SALERNO – Mi è stato segnalato che su un quotidiano online della nostra città domenica 24 aprile 2016, alle ore 17.18, era stata pubblicata una notizia abbastanza inquietante; questa: “Appena il presidente del consiglio ha lasciato la Stazione Marittima due ragazzini sono riusciti ad entrare nel sottopiazza dove, in pochi minuti, avrebbero distrutto una parte dell’arredamento del cantiere ancora in costruzione. Neanche il tempo di inaugurare il completamento dei lavori della Stazione Marittima di Salerno, alla presenza del premier Matteo Renzi, ecco che dei presunti vandali sarebbero tornati a colpire all’interno del cantiere di Piazza della Libertà. Già perché, appena il presidente del consiglio è andato via due ragazzini sono riusciti ad entrare nel sottopiazza dove, in pochi minuti, avrebbero distrutto una parte dell’arredamento del cantiere ancora in costruzione. Le foto sono state pubblicate nel gruppo Facebook “Salerno-Cantieri&Architettura“. A corredo della notizia anche una fotografia (quella che noi ripubblichiamo), tratta da “Salerno-Cantieri&Architettura”, un gruppo presente su FaceBook (tanto per cambiare !!). Non intendo, minimamente, infierire contro il quotidiano online interessato e neppure contro i giornalisti che lo animano quotidianamente; ma mi piace sottolineare come il caso di che trattasi rispecchia esattamente il mio pensiero su uno dei più grandi social di tutto il mondo: un letamaio di incredibili monnezze. Ovviamente uno può anche evitare di andare su FB anche se, nell’immaginario collettivo, si è ormai radicato il pensiero che chi non va su FB è fuori da ogni discorso della moderna comunicazione globale. Sarà anche vero (difatti su FB ci va anche Papa Francesco !!), ma è altrettanto vero che questi social hanno creato una falsa palestra globale nella quale tutti credono di essere grandi giornalisti, grandi pensatori, grandi filosofi, grandi moralizzatori ecc. con gente che spesso si nasconde dietro l’inqualificabile anonimato. Insomma un mondo, quello del web, che innanzitutto ha snaturato il mestiere di giornalista (fatto di attenzione alle notizie ed alla loro verifica, punto per punto) ed in secondo luogo ha creato una sorta di gara irrefrenabile alla conquista della “notizia per la notizia”, costi quel che costi, da pubblicare subito in modo da essere i primi contro tutti e contro tutto; tanto poi c’è sempre la possibilità di correggere e/o di consentire eventuali precisazioni e smentite. In questa trappola infernale sono caduti, mi spiace rimarcarlo, i giornalisti del quotidiano online interessato alla pubblicazione della notizia in questione; nella fretta di arrivare primi sulla “clamorosa notizia” (si fa per dire !!) non hanno perso neppure un nano-secondo per cercare di verificare l’attendibilità della stessa notizia dandola in pasto a quel letamaio di FB che tutto travolge con il suo fango; e, purtroppo, non hanno pensato neppure un nano-secondo all’impatto che quella notizia, falsa e tendenziosa, avrebbe potuto avere sulla psicologia di due bravi ragazzi che, più per gioco che per altro, si erano incautamente introdotti nel sottopiano di Piazza della Libertà e, come fanno tutti i ragazzini e come abbiamo fatto tutti noi quando ragazzini lo siamo stati, avevano poggiato i piedi sull’ultimo (dall’alto verso il basso) bastone di metallo (che nella foto si vede divelto dalla sua sede naturale) della ringhiera di protezione causandone la fuoriuscita dalla sua sede. Tutto qui il danno causato dai due ragazzi che sono stati costretti a scappare velocemente verso casa perché inseguiti e minacciati da qualche “imbecille” che non ha pensato minimamente a ciò che poteva causare con il suo inseguimento perché pervaso da una folle mania del tipo “il vendicatore della notte”. Ecco, tutto questo produce il social più famoso del mondo; e non vale a niente che poi i giornalisti abbiamo utilizzato il verbo al condizionale aggravando la loro smania di grandezza con la pubblicazione di altre foto che niente hanno a che fare con i due ragazzini e che, sempre, quei folli vendicatori avranno consegnato agli incauti giornalisti; la necessità di una regolamentazione di FB diventa sempre più pressante. Poche righe per mandare letteralmente in crisi due bravi ragazzi trascurando i tanti problemi fisici e danni psicologici che una notizia del genere poteva e può creare ai due interessati, senza dimenticare o sottovalutare la rabbia che nell’immaginario collettivo può suscitare e senza porsi e porre domande sulla sicurezza che comunque deve essere garantita alla struttura rendendola impenetrabile. Difatti se i due ragazzini hanno avuto la possibilità di entrare nel sottopiazza dell’ormai famigerata Piazza della Libertà (premesso che non dovevano farlo !!) qualcosa in quel cantiere (non si capisce se ancora sotto sequestro giudiziario !!) non ha funzionato e non funziona anche sotto il profilo della sicurezza e dell’incolumità delle persone; una responsabilità che ricade interamente sulla ditta appaltatrice dei lavori e/o sul custode giudiziario. L’abusiva entrata dei due ragazzi può anche essere condannata ma la responsabilità della corretta tenuta del cantiere rimane intatta e ricade tutta sui soggetti sopra citati con gravi ripercussioni di carattere penale e civile. Oltretutto il corretto e civile comportamento dei due ragazzi (con la discesa in campo anche dei rispettivi genitori) è ravvisabile nella pronta dichiarazione di assunzione di responsabilità e di disponibilità a rifondere il danno prodotto; questo è un comportamento che va premiato e non condannato come fossero dei “vandali cafoni” (termini tanto cari all’ex sindaco De Luca); nei panni dell’amministrazione comunale additerei come esempio di correttezza civile il comportamento che hanno tenuto nelle ore immediatamente successive all’incidente causato, ripeto, più per gioco che per mera intenzione distruttiva. E, infine, bisognerebbe comunque mettere un freno alla fantasia giornalistica che tende sempre ad accoppiare i fatti; cosa c’entra la circostanza tra Renzi e l’atto dei due ragazzi. E’ qui l’errore più grave del quotidiano online che nel tentativo di dare maggiore clamore alla “grandiosa notizia” non ha perso neppure un attimo a chiamare in causa anche la visita improvvisa e non prevista del premier Matteo Renzi, quasi a lasciar passare la presunzione che i due ragazzi si sarebbero mossi come due contestatori dei centri sociali contro le istituzioni più alte dello Stato. Quelli che hanno minacciato ed inseguito i due ragazzi non sono “uomini” ma solo imbecilli che non si sono resi conto di quello che poteva accadere se i ragazzi in fuga per la paura avessero avuto qualche incidente; i ragazzi per bene (che non sono autorizzati a fare danni) si vedono da lontano, il problema è che i ragazzi delinquenti (e in quella zona della città ce ne sono diversi) si vedono anch’essi da lontano e verso questi ultimi, certamente, i due “uomini” si sarebbero ben guardati dall’inseguirli con urla e minacce. E’ il solito ritornello all’italiana che tende a colpevolizzare i bravi ragazzi e a tenersi ben distanti da quelli che sanno reagire fisicamente e malamente: bella impresa dei due sconsiderati gradassi contro due riconoscibili bravi ragazzi. C’è bisogno, sempre e comunque, di riflettere almeno per qualche secondo prima di compiere gesti che potrebbero avere conseguenze devastanti. Conosco i nomi dei due ragazzi coinvolti, loro malgrado, in questa bruttura ma non è il caso di citarli; sarebbe come concentrare soltanto su di loro un discorso che deve essere letto in maniera più generale e che deve riguardare tutti i ragazzi della città con un messaggio chiaro, costruttivo e culturale che con l’aiuto dei genitori (così come hanno fatto quelli dei due ragazzini inseguiti e minacciati) dovrebbe passare anche attraverso le scuole di ogni ordine e grado, con il supporto dell’amministrazione comunale e delle istituzioni. Mi basta sapere che sono ragazzi perbene, figli di persone perbene e nipoti di un personaggio che, seppure per breve tempo, ha illuminato la vita sociale e, soprattutto, giudiziaria della nostra città; un personaggio ricordato molto poco dalle ingrate istituzioni che dovrebbero, invece, elevarlo agli altari della signorilità, della classe e della professionalità. Ma questa è una città molto strana che è arrivata al punto di consentire ai delinquenti di occupare spesso le prime pagine dei giornali con vergognose tirate innocentiste e pronta a dimenticare fulgidi esempi di educazione civica; questa è una città che non rende mai ciò che le si dà; per questo ammiro incondizionatamente il sacrificio volontario dei due ragazzi di autodenunciarsi mettendoci la faccia ed uscendo allo scoperto. E queste cose le possono fare soltanto le persone perbene; non so se i “due uomini”, presumibilmente adulti, avranno lo stesso coraggio di uscire allo scoperto per rendere conto della stravagante corbelleria commessa in maniera miserevole in danno di due ragazzini. La notizia, ogni notizia, va data ma soltanto dopo una corretta verifica e corredata da un giusto e doveroso approfondimento; tutto questo se vogliamo davvero ridare al “mestiere più bello del mondo” la sua giusta collocazione sociale.
direttore: Aldo Bianchini
Ottimo!!! La prima osservazione da parte del “gruppo” doveva essere: “Come è possibile? Un cantiere incustodito? Le foto “choc” della “vandalizzazione”, dovevano servire, semmai, a mettere in risalto come è stato facile , per due ragazzini entrarvi.
ho letto la dichiarazione di uno dei due ragazzini (che oltre mezzanotte, sebbene minorenne, ancora scriveva sul letamaio di facebook (dove ci si potrebbe iscrivere solo da maggiorenni) che in quel posto ci sono sempre drogati. La mia domanda, da madre e da educatrice è: dove erano i genitori? sapevano che spesso e volentieri i loro figli entravano in un cantiere? (è vero direte che era facile entrarvi,ma se io lascio la porta aperta, mica per forza devi entrare a rubare?)sapevano che i loro figli vi avevano incontrato dei tossicodipendenti? si sono mai chiesti perchè i ragazzini dovevano entrare a saltellare sulle ringhiere?