SALERNO – E’ giusto dedicare, nel momento dello smarrimento e per qualcuno anche del dolore, una pagina ai “nove paladini” dell’anti deluchismo che hanno avuto il coraggio di sfidare a viso aperto il kaimano. Detto questo ed ascritto a tutti loro il coraggio della sfida è molto triste, almeno per me, ribadire le cose che vado dicendo da anni senza essere mai ascoltato da nessuno. A mio avviso se davvero è necessario cambiare Salerno e il suo sistema di potere la prima cosa da fare è mandare a casa (il mio commento può apparire anche brutale ma è sincero e senza secondi fini) i nove paladini e tutti i candidati che si sono esposti nelle liste di supporto. Due i motivi di questo rinnovamento che, guarda caso, riguarda molti giovani: in primo luogo perché non sono stati capaci di capire il sistema di potere deluchiano, in secondo luogo perché non sono stati capaci di costruire un proprio sistema di potere. Non ci vuole molto per capire che “il potere” piace alla gente, l’ho scritto e detto in tutte le salse, macchè niente da fare; e senza un sistema di potere non si va da nessuna parte, men che meno a fare la guerra a De Luca. Sordi come le campane i paladini e tutti i candidati, ognuno impegnato a rompere le uova nel paniere degli alleati e pronti a fare sempre più spazio per le falangi deluchiane che vanno avanti senza pietà e, giustamente, seppelliscono anche le orme degli avversari, ai quali non rimane più nulla se non i tanti rimpianti per non aver capito e per non aver fatto tutto quello che si poteva e si doveva fare. Capisco che è difficilissimo fare opposizione a Salerno, ma non è possibile pensare di incominciare l’opposizione in prossimità di ogni tornata elettorale. Ci vuole un attento studio della situazione per poter preparare un piano d’azione meticoloso da portare avanti negli anni, a cominciare da un approccio mediatico continuo ed insistente; del resto lo ha fatto De Luca fin dalla prima settimana del dicembre del ’93 quando venne eletto sindaco per la prima volta. Ed ha mantenuto il suo appuntamento ogni venerdì con una caparbia costanza da fare invidia a chiunque. Non si può lasciare soltanto nelle mani di Celano la pratica opposizione in seno al consiglio, così come non si può lasciare a Cammarota il compito di una campagna elettorale continua attraverso gli anni ed in maniera quasi privatistica; anche perché le due cose (tra quelle note !!) risultano comunque in contrasto l’una verso l’altra e viceversa. Fare politica è un’altra cosa e per darle senso ci vuole serietà, costanza, visibilità, disponibilità, presenza, dialettica e carisma. E’ d’uopo, quindi, lavorare tutti nella direzione di creare innanzitutto uno spirito comune, prima, per passare all’individuazione di un leader, poi; a cui affidare la gestione dell’immagine mediatica e politica del raggruppamento e sperare infine di raccogliere qualche risultato. A Salerno è accaduto il contrario, tutti combattono contro tutti e dimenticano l’opposizione al sistema di potere deluchiano; abbiamo assistito a sceneggiate napoletane con i vari presunti delfini del centro destra che scappavano chi da una parte e chi dall’altra (inutile qui ripetere i nomi !!) fino a contrastare lo stesso leader (Cirielli) che nel frattempo doveva vedersela con il leader calato dall’alto (Carfagna). E in questa guerra senza esclusione di colpi tutti hanno perso tutto, filippo e pure il paniere. Se provate a fare l’elenco dei paladini vi accorgerete che sei di essi (Celano, Cammarota, Cassandra, Iannone, Adinolfi e Falvella) hanno comunque esercitato ruoli importanti nel centro destra, a cominciare dalla Provincia, ed ora alcuni di loro si trovano addirittura fuori dal Consiglio Comunale appena rinnovato. Tutti insieme hanno appena raggiunto il 18,97 % ed hanno coronato una delle debacle più grandi della storia salernitana; una vergogna sulla vergogna. Basta guardare a quell’ 1.54% raccolto da Antonio Iannone che, addirittura, è stato presidente della Provincia per un paio di anni e che, se non fosse stato per le conferenze stampa organizzate sui vari eventi, sarebbe passato forse inosservato da tutti. Fare delle riflessioni è utile al fine di non perseverare negli errori; ma pensare ad una riflessione comune nell’ambito del centro destra con questi risultati (che ognuno cercherà di vendere per proprio conto) mi appare cosa molto improbabile. Chi poteva illuminare una parte del centro destra, penso ad Enzo Fasano, si è furbescamente defilato da qualsiasi responsabilità presagendo l’inevitabile catastrofe; se avesse fatto da chioccia ai tanti “ragazzini” (si fa per dire !!) avremmo anche evitato che qualcuno andasse dal presidente di Assindustria per chiedere soldi e non avendoli ricevuti lo ha attaccato. Premesso che Mauro Maccauro si è comportato in maniera non commentabile, va detto che la politica è frutto anche di meditazione e di attenzioni. Chi può dire oggi quanto ha pesato quella polemica squallida e strumentale tra Amatruda/Celano e Maccauro nell’immaginario dell’elettore medio ? E’ difficile dirlo, anzi è difficile quantificarlo, ma un peso l’ha certamente avuto. Io già ho scritto su questo accadimento gestito malissimo sul piano mediatico, ma ormai era troppo tardi per eventuali correzioni. Qui non c’è nessuno che ha l’umiltà di chiedere anche il minimo consiglio a chi è, palesemente, più esperto (e naturalmente non parlo di me !!, ci mancherebbe) senza doverlo a tutti i costi rottamare. Ma tutto questo non c’è stato, non c’è stata la precauzione e la giusta esperienza che i nove candidati a sindaco in contrapposizione ad Enzo Napoli avrebbero dovuto comunque avere; e a maggior ragione in un contesto come quello salernitano in cui gli imprenditori (precedenti insegnano !!) vanno da destra a sinistra senza remore. Facile, dunque, passare dai falsi entusiasmi alle pesanti figuracce; e la storia continua, forse, fino al 2333 come aveva intelligentemente e satiricamente anticipato il saggio Luigi Del Pizzo.
direttore: Aldo Bianchini