NOCERA I. – PAGANI – Nel giro di pochi giorni, quasi un mese, nei presidi ospedalieri di Nocera Inferiore e Pagani sembra essere accaduto di tutto e di più. Utilizziamo il condizionale soltanto per una forma di rispetto nei confronti dei danneggiati e non per nostra cautela; i fatti che ci accingiamo a raccontare sano veri e sacrosanti. Cominciamo dall’ospedale di Nocera Inferiore dove un “medico abusivo” è stato beccato mentre prestava regolare servizio tra le stanzette del pronto soccorso e compilava referti già sottoscritti da altri medici veri (si fa per dire !!). Ma lasciamo subito questa storia sulla quale ritorneremo nei prossimi giorni con delle osservazioni in esclusiva, anche perché la notizia stringata del “medico abusivo” è stata data da diversi quotidiani in maniera alquanto vaga e non corrispondente alla realtà dei fatti accaduti; cercheremo noi di fare chiarezza nei prossimi giorni anticipandovi soltanto che partiremo da una inquietante postulazione affidata a FaceBook da un infermiere professionale in servizio presso il presidio ospedaliero di Nocera Inferiore: “mittitele galera sti puoche”. L’espressione utilizzata è la prova del marciume che esiste nella sanità pubblica, un marciume con il quale tutti noi dobbiamo forzatamente confrontarci giorno dopo giorno; ma è anche l’esatta dimensione di tutto ciò di cattivo che accade nei plessi ospedalieri pubblici dove dovrebbero prestare il loro servizio, se non proprio la loro missione, professionisti vincolati al cosiddetto “giuramento di Ippocrate”. Macchè !! in giro c’è di tutto e di più che riesce a buttare nel fango una categoria che, fortunatamente, per grandissima parte è sana e ligia al proprio dovere. Sui due casi di malasanità ospedaliere, accaduti a Nocera ed a Pagani, stanno indagando alacremente diversi inquirenti (forse anche in contrasto tra loro !!), tutti per conto della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore. Ma sul caso di Nocera Inferiore ritorneremo nei prossimi giorni con particolari esclusivi ed anche terribilmente inquietanti che nessuno ha ancora pubblicato. Andiamo, dunque, speditamente sul caso di Pagani che, se possibile, è assolutamente più inquietante rispetto a quello di Nocera; a Pagani c’è di mezzo un morto e per i morti ci vuole il massimo rispetto. Allora, domenica 28 agosto 2016 (possiamo anche sbagliarci sulla data !!) muore in rianimazione un paziente colà ricoverato circa un mese prima dopo essere stato sottoposto a trattamento di “termoablazione epatica” (ma tale trattamento esiste a Pagani e chi è il responsabile ?) nello stesso presidio ospedaliero di Pagani. E che c’è di nuovo ? potrebbe chiedere più di qualcuno, si sa benissimo che quando si viene ricoverati in sala di rianimazione i rischi di mortalità sono evidentemente molto alti. Aspettare per commentare, leggete prima cosa è accaduto. In pratica durante il mese circa di ricovero in rianimazione i congiunti del paziente non sono stati ammessi al cospetto del parente sofferente. E perché ? perché le sue condizioni, rispondeva qualcuno alle pressanti richieste, non consentivano le visite ravvicinate. Ma ad u n certo punto il paziente muore, forse domenica 28 agosto come già detto, ed allora dopo non poche esitazioni la salma viene naturalmente consegnata alla famiglia del defunto. E qui la grande sorpresa. Il corpo del de cuius presente moltissimi e chiari segni di bruciatura ovvero di ustioni del massimo grado su gran parte del corpo ormai senza vita. Scatta l’ira dei familiari del malcapitato, viene inscenata una specie di rivoluzione e per poco non si è passati allo scontro fisico tra urla, improperi e giuste minacce. Intervengono i Carabinieri che chiedono ed immediatamente ottengono dalla Procura della Repubblica il sequestro della salma con l’ordine di preservazione del corpo negli appositi congelatori nell’attesa dell’autopsia. Il giorno dopo il pm incaricato delle indagini fissa per lunedì 5 settembre (ieri !!) l’esame autoptico da parte del medico legale dottor Giovanni Zotti. Tenete bene a mente queste date, 29 agosto e 5 settembre; la prima riguarda l’ordine di esecuzione dell’autopsia e la seconda la giornata in cui la stessa doveva esse eseguita. Tra le due date, anzi per la precisione, immediatamente dopo l’ordine del magistrato accade un fatto incredibile ed inusuale alle celle frigorifero; quasi come a dire che l’esame non poteva essere eseguito. Ma questo lo spiegheremo nell
direttore: Aldo Bianchini