SALERNO – Un altro capolavoro investigativo della Guardia di Finanza di Salerno ? Può darsi, anche se qualche dubbio lo avanzerei senza alcun timore, perché sono ormai troppe le inchieste che scoppiano in maniera plateale e finiscono nel dimenticatoio dei tempi ed anche della giustizia. Le accuse ipotizzate a carico del sindaco di Pontecagnano, Ernesto Sica, mi sembrano in sincerità molto eclatanti, quasi esasperate e tirate per il collo: aggravante del metodo mafioso, abuso d’ufficio, corruzione, falsità ideologica, peculato, turbata libertà degli incanti, abusiva attività finanziaria. Agghiacciante, neppure il famigerato Totò Riina ha collezionato, forse, una simile sfilza di accuse che, al momento, rimangono fortunatamente per Sica allo stato di mere ipotesi. Tanto è vero che il saggio Procuratore della Repubblica, Corrado Lembo, ha più volte stigmatizzato in conferenza stampa che le perquisizioni a carico del sindaco di Pontecagnano erano e sono da inquadrare nella più leggera procedura di “atto dovuto al fine di acquisire elementi di prova in ordine alla regolarità di alcune autorizzazioni concesse per lavori di ristrutturazione e all’affidamento di appalti del Comune di Pontecagnano Faiano”. Ma la precisazione, tecnicamente perfetta, del Procuratore Capo non è valsa ad evitare l’accanimento mediatico cui lestamente è stato sottoposto il malcapitato Ernesto, un accanimento che ha immediatamente superato, e di gran lunga, tutti gli altri clamorosi accadimenti politici e giudiziari che hanno costellato la vita politica e personale del nostro personaggio in questi ultimi anni. Ernesto Sica ha avuto la capacità di un trasformismo fisico e politico senza pari; ha rivaleggiato con uomini potentissimi, ha amoreggiato con donne bellissime e affascinate dal suo potere; questo in sintesi è Ernesto Sica. Non si era ancora spenta l’eco del dossieraggio para-sessuale contro l’ex governatore Stefano Caldoro e la revoca della delega di assessore regionale che già si era ripresentato in grande spolvero nel cinema teatro Augusteo per incontrare l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quasi sospinto dal suo amico-nemico Vincenzo De Luca nelle braccia del capo dello stato tra i risolini generali degli astanti. E’ stato capace di dimagrire ed ingrassare a più riprese ed è sempre stato molto simpatico verso tutti ed ha inanellato una serie impressionante di amicizie buone (e forse anche pericolose, se quella con i Toriello è da considerare tale !!); è stato non solo ospite ma quasi padrone di casa di Silvio Berlusconi sia ad Arcore che a Palazzo Grazioli; ha incontrato e stretto la mano di Procuratori Generali, Presidenti di Corte di Appello e Tribunali, capi della Procura, pubblici ministeri, magistrati, avvocati, sindaci, assessori, politici in genere e quasi tutti sono caduti nella trappola della sua estrema e disarmante gentilezza innata nel suo stile di vita. A carico di Ernesto Sica si può dire di tutto e di più, ma arrivare a definirlo un soggetto ad alto rischio e in combutta con la malavita organizzata dei Picentini e del salernitano, mi sembra davvero esagerato.
Sarà sicuramente andato a cena con Luciano Toriello ed avrà anche frequentato i “Bagni Savoia”, ma da qui a definirlo mafioso ed a definire mafioso lo stesso Toriello ce ne corre. Ed invece no, la stampa non aspettava altro per attaccarlo e cercare di demolirlo, quella stessa stampa che in tante occasioni lo ha osannato per ottenere, forse, un pezzo di pane quando Ernesto era ai vertici del potere politico. Adesso tutto il PD, pontecagnanese e provinciale, insorge e chiede le sue dimissioni dimenticando, anzi cancellando, tutte le volte in cui Sica è stato costretto a correre verso quel partito per salvarlo da sicuri capitomboli elettorali. Fortunatamente non ho mai fatto parte della schiera di giornalisti che lo ha osannato e portato sugli scudi, soprattutto quando era ai vertici ho sempre cercato di scrivere su di lui in maniera asettica, quasi da sembrare un suo avversario per il numero e il contenuto degli avvisi che metodicamente gli ho lanciato; non sono valsi a niente e questo capitombolo mi sembra molto più pericoloso dei precedenti anche perché qualcosa del passato il bravo Ernesto deve ancora risolverla in termini giudiziari. Cosa dire, in conclusione; si è esposto troppo, è stato a lungo sopra le righe, molte volte ha sfidato tutto e tutti, e queste cose prima o poi si pagano. Parlo del livello politico, ovviamente.
direttore: Aldo Bianchini