SASSANO – “Si può ricreare un paese ?”, è questa la domanda che ognuno dovrebbe porsi a conclusione del laboratorio di “auto-costruzione”, con numerosi work-shop, snocciolato sulla distanza di sette giorni (da domenica 25 settembre a sabato 1° ottobre 2016) nel territorio di Sassano. La risposta, almeno quella che mi sono dato io personalmente assistendo ad alcuni fasi del laboratorio, è “SI”; a patto che la ricreazione (intesa come continuo e proficuo lavoro e non come sosta) avvenga per gradi e con scelte ben precise e molto mirate sul patrimonio urbanistico, architettonico, storico e paesaggistico da sottrarre all’abbandono, all’incuria del tempo ed alla totale distruzione con l’annessa cancellazione di ogni riferimento storico-sociale-economico che ogni comunità deve cercare di salvare per rimandare alle generazioni future. Ed a Sassano, fino a prova contraria, è stato fatto (o almeno iniziato-avviato) proprio questo, grazie alle peculiarità attrattive che la comunità sassanese, per storia e per cultura di accoglienza, riesce ad esprimere per attirare l’interesse generale in un cotesto regionale e nazionale assai difficile da permeare e trascinare lì dove il disegno e l’interesse di base riescono ad identificarsi con le radici e con la storia della stessa comunità. Questo ha saputo fare il vice-sindaco Antonio D’Amato, prontamente ed ottimamente supportato dal sindaco Tommaso Pellegrino; D’Amato ha lanciato un’idea progettuale di base come la “RiCreazione” del vecchio lavatoio comunale esistente a valle del paese ed ormai in stato di totale abbandono per riportarlo agli antichi splendori ed iniziare così un lungo percorso tecnico-strutturale in grado di far rivivere anche altre località storiche nell’ambito di un discorso più ampio di conservazione e rilancio del centro storico che è patrimonio non solo della comunità locale ma di tutto il comprensorio. Per fare questo bisogna crederci e D’Amato ci ha creduto fino in fondo e fino al punto di coinvolgere e trascinare in questo discorso l’intero Ordine degli Architetti P.P.C. (Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) della provincia di Salerno che, grazie alla naturale predisposizione verso questo tipo di attività della presidente arch. Maria Gabriella Alfano, ha aperto le porte anche agli aspiranti architetti i quali, forse più degli altri, hanno contribuito a rivedere e definire il progetto base per passare dalla fase propositiva a quella esecutiva. L’idea di D’Amato è stata anche raccolta, valutata ed accettata dalla “Banca del Cilento di Sassano e Vallo di Diano e della Lucania” la cui vice presidente vicario (avv. Rosa Lefante) ha pubblicamente dichiarato di sostenere l’idea progettuale del vice sindaco e la complessiva iniziativa del Comune di Sassano, come partner economico dell’interessante e ambizioso programma ricostruttivo. Ovviamente il progetto “RiCrea Sassano” fu presentato tempo fa dal sindaco e dal vice sindaco ma ha avuto necessità di un sostanzioso spazio temporale per essere messo a punto e per essere lanciato. Anche perchè il “RiCrea Sassano” che si è svolto durante la settimana dal 25 set. al 1° ottobre 2016, potrebbe, e dovrebbe, essere soltanto l’inizio, la prima mossa, di un progetto molto più vasto e molto più ambizioso e capace, nel futuro prossimo, di coinvolgere molte altre location in una sorta di discorso complessivo per la ricreazione di un intero paese; per ritornare così alla vera essenza contenuta nel titolo stesso di queste work shop intorno ad un antico lavatoio che raccoglieva le acque del torrente “zio Nino” che non solo erano ritenute medicamentose ma che attraverso il lavatoio sono riuscite a servire per molti decenni un’intera comunità. Sabato scorso, 1° ottobre, il lavoro tecnico-progettuale definitivo è stato presentato al numeroso pubblico accorso proprio lì dove il progetto è stato portato a termine, nell’antico lavatoio comunale, e tutta l’amministrazione ha distribuito gli attestati di partecipazione a tutti coloro i quali (numerosi e provenienti da tutt’Italia) hanno contribuito a rendere fattibile un progetto di massima. Ora resta l’incognita del finanziamento se davvero si vuole portare a compimento l’opera che al momento è soltanto virtuale; sicuramente l’attento neo presidente del Parco Nazionale e sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, saprà come muoversi alla ricerca del giusto canale al fine di reperire le risorse necessarie. Non a caso, proprio a Sassano, qualche giorno fa c’è stata la conferenza stampa per la presentazione da parte dell’on. Tino Iannuzzi della nuova legge sulla distribuzione dei fondi ai comuni che non superano i cinquemila abitanti, legge approvata all’unanimità in prima lettura e in attesa della conferma del Senato. Aver privilegiato Sassano per la pubblicizzazione della legge ha, probabilmente, un senso (come diceva la collega Mascolo in un suo articolo di quale giorno fa); e se ha un senso vuol dire che l’idea iniziale di Antonio D’Amato è stata partorita anche in funzione dell’arrivo della nuova legge. Sassano ha dimostrato di voler fare, di poter fare e di saper fare; oltre la Bcc hanno accolto l’idea anche diversi privati che hanno consentito l’elaborazione e la pratica esecuzione del lavoro di ricreazione del famoso “lavatoio del vallone”.
direttore: Aldo Bianchini