SALERNO – Anche i “grandi uomini della terra”, per non dire i grandi politici, hanno avuto ed hanno bisogno di un po’ di fortuna per vincere le battaglie e superare tutte le avversità. All’apice della sua fortuna terrena Alessandro Magno commise la fesseria di fare un bagno fuori stagione e morì giovanissimo (supposizione mitologica !!); e per non citarli tutti basta andare con la mente al 1815 nella piana di Waterloo (storicamente la battaglia di Mont Saint Jean !!), era il 18 di giugno e Napoleone, tradito dai suoi consiglieri, non era stato avvertito della pioggia imminente, i rinforzi non arrivarono, e perse la battaglia, il trono e tutto quello che aveva conquistato. Come dire che i “grandi” del passato sono stati sempre fregati da un pur piccolo colpo di sfortuna. L’unico che passa indenne attraverso tutte le avversità della vita personale e politica è il kaimano Vincenzo De Luca; non che Lui sia un grande come quelli del passato, ma rispetto a tutti quelli che oggi calcano la sceneggiata politica è senza dubbio un grande. La sua luminosa (si fa per dire !!) vita politica è frastagliata da momenti di veri e propri colpi di fortuna; l’elenco di questi momenti sarebbe lunghissimo, e rifarlo non è necessario; basta citare soltanto gli episodi più significativi. Nel pomeriggio del giorno 3 dicembre 1993, venerdì, giorno di chiusura della campagna elettorale per il ballottaggio comunale tra De Luca e Acocella, il candidato sindaco Vincenzo De Luca incontra, presso l’Hotel La Lucertola di Vietri sul Mare (come è giusto fare in una campagna elettorale), il gotha dell’imprenditoria salernitana per spiegare loro il suo progetto di governo dell’amministrazione comunale. All’incontro, tra gli altri, sono presenti Alberto Schiavo (imprenditore vallese di grande successo e appaltatore di molti grandi lavori pubblici), Luigi Cardito (avvocato, imprenditore, presidente dell’Ance –associazione costruttori di Salerno), Aldo Linguiti (massimo dirigente del Cipe, l’organo che eroga i fondi per i lavori pubblici). Il candidato De Luca li convince della validità del suo progetto e gli imprenditori vanno via. Capita, però, che i tre sopra citati vengono arrestati la mattina del 5 dicembre (proprio il giorno del ballottaggio) sulla base di un ordine di cattura firmato dai pm Vito Di Nicola e Luigi D’Alessio almeno dieci giorni prima. Dato che non parliamo di criminali incalliti si dà per scontato che l’ordine di cattura è immediato, innanzitutto per motivi di segretezza delle indagini. Non si è mai saputo il perché di quel ritardo e se quel ritardo fu voluto al fine di consentire prima dell’arresto l’incontro con il quasi certo futuro sindaco di Salerno. Questo il primo colpo di fortuna. Nel corso della seconda metà degli anni ’90 il compianto professore-ingegnere Franco Amatucci depositò in Procura a Salerno un memoriale contro Vincenzo De Luca per la questione della “Salerno Sistemi” in merito alla spartizione politica degli appalti e dei subappalti.
