ROMA (26.06.16) – E’ un universo mai visto, quello che stanno facendo conoscere le onde gravitazionali, che entusiasma perfino un ‘equilibrista’ che si muove al confine tra scienza e fantascienza come Kip Thorne, il fisico del California Institute of Technology (Caltech) che ha teorizzato la possibilità di viaggiare tra le stelle sfruttando i cunicoli dello spazio-tempo e che ha contribuito a realizzare il film Interstellar, di Christopher Nolan. “Sta emergendo qualcosa di completamente diverso da tutto quello che abbiamo visto finora”, ha detto Thorne a margine dell’evento “Explorers – Scoprire lo spazio”. L’evento, con la partecipazione dell’astronauta Paolo Nespoli, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e la proiezione del film Interstellar, è stato organizzato a Roma da Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Fondazione Cinema per Roma Cityfest, Apriti cielo e Maxxi. L’esperienza del cinema e’ piaciuta a Thorne, tanto che la ripeterebbe: ”fare un film e’ come organizzare un grande progetto scientifico”, ha detto pensando all’enorme sforzo che ha permesso di realizzare il rivelatore americano di onde gravitazionali Ligo, del quale è stato fra gli ideatori e che lavora ‘in tandem’ con Virgo, il rivelatore dello European Gravitational Observatory (Ego), fondato e finanziato da Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs). “La cosa importante che la scoperta delle onde gravitazionali ci mostra è come le collisioni fra i buchi neri riescano a deformare lo spazio-tempo come le onde di un oceano. Ruotando velocissimi l’uno intorno all’altro, i buchi neri ‘agitano’ lo spazio-tempo come un tornado fino a collidere tra loro. In questo modo ci offrono l’opportunità di verificare la teoria di Einstein. L’astronomia gravitazionale che comincia adesso è un’opportunità per vedere l’universo attraverso la gravità, ossia in modo completamente differente rispetto a quanto si sia fatto finora utilizzando la luce, i raggi X o i raggi gamma. “Quando due buchi neri collidono – ha detto Thorne – non c’è luce, c’è solo la gravità”.
direttore: Aldo Bianchini