SALERNO – Domenica mattina, 4 ottobre, davanti l’edicola di Torrione un mio conoscente ad alta voce diceva: “Ma perché non si fa i c…. suoi questo Pittella, andasse a comandare a Lauria da dove viene e lasciasse scegliere e decidere ai salernitani se uno dei figli di De Luca deve candidarsi a sindaco di Salerno”. La rabbia del mio conoscente era scaturita dalla lettura della copia de “Il Mattino” affisso nella bacheca fuori dell’edicola e soprattutto dal titolo “Assist di Pittella: De Luca jr ottimo candidato” a commento del convegno del giorno precedente su “Runnig academy – destinazione Europa” tenutosi nei saloni del Castello di Arechi a Salerno, con la presenza di Gianni Pittella (europarlamentare) e Piero De Luca (Referendario presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e figlio di Vincenzo), assente il ministro della difesa Roberta Pinotti. Qual è stata la dichiarazione di Pittella che ha indignato il mio conoscente, e non soltanto. “Non lo sto candidando ma non deve essere penalizzato perché figlio di Vincenzo De Luca, ma deve andare avanti per le sue qualità. Altrimenti ci ritroveremo con tanti figli di nessuno che però sono cretini” (fonte Il Mattino). Un’affermazione che Pittella, sinceramente, poteva rispiarmarsi; soprattutto per quanto attiene l’aspetto dei figli di nessuno che secondo Pittella potrebbero essere “cretini”; una sorta di confessione delle sue probabili radici di impenitente razzista. Ma c’è anche un altro aspetto che andrebbe valutato nel concreto dell’affermazione di Pittella in merito al fatto che Piero non può essere penalizzato per via del cognome. L’europarlamentare dimentica, o fa finta di dimenticare, che anche lui è un figlio d’arte non penalizzato dal cognome che porta, anzi anche il fratello è stato forse beneficiato dall’influenza non riduttiva del cognome. Ovviamente a decidere è sempre l’elettore che nel segreto della cabina elettorale dovrebbe scegliere in piena autonomia e libertà se votare o meno per uno dal cognome roboante o per uno sconosciuto che sicuramente non è cretino. Come al solito i figli d’arte, e Pittella è un figlio d’arte, riescono a mistificare i fatti rispetto alle cose che dicono. Anche secondo me, e non solo del mio conoscente, Gianni Pittella poteva farsi i c…. suoi; perché se dici una cosa la devi fire fino in fondo, altrimenti è opportuno tacere. Ebbene la cosa che Pittella avrebbe dovuto dire fino in fondo riguarda l’immagine personale di Piero De Luca che, scevra dalla ridondanza del cognome, ha comunque qualcosa da farsi perdonare dai salernitani, deluchiani e non. Negli ultimi anni certamente Piero De Luca non ha seminato bene lungo il percorso della sua vita politica rispetto a quella professionale che va benissimo ed è di tutto rispetto; ma quello che conta per un personaggio che intende avviarsi nell’amministrazione della cosa pubblica è proprio la vita politica che deve essere dichiaratamente cristallina. Quella di Piero De Luca, purtroppo per lui, non lo è; è storia recente che a suo carico c’è almeno un’inchiesta giudiziaria molto brutta (alludo al crac del pastificio Amato) che è ancora in piena navigazione in un oceano di dubbi e perplessità. Forse per questo, come recitano le cronache del convegno, Piero De Luca è pesantemente arrossito al termine della “dichiarazione spontanea di stima” da parte di uno sprovveduto Gianni Pittella che dopo le tante schermaglie politiche all’interno del PD contro Vincenzo De Luca ora, forse, cerca di accattivarsi la benevolenza del governatore della Campania non trovando di meglio che osannare il figlio. Sarebbe un errore gravissimo per De Luca padre candidare il figlio Piero alla poltrona di sindaco di Salerno; Piero probabilmente si è fatto fuori da solo, rimane la speranza dell’altro figlio Roberto che al momento è immacolato. Per questo ribadisco il concetto che Gianni Pittella poteva farsi i c…. suoi e pensare soltanto alla sua Basilicata, perché in Campania ha già fatto tanti danni; uno per tutti lo scippo del Tribunale di Sala Consilina in favore della sua regione.
direttore: Aldo Bianchini
Carissimo Direttore, ha fatto bene a ricordare chi è e chi è stato per Salerno ed il Vallo di Diano l’on. Pitella. Per quanto riguarda la candidatura del figlio d’arte, rimarcherei due cose:
1- l’inopportunità di una candidatura troppo frettolosa che ai piu’ appare come una cosa di famiglia. Ve lo immaginate il papà ed il figlio tuonare- ogni settimana – dalle reti di lira tv?
2- il kaimano non si smentisce, usa e getta amici o nemici!!!
Negli ultimi tempi ho notato che