SASSANO – Dall’alto della sua scolarizzazione, licenza di seconda elementare, sulla carta non potrebbe insegnare niente a nessuno. Una licenza di seconda elementare conseguita, però, nel 1923 e, dunque, una licenza che vale moltissimo, forse anche più di un’attuale licenza di scuola media. Poi alla licenza ha aggiunto i sogni di ragazzo, le speranze di giovane fascista (all’epoca tutti erano fascisti !!), le delusioni della maturità, la paura e il dolore della grande guerra e delle due campagne (Albania e Grecia), la gioia del ritorno a casa, la brutale realtà della disoccupazione, l’angosciante viaggio verso il Venezuela, il ritorno e la nuova emigrazione verso la Svizzera (Paese certamente più vicino ma sicuramente più ostile) e, finalmente, la stabilità del lavoro nei campi e nell’artigianato locale con la vicinanza della famiglia e degli affetti che al suo interno crescevano e si moltiplicavano giorno dopo giorno. Tutto questo per cento anni, dal 1916 al 2016, in un crescendo inarrestabile, sicuro, sempre all’ombra del motto “onestà, lavoro, sacrificio e dedizione alla famiglia” che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Non una vita normale ma una vita che è giunta al capolinea dei suoi “primi cento anni”; una vita degna di essere vissuta così come è stata vissuta da Gaetano Coccaro, cittadino di Sassano, una vita che gli ha donato immense soddisfazioni ma anche tanti momenti tristi e dolorosi. Nonno Gaetano, così lo chiamano tutti in paese, non ha lasciato niente al caso e si è abbeverato alla sorgente della vita, della sua vita, con tutta la forza che aveva in corpo, da ragazzo e da giovane, da adulto e da anziano. “Un esempio da seguire” ha detto qualcuno in piazza, “Volesse il cielo, ce ne fossero altri come Gaetano” ha risposto qualche altro. Una piazza, comunque, affollata da diverse centinaia di persone che hanno voluto essere presenti in prima persona accanto a quel “pezzo di storia sassanese” che ha un nome ed un cognome (Gaetano Coccaro) e che finanche l’assessore comunale Tania Esposito ha con simpatia e commozione chiamato “nonno Gaetano” dal palco appositamente allestito in Piazza Umberto 1°, la piazza principale del paese, la piazza del centro storico; e non poteva che essere così. Su quel palco sono anche saliti in successione l’ex presidente della Bcc Sassano Antonio Calandriello, il presidente della Pro Loco di Sassano Franco Biancamano, la presidente della Pro Loco di Padula Tina D’urso con alcuni docenti amici di Cono Coccaro, il parroco don Otello Russo, il vice sindaco di Sassano Antonio D’Amato e il sindaco Tommaso Pellegrino, oltre a diversi altri.
Mentre lui, nonno Gaetano, è rimasto sempre lì, con sguardo ieratico, a seguire i vari interventi; lucidissimo, ha soltanto aspettato qualche minuto prima di uscire allo scoperto. L’occasione gliela fornita su un piatto d’argento l’ottimo conduttore della serata, il giornalista Pierino Cusati, che con grande abilità ed usando parole che hanno toccato le giuste corde del cuore di nonno Gaetano entrando con decisione nel pieno del suo animus confidenti; lo ha prima sciolto e poi gli ha strappato il racconto della storia, di un pezzo di storia sassanese e nazionale, almeno quella storia vista e vissuta dal festeggiato nel corso degli ultimi cento anni. Ed è stato come un fiume in piena raccogliendo applausi a scena aperta anche da parte di chi si era avvicinato ai festeggiamenti in punta di piedi e con qualche remora. Ha parlato delle sue esperienze giovanili, delle sue battaglie anche delle battaglie a fuoco con il nemico di turno nella grande guerra; ed ha lanciato anche dei moniti verso i presenti e verso le generazioni future. La piazza ha registrato un vero e proprio boato di liberazione quando l’anziano festeggiato è entrato a piè pari anche nel mondo della politica internazionale e delle difficoltà temporanee del nostro Paese legate all’ostilità sempre presente della Germania di Angela Merkel nei nostri confronti:
“Non fidatevi dei tedeschi, non sono come noi, quelli si che ci tradiscono e tradiscono le nostre speranze per un futuro migliore”. E sempre incoraggiato, quasi sospinto, dall’ottimo Pierino Cusati ha rivolto alle centinaia di persone presenti in piazza l’accorato appello a comportarsi con onestà, a lavorare con dignità, ad affrontare i sacrifici con rassegnazione ma sempre a testa alta ed a dedicarsi alla famiglia, sempre e comunque. Da uomo si è commosso quando il Comune e la Pro Loco, per le mani del sindaco e del presidente, gli hanno consegnato gli attestati di benemerenza a conclusione dei suoi primi cento anni di vita; ma da uomo, sereno e forte, non ha versato neppure una lacrima. Neppure quando, affiancato dai suoi tre figli (Giovannina, Maria e Cono), dai nipoti e pronipoti, dai familiari e dagli amici, ha tagliato la splendida torta offertagli in dono dall’amministrazione comunale; con fare quasi spavaldo ha brindato alla salute di tutti ed anche alla sua. La festa, perché di questo si è trattato, è proseguita con una ricca cena all’aperto all’uopo predisposta dai familiari che hanno, così, inteso festeggiare il loro congiunto e ringraziare la numerosa popolazione presente.