accompagnare i turisti per spiegare la Certosa non vedo perché, Comune e Ente Certosa, non raggiungano velocemente un accordo per consentire, ad esempio, a Nino Melito Petrosino (pronipote del grande Joe) di evocare il suo antenato all’interno della Certosa in uno spettacolo fantastico, tra storia e cronaca, che coinvolgerebbe migliaia di visitatori in uno sceneggiato che solo Nino Melito sa offrire ed offre in tutto il mondo; accostare Joe Petrosino e Certosa in un unicum di rivisitazione da romanzo storico potrebbe dare quella spinta necessaria al rilancio definitivo del grande monumento. Oltretutto sia il Comune che l’Ente Certosa potrebbero avvalersi dell’unico personaggio capace di portare a Padula migliaia di visitatori all’anno che ogni martedì, in scaglioni predefiniti, raggiungono la “Casa Museo” baipassando spensieratamente la Certosa. Tutto il contrario delle guide abusive che non portano turisti a Padula ma cercano di operare sui gruppi che spontaneamente arrivano; è vero che a Padula ci sono soltanto due guide autorizzate e munite di regolare patentino ma sarebbe necessario che l’Ufficio Turistico spingesse prima i turisti verso le due guide e, soltanto dopo, cercare di inserire anche gli abusivi, facendoli semmai assistere da quelle legittimate a fare detto lavoro. Nell’ottica del fatto che un po’ di lavoro non si nega a nessuno, il fenomeno andrebbe rivisitato, corretto e incanalato nella maniera più giusta; tutto qui. La direttrice della Certosa, dott.ssa Emilia Alfinito, per tracciare la strada è stata costretta a chiamare la forza pubblica, il resto dovrebbe venire da se a patto che il Comune di Padula, per la sua parte, riorganizzi integralmente l’Ufficio Turistico con personale autorizzato e specializzato e, soprattutto, equidistante da tutte le problematiche politiche ed organizzative e cercare di offrire, sempre e comunque, un ventaglio ampio (perché esiste !!) al neofita turista, a cominciare dalle guide per finire alla sistemazione alberghiera e gastronomica. Si eviterebbero tutti quei rischi e tutte quelle responsabilità di cui parlavo nel precedente articolo del 9 ottobre scorso in cui parlavo della guida abusiva, pittorescamente abbigliata, che guidava un gruppo di turisti sotto gli occhi compiacenti di un controllore di vigilanza. Il fatto che la direttrice Alfinito sia stata costretta a chiamare i Carabinieri (se lo ha fatto lei !!) non è in se un fatto positivo ma è la conclusione un po’ forzata di un problema che scomparirebbe subito se il Comune e l’Ente Certosa dialogassero di più nel tentativo di raggiungere un obbiettivo comune; ma se l’Ufficio Turistico che dovrebbe essere il primo importante filtro continua a far passare tutti, ecco che il compito della direttrice diventa più arduo e deve ricorrere all’Arma dei Carabinieri. Per questi ultimi un suggerimento è necessario; domenica mattina avrebbero potuto fermare ed espellere anche un terzo abusivo ma ciò non è accaduto in quanto il terzo era a capo di una comitiva pugliese e, forse, i militari hanno ritenuto che fosse regolarmente in regola. Non era così, ma non cambia niente; sul tappeto rimane il problema dell’accesso e dei controlli che passa soltanto attraverso un vero e concreto accordo tra le parti in causa: Comune ed Ente Certosa. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini