Costruttori: ma l’ACS davvero ha sfrattato l’Ance ?

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Il commento dell’anonima lettrice “Orsola”, postato in calce all’articolo del 22 novembre 2015 dal titolo “Costruttori: ritorna l’Acs che sfratta l’Ance”, mi dà la spinta per una precisazione definitiva sulla vicenda. Prima di ogni altra cosa ecco cosa scrive, alle ore 19.05 del 23.11.15  Orsola: “La verità forse è un’altra: Lombardi non può usare la sigla ANCE perchè è stato interdetto dall’Associazione Nazionale. Quello che – abilmente – viene presentato come un recupero della storia, in realtà è un ripiego”. A me piace rispondere, far crescere un dibattito, insomma non passare soltanto le veline senza un doveroso commento; anche perché le notizie, ogni notizia, può essere vista e letta comunque da diversi punti di vista, tutti rispettabili. Così com’è rispettabile, ma non del tutto condivisibile, il punto di vista di Orsola; certo se ci fermiamo alla lettura del commento da un punto di vista letterale la considerazione è assolutamente condivisibile, lo è soltanto in parte se si va oltre la lettura letterale. E chiarisco anche perché. Sulla vicenda si scontrano, a prima vista, già due realtà distinti e contrapposte: Lombardi è stato cacciato dall’Ance nazionale e Russo con l’Aies è entrato a pieno titolo; questa la realtà nazionale che, sincerità per sincerità non so fino a che punto può contare nell’ambito di un discorso politico-imprenditoriale che i costruttori edili di questo Paese fanno da sempre su scala provinciale prima ancora di quella nazionale e internazionale; del resto le regole di partecipazione ai lavori pubblici (perché questo è il vero problema !!) non le decide né l’ANCE romana, né la salernitana AIES di Russo e neppure la ritrovata ACS di Lombardi, per non parlare dell’ UCS di Andreozzi. Le regole, sia chiaro, le detta lo Stato e per esso il Ministero delle infrastrutture, un organismo pienamente politicizzato e non controllabile da nessuna della miriade di associazioni costruttori esistenti sul territorio nazionale. Se si pensa a tutto questo l’affermazione di Orsola incomincia a vacillare, anche perché se le parole “interdetto e sfratto” non si adattano alla perfezione per la situazione salernitana che vede, comunque, lo sfratto fisico dell’Aies di Russo a tutto vantaggio della rinata Acs di Lombardi perché, come ho scritto tante volte (e il particolare deve essere sfuggito all’attenta lettrice), l’imprenditore di Vallo della Lucania aveva costruito intorno a se un’Ance fortissima con un numero eccezionale di imprese iscritte, imprese che nella quasi totalità sono rimaste con Lombardi anche per questa nuova avventura dell’ ACS che affonda le sue radici nella storia imprenditoriale di questa città e di questa provincia. E’ chiaro, o almeno dovrebbe esserlo, che alla base di questa guerra intestina ci sia la vorace spartizione dei lavori pubblici, da una parte e dall’altra, e che in questo l’ex presidente dell’Ance e attuale presidente dell’Acs ha recitato una parte importante fino al punto di acquisire e poi dissipare il patrimonio della Salernitana Calcio (patrimonio sportivo di grosso impatto sull’opinione pubblica anche in termini politici) per ingraziarsi il “capo supremo” e risultare così agevolato nell’assegnazione dei grandi lavori pubblici. Il colpo era stato studiato con molta intelligenza, gli è andata male perché i suoi rapporti con il kaimano si sono presto consumati e deteriorati, fino al punto di arrivare alle grandi querelle giudiziarie sia per la Salernitana che per l’aggiudicazione dei grandi lavori. Sul punto abbiamo assistito allo scontro diretto e indiretto di alcune grandi famiglie imprenditoriali che se le sono suonate di santa ragione e che, pur non avendo una fede politica incrollabile, si sono affiancate quasi sempre all’uomo più forte del momento in quello che è un discorso complessivo che viene da lontano; parlo della trasformazione del rapporto politica-impresa che è passato dalla sudditanza della politica alla sudditanza dell’impresa subito dopo la tangentopoli nazionale che ha segnato la linea di demarcazione di questo passaggio storico. Dunque, se Antonio Lombardi è stato molto abile nell’accaparramento della prestigiosa sede di Via Galloppo, non lo è stato altrettanto nel rapporto con la politica; non perché fosse restio a tale tipo di compromesso ma soltanto perché altri sono stati più abili di lui. Da qui l’estromissione, probabilmente anche illegittima, dall’Ance nazionale. Vale a poco o niente la strombazzata inaugurazione, contestualmente alla riesumazione dell’ACS, della nuova sede per Ance/Aies di Russo; la verità è che l’associazione di Russo è stata sfrattata dalla sua sede storica a tutto vantaggio dell’associazione di Lombardi.

One thought on “Costruttori: ma l’ACS davvero ha sfrattato l’Ance ?

  1. La ringrazio per la considerazione prestata al mio commento. Ho letto con attenzione la Sua disamina. In conclusione, leggo: Lombardi è proprietario di un immobile con l’insegna Associazione Costruttori. E basta. Ciò non toglie che la rappresentanza nazionale ce l’abbia l’AIES di Russo. Per fare un paragone a noi vicino, l’ACS di Lombardi sarà una CIDEC dei costruttori. E non per scelta autonoma, ma perchè buttata fuori dall’ANCE per motivi di etica associativa, di regole violate. E la presunta forza dei numeri di Lombardi, già intaccata dalla fuoriuscita di Andreozzi, oggi è ancora meno “pesante”.

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