SALERNO – Non so se il partito socialista rinascerà veramente, so per certo che fino ad oggi non è accaduto nonostante i molteplici tentativi portati avanti da gente scrupolosa e volenterosa. Una sorta di “luogo comune” (i socialisti sono tutti ladri !!) ha pervaso l’immaginario collettivo degli elettori ed anche dei semplici cittadini; difficilissimo sradicare questo tipo di luogo comune che ormai da alcuni decenni galleggia su un’opinione pubblica distratta, male informata e neppure disposta ad accettare spiegazioni e ricostruzioni del fenomeno che portò all’azzeramento del glorioso PSI di Bettino Craxi. Dal 15 al 17 aprile 2016 è stato celebrato a Salerno (Grand Hotel) il 4° congresso nazionale della nuova era del Partito Socialista Italiano, un appuntamento che ha riscosso un indubbio successo di pubblico e di immagine a livello locale e nazionale; molti grossi nomi della politica italiana sono scesi fino a Salerno per avvalorare l’importanza della presenza del partito nello schema-quadro nazionale; in pratica tutti hanno sottolineato la necessità di avere un PSI ben posizionato tra le varie fazioni in campo. I socialisti da sempre sono sia moderati che riformisti perché queste due connotazioni appartengono alla storia del partito ma anche alle storie dei singoli aderenti e/o elettori che hanno sempre preferito la via del dialogo e del confronto costruttivo a quella dello scontro personalistico per il potere. Il successo del congresso nazionale di Salerno va, appunto, nella direzione del dialogo e del confronto anche su temi di estrema importanza come il referendum costituzionale e la legge elettorale; su detti temi il PSI non mancherà di esprimere la sua valutazione tenendo ben saldo il timone verso il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, che dovrà avere l’abilità di essere super partes in questa seconda fase del governo da lui stesso presieduto. Ma il partito va anche al di là di questi temi specifici e saluta il congresso di Salerno come una delle non frequenti occasioni di rinascita e di rilancio dell’intera regione Campania, anche perché dalla Campania e più specificamente da Salerno è partito il vento del rinnovamento e della ricostruzione di un grande movimento socialista dalle ceneri di quello che il partito di Nenni, Pertini e Craxi ha rappresentato per l’Italia, per l’Europa e, forse, per il mondo intero. Non a caso e non per caso Enzo Maraio, il personaggio più importante del PSI provinciale e regionale all’indomani della conferma del congresso a Salerno ebbe a dichiarare: “Per la Campania, la scelta di convocare il congresso a Salerno deve tradursi in una grande opportunità. Quanto seminato negli anni, ed ancor di più negli ultimi mesi, convergono in questo che a mio avviso si pone come un nuovo punto di partenza”. E’ proprio questa semina negli anni, di cui parla Maraio, che è il punto fondante della nuova storia del Partito Socialista Italiano che apparve per la prima volta sulla scena della politica nazionale ed internazionale il 14 agosto del 1892 a cavallo della seconda rivoluzione industriale della storia mondiale; esattamente quando (almeno nelle intenzioni) si cercò di frenare l’arroganza e lo strapotere delle classi reali imperanti per dare alla “classe operaia” i giusti e meritati riconoscimenti. Ci vollero altri cinquant’anni e due guerre mondiali per ribaltare l’ordine costituito ma alla fine la classe dei lavoratori ce la fece grazie anche ai partiti, come il PSI, che parlavano di socialismo, di riformismo, di innovazione e, soprattutto, di partecipazione democratica delle masse alle decisioni epocali e generazionali. In questo completo mutamento il nostro Partito Socialista svolse un ruolo non di secondaria importanza tanto da creare l’internazionale socialista che ebbe meriti straordinari per il mondo del lavoro in genere e per i lavoratori in particolare. Peccato che la storia di quel partito è durata soltanto 98 anni e che il 12 novembre del 1994 è stata posta la parola fine alla sua gloriosa esistenza. Subito dopo il congresso di Salerno abbiamo, da questo giornale, lanciato un sondaggio tra i nostri lettori ponendo loro una domanda molto semplice: “Secondo te il PSI è rinato dopo il congresso di Salerno ?” anche al fine di tastare direttamente l’opinione pubblica. Hanno risposto ben 520 lettori con il 50% di “SI” e il 50% di “NO” (262 voti contro 258); dalla gente e dall’elettore comune traspare, quindi, ancora un’incertezza di fondo, anche se rispetto al passato il 50% di si è rincuorante e benaugurante; come a dire che quel luogo comune che ha travolto i socialisti incomincia a regredire, passo dopo passo, sotto la spinta dei giovani che almeno in provincia di Salerno e nella regione Campania hanno assunto la leader schip per rilanciare il PSI verso nuove e più confortanti posizioni.
Dal P.S.I. ci si aspettava e ci si aspetta una voce critica nel panorama politico italiano, non certo una voce (sommessa) nel coro. Anche nella vicenda Davigo, una pilatesca richiesta di non ingerenza da parte della magistratura, la stessa magistratura cui si ricorre quando si vuole dare credibilità ai partiti (sempre piu magistrati nelle liste).