Joe Petrosino: petizione

 

La redazione

 

PADULA – Finalmente l’associazione nata per riproporre le gesta di Joe Petrosino si ricorda dell’esistenza anche di questa testata giornalistica e la sua addetto stampa Filomena Chiappardo ci ha inviato una petizione che il presidente dell’Associazione Vincenzo La Manna e il segretario Enrico Tepedino hanno indirizzato al Presidente della Repubblica ed al ministro dell’interno che noi, con vivo piacere, pubblichiamo integralmente: “L ‘Associazione Internazionale Joe Petrosino, che ha sede nel Comune di Padula, sin dalla sua nascita, si prefìgge, quale obiettivo principale, la cultura della legalità ed ogni anno bandisce ed assegna un premio tra i magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine ed esponenti della società civile che si sono particolarmente distinti nella lotta contro il crimine organizzato: lo scorso anno tale premio è stato attribuito, tra gli altri, ad Ignazio Cutrò, imprenditore della provincia di Agrigento, che sin dal 1999 ha subito numerosi attentati finalizzati a colpire la sua attività, semplicemente perché non si è mai voluto piegare ai voleri della mafia. Dal 1999 al 2006 è stato oggetto di continui attentanti ed intimidazioni mafiose, ma ha sempre proseguito, imperterrito ed incurante del pericolo che correva lui e la sua famiglia, lungo la strada della legalità, deciso e determinato a far prevalere la giustizia e l’onestà rispetto alla delinquenza ed al sopruso. Queste sono state le motivazioni che hanno spinto questa Associazione ad attribuirgli il XV Premio Joe Petrosino lo scorso anno, ma la sua storia ha colpito talmente tanto che ci siamo ritenuti in dovere di portare ali ‘attenzione delle Loro Autorità, ognuna per quanto di propria competenza, perché ci sia un segno tangibile che lo Stato, per i cittadini onesti, c ‘è sempre! Quest’uomo, dal 2006/2007, da quando ha deciso di diventare testimone di giustizia facendo arrestare numerosi esponenti di spicco della mafia, ha dovuto cessare la propria attività imprenditoriale perché non riceveva più alcuna commessa da chicchessia e, purtroppo, lo Stato, che lo doveva proteggere e sorreggere, è stato alquanto assente, al punto che gli fu consigliato, addirittura, di abbandonare il proprio Comune e di entrare in un sistema di protezione! Questo, a parere di questa Associazione, è inaccettabile perché non sono le persone oneste e rispettose della Legge a dover andare via dalla proprie case, dai propri familiari, dalle proprie tradizioni, dalle proprie abitudini ma sono i delinquenti che devono essere mandati via, incarcerati e con il divieto di recarsi in quei posti dove hanno arrecato tanto dolore e danno! La giustizia non può essere alla mercè di questi delinquenti ma deve essere una garanzia per i cittadini onesti e rispettosi della legge. Ignazio Cutrò è stato ed è l’esempio dì come le cose non devono andare: appena è andato in difficoltà, per esclusiva colpa dei mafiosi che lo ricattavano, i tanti avvoltoi, che solitamente girovagano intorno, si sono precipitti per approfittare della situazione e nessuno, NEMMENO LO STATO, gli ha dato un segnale positivo porgendogli, in qualche modo, una mano! Le banche hanno immediatamente attivato tutte le loro procedure finalizzate al recupero del danaro senza preoccuparsi minimamente delle difficoltà che lo stesso stava attraversando e per quali motivazioni! Questa Associazione ritiene che, proprio per dare un segnale concreto a tutte le persone che si trovano nelle stesse situazioni di Ignazio Cutrò, lo Stato deve essere parte attiva e, quindi, proporsi contro tutti coloro i quali intendano approfittare del momento di difficoltà causato da comportamenti delittuosi che sono unicamente finalizzati ad appropriarsi indebitamente dei patrimoni delle persone perbene che, con tanti sacrifici ed onestamente, sono riuscite a mettere da parte. Perciò, sarebbe il caso di tutelare i beni delle persone che sono oggetto dei soprusi dei malavitosi prevedendo l’impignorabilità della loro casa e dei beni strumentali necessari per lo svolgimento della propria attività lavorativa e dando, lo Stato, la possibilità, a questi imprenditori, di lavorare, ordinando direttamente delle commesse: ecco, questo sarebbe un segnale tangibile della presenza dello Stato! E per questo che ci rivolgiamo a Voi, in qualità di importantissimi rappresentanti dello Stato, affinchè prendiate in seria considerazione di tutelare, sotto ogni aspetto, chi rispetta ed osserva le leggi, senza che debbano fuggire e/o nascondersi dai delinquenti i quali, invece, devono essere seriamente puniti, senza ingiustificati sconti di pena, e ciò per dimostrare chiaramente che lo Stato è dalla parte dei cittadini onesti e, così facendo, dare un chiaro segnale alle organizzazioni criminali. Nel ringraziare anticipatamente per il tempo che ci è stato dedicato, fiduciosi di un positivo riscontro della presente, rimaniamo in attesa di Vs. gradite comunicazioni”.

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