Dal 2013 le scuole rilasceranno pagelle on-line e certificati scolastici in formato elettronico “per la gestione informatizzata delle carriere degli studenti e per consentire le iscrizioni e i pagamenti delle tasse scolastiche on-line”. E’ quanto prevede, tra le altre cose, la bozza del dl sviluppo allo studio del governo. E’ vero che in questo contesto “depressione” è inteso anche, se non soprattutto, in senso psicologico, ma il giovane zuccone a cui, per i pessimi voti, non viene comprato il motorino potrà appunto con la sua infelice esperienza testimoniare incontrovertibilmente come la pagella impedisca la crescita economica. In questo momento supremo il Governo, che già, in materia economica, così numerose e brillanti prove ha dato di sé, raccoglie però la sfida della crisi e attacca appunto il problema sviluppo alla radice. La pagella di carta viene abolita per legge, relegata tra le ignominie di un triste passato, redenta per sempre dalla iPagella. Anche se poi, a ben riflettere, non essendovi alcuna disposizione che imponga ai genitori italiani di avere una connessione Internet, un indirizzo email, un’alfabetizzazione informatica tale da riuscire ad aprire una mail e scaricare un allegato, i malintenzionati già vaticinano che qualche difficoltà il geniale provvedimento sarà destinato a incontrarla. Chi dovrebbe immettere i dati sul web? Il personale amministrativo, che non sempre ha la formazione adatta ed è perennemente sotto organico? Lo stesso decreto sviluppo prevede un taglio di 1000 dirigenti amministrativi e 1000 impiegati: come si fa a offrire un servizio migliore a queste condizioni?». C’è anche un ostacolo di natura giuridica: «Il valore legale del titolo di studio è legato al diploma cartaceo. Bisognerebbe modificare la norma per dare un valore anche alla pagella online. Insomma, mi sembra solo propaganda». I dubbi sorgono sul “come”,se il Ministero dell’Istruzione non fornisce alle scuole nemmeno i soldi per il toner o la carta igienica, come organizzerà il servizio? Oppure si finirà – in caso di fallimento – per addossare la colpa agli statali, “per natura” fannulloni? Ci lascia sgomenti la facilità con cui si scarica sulle scuole un’innovazione di tale portata, senza proporre nessun investimento». Ci sono difficoltà anche di ordine pratico: «Si dovrebbe trovare un programma che garantisca al tempo stesso la privacy dell’insegnante e la collegialità del voto, è già stato individuato? Chi si occuperà della formazione?». Per le pagelle online è dunque è tempo di esami di riparazione. A settembre. O più in là.
direttore: Aldo Bianchini