Dopo svariati accertamenti il pm Filippo Spiezia fissa per la mattina del 10 dicembre 2001 il confronto all’americana tra Amatucci e Galdi per la verifica finale di alcune incongruenze già rilevate dal pm a carico dell’allora deputato Vincenzo De Luca (il sindaco era Mario De Biase). Tutta la città aspettava con ansia gli esiti di un confronto che si annunciava abbastanza drammatico per entrambi i personaggi coinvolti; Amatucci era stato uno dei due “compassi d’oro” della tangentopoli salernitana e De Luca era stato vicesindaco con Giordano e poi sindaco, ormai lanciato verso il dominio totale della politica nostrana. La sera della domenica 9 dicembre 2001 accade, però, l’irreparabile; il professore Amatucci si trova nel suo studio ed è intento all’elaborazione degli ultimi dati che la mattina dovrà presentare nel corso del confronto; intorno alle ore 19.00 il fattaccio: a causa di un poderoso infarto il professore Amatucci muore sul colpo. La notte che seguì fu definita “la notte dei misteri”; gli inquirenti non trovarono nello studio né la borsa e né le chiavi, e non c’era nemmeno l’autovettura del docente universitario. Il PM Spiezia bloccò la salma per ulteriori indagini, qualcuno pensò anche ad un omicidio, ma il tutto venne risolto nella prima mattinata del 10 dicembre con il ritrovamento dell’autovettura, della borsa e delle chiavi. La segretaria spaventata dall’evento luttuoso, dopo aver dato l’allarme, era fuggita via. Ovviamente il confronto all’americana non si è mai più tenuto. Questo il secondo colpo di fortuna. E arriviamo rapidamente ai giorni nostri. Questa volta è un personaggio del Comune. Paolo Donatantonio (capo del cerimoniale del sindaco), a mandare in fibrillazione l’organizzazione politica deluchiana; in molti affermano che Paolo (definito l’uomo ombra di De Luca) è in possesso di notizie inquietanti e che è pronto a parlare con gli inquirenti; gli squartano anche le quattro gomme della macchina; viene inspiegabilmente allontanato dall’ufficio cerimoniale; ma quando sta per essere convocato dagli investigatori si ammala di tumore. La mattina del 17 aprile 2014, muore. Questo il terzo colpo di fortuna. In questi giorni Vincenzo de Luca è stato scaraventato in una furiosa tempesta politico-giudiziaria per presunta corruzione in atti giudiziari di un giudice e mentre era su tutti i giornali d’Italia e veniva schernito da tutta la satira nazionale, ecco il colpo di fortuna finale: gli jihadisti e l’attentato di Parigi che ha avuto ripercussioni anche sul Consiglio Regionale (seduta sospesa e fuga di De Luca dalle spiegazioni sullo scandalo Mastursi !!). Da sabato scorso tutti parlano di Parigi e il nuovo colpo di fortuna ha salvato per l’ennesima volta Vincenzo De Luca che drasticamente esce dalla scena molto dannosa.
direttore: Aldo Bianchini
Esperto Direttore,
che memoria di ferro…….quanti fatti riportati dal passato a questo “indecente presente”.
Invocare i tristi fatti di Parigi per sostenere che abbiano spostato i riflettori da cose ,sicuramente importanti…..localmente………., su cose, e su fatti, “veramente importanti”, io dico (mi sbaglierò), non le sembra, dico, un pochino esagerato? Quanta importanza per cose prive di importanza (quelle locali), ………almeno, da non meritare un Suo approfondimento (almeno secondo il mio punto di vista).
Nel bene o nel male si finisce per parlare sempre della stessa persona, e non so se sia necessario parlarne anche “cabalisticamente”. Non crede ? Quanta “inutile” importanza.
Diceva un proverbio….: “una risata vi seppellirà” e io preferisco, se proprio bisogna parlarne ,parlarne così…..con una poesia di Trilussa.Chi vuole capire ……capirà :
L’elezzione der presidente
di Trilussa
Un giorno tutti quanti l’animali
sottomessi ar lavoro
decisero d’elegge un Presidente
che je guardasse l’interessi loro.
C’era la Società de li Majali,
la Società der Toro,
er Circolo der Basto e de la Soma,
la Lega indipennente
fra li Somari residenti a Roma;
eppoi la Fratellanza
de li Gatti soriani,de li Cani,
de li Cavalli senza vetturini,
la Lega fra le Vacche,
Bovi e affini…
Tutti pijorno parte a l’adunanza.
Un Somarello, che pe’ l’ambizzione
de fasse elegge s’era messo addosso
la pelle d’un leone,
disse: – Bestie elettore, io so’ commosso:
la civirtà, la libbertà, er progresso…
ecco er vero programma che’ ciò io,
ch’è l’istesso der popolo! Per cui
voterete compatti er nome mio. –
Defatti venne eletto propio lui.
Er Somaro, contento, fece un rajo,
e allora solo er popolo bestione
s’accorse de lo sbajo d’avé pijato un ciuccio p’un leone!
– Miffarolo! – Imbrojone! – Buvattaro!
– Ho pijato possesso:
– disse allora er Somaro – e nu’ la pianto
nemmanco se morite d’accidente.
Peggio pe’ voi che me ciavete messo!
Silenzio! e rispettate er Presidente
P.S. : ogni riferimento a fatti, animali e Presidenti è puramente casuale.