SALERNO – “Forza Italia continuerà a crescere. Avevamo annunciato un tour per la provincia e manteniamo l’impegno“. Con questa premessa importante il sen. Enzo Fasano, commissario provinciale di Forza Italia, aveva annunciato l’avvio di un tour nella provincia di Salerno che tradizionalmente il suo partito ha da sempre trascurato (fatta eccezione di sporadiche presenze concentrate nei periodi elettorali). Il tour è iniziato lunedi sera 12 settembre 2016 da Silla di Sassano, dove fin dalla nascita del partito di Berlusconi esiste un avamposto molto coriaceo ed importante grazie alla tenacia dell’imprenditore Valentino Di Brizzi che ha raccolto e portato avanti l’eredità politica del fratello Ottavio. L’idea concettuale del commissario Fasano, per dirla tutta, non è affatto male; Forza Italia ha bisogno di ricucire intorno a se il territorio provinciale che appare da troppo tempo soltanto nelle mani del “sistema di potere deluchiano” che pur non avendo la maggioranza territoriale in termini di voti (come nel caso del Vallo di Diano) riesce, però, a governare quasi tutti i paesi dal Vallo, al Cilento, per finire alla all’agro sarnese-nocerino. Contro questo mostro Forza Italia doveva attrezzarsi già da molto tempo; purtroppo l’insipienza nell’esercizio della politica locale della sua presunta leader Mara Carfagna, aggiunta ai difetti caratteriali di un leader non leader come Edmondo Cirielli, ha determinato non solo la caduta verticale del partito ma anche la fine dell’alleanza di centro destra che aveva portato alla nascita di una stagione entusiasmante sul piano politico e di governo degli enti locali. Questo non c’è più e il nuovo “coordinamento provinciale” dovrebbe trovare il coraggio di scindere ed allontanare la sua posizione da quella dell’ex ministra Carfagna le cui indiscusse capacità dialettiche romane non hanno mai trovato radicamento in provincia di Salerno. Questo è il mio pensiero da osservatore esterno, fatto salvo ovviamente tutto il necessario rispetto per la professionalità e la serietà politica del personaggio Carfagna. Dunque il direttorio provinciale di F.I. è arrivato a Sassano, come dicevo, lunedì sera ed anche se con un certo ritardo (cosa che un partito che vuole crescere non può concedersi !!) ha dato il via al tour che toccherà, dopo il Vallo di Diano, anche molte altre località della provincia. Cosa dire della manifestazione ovvero dell’incontro tra il direttorio e la base; potrei rispondere con un’affermazione sottovoce passatami da un noto personaggio politico sassanese presente: “Vedo che ci sono soltanto i generali senza i soldati”. E’ proprio così, al momento Forza Italia appare ai più, cioè all’elettore comune, come un esercito senza soldati ovvero come un cantiere in cui ci sono solo gli ingegneri senza i capi-mastro e i manovali. Da questa considerazione, che ognuno dei componenti il direttorio deve fare sua, che il movimento nato nel lontano 1994 deve obbligatoriamente partire per cercare di arruolare quanti più soldati possibili per prepararli ad una battaglia che avrà pochi spazi operativi e moltissimi ostacoli da parte di un potere costituito, diffuso e radicato in tutti i luoghi, anche quelli più sperduti, della provincia di Salerno. Regna il “sistema De Luca” che, però, comincia ad evidenziare delle piccole lacerazioni che vengono da lontano e proprio dai luoghi più sperduti; in queste lacerazioni, come giustamente ha detto il commissario Enzo Fasano, sarà assolutamente necessario infilarsi con tutta la forza deflagrante possibile; ci vorrà pazienza e impegno anche perché la gente comune è stata illusa da promesse che non sempre si sono trasformate in realtà, e da qui la delusione verso De Luca a circa un anno dalla sua elezione a governatore della Regione. Insomma quella che poteva apparire come la consacrazione eterna, vicino all’immortalità, del kaimano potrebbe, non tanto per caso, aprire la strada per un ritorno dell’area moderata e di centro destra nel bel mezzo dell’azione politica di governo. Qualcuno potrebbe pensare, dopo quello che ho scritto sulla Carfagna, ad una mia personale astiosità nei suoi confronti; non è così, e se ribadisco l’esigenza di tenerla fuori dai processi locali è soltanto perché il quadro complessivo nazionale è cambiato di molto e non si ha più il punto di riferimento nella figura del “cavaliere”, un riferimento che riusciva a tenere in piedi la coalizione senza danneggiare nessuno e, caso mai, mettendo l’uno contro l’altro in una sfida costruttiva e on distruttiva. La Carfagna è utilissima in sede romana, non certamente in sede locale su un territorio articolato e difficile che Lei neppure conosce. Ora tutto questo è venuto meno ed ecco che dopo le insane e continue battaglie in sede nazionale anche a Salerno appena qualcuno cerca di mettere la testa fuori dal sacco si scontra inevitabilmente con chi quella testa vorrebbe subito tagliarla. In questo modo non si cresce sul piano elettorale e le ultime elezioni amministrative sono state la più plastica delle conferme con la punta elettorale più bassa mai registrata nelle storia del centro deastra salernitano. Cosa ci vorrebbe ? Non è facile dirlo, come osservatore posso azzardare soltanto qualche ipotesi. Innanzitutto Forza Italia e gli altri raggruppamenti che si riconoscono tra i moderati dovrebbero cercare al loro interno un personaggio, anzi “il personaggio” in grado di mettere d’accordo tutti e da tutti dovrà essere portato e sostenuto. Dimenticando velocemente tutto quello che è successo a Salerno, con la candidatura di Gaetano Amatruda impallinata dagli stessi uomini di partito, il nuovo direttorio di Forza Italia dovrà dimostrare di essere capace di fare sintesi al suo interno e di confrontarsi chiaramente con gli altri. La lunga militanza politica, nonché la grande abilità strategica del sen. Enzo Fasano sono, a mio parere, la giusta garanzia per questo processo evolutivo che necessita, come dicevo, di tempo, di passione e di sacrifici.
direttore: Aldo Bianchini