Dopo la morte di Gheddafi che ha messo un punto a 42 anni di regime, la Libia festeggia la liberazione totale del Paese. La proclamazione di domenica mette fine a un aspro conflitto durato otto mesi e che, secondo il Consiglio Nazionale di Transizione, è costato la vita a circa 30 mila persone. L’annuncio ufficiale della liberazione della Libia sarà pronunciato oggi a Bengasi. Il capo del CNT, Mahmud Jibril, nel corso del Forum economico mondiale in Giordania, ha annunciato che nel giro di otto mesi saranno organizzate le elezioni per eleggere un Congresso nazionale libico che sarà chiamato a svolgere le funzione di un parlamento. Le principali mansioni del congresso, ha spiegato Jibril, saranno due: la redazione di una costituzione, che in seguito sarà oggetto di referendum, e la creazione di un governo ad interim, in carica fino alle prime elezioni presidenziali. Il capo del CNT ha sottolineato come prioritario e imminente il ritiro delle armi in circolazione in tutto il Paese e il ritorno all’ordine e alla stabilità. Un’operazione, questa, non di semplice attuazione dato che sarà complicato fare una ricognizione di tutte le armi di cui sono in possesso i civili. Inoltre, bisognerà fare i conti con le fratture tra le diverse tribù della popolazione libica. Il percorso verso la democrazia sarà lungo e complesso e per conseguire tale successo sarà necessario mettere in campo tutte le forze nazionali che, con l’ausilio della comunità internazionale, dovranno mirare a ricostruire o, forse, a costruire l’unità del Paese, trovando il giusto equilibrio tra le varie componenti della popolazione locale. Intanto la Nato fa sapere che entro il 31 ottobre prossimo termineranno le sue operazioni e l’Unione Europea, inizialmente divisa per le posizioni dei Paesi pro e di quelli contro l’intervento in Libia, si è detta pronta ad impegnarsi in un “partenariato di lunga durata”. Tale cooperazione sarà tesa a soddisfare tre volet: quello politico per la creazione di istituzioni democratiche, economico per il rilancio dell’economia e umanitario per garantire l’assistenza medico-sanitaria necessaria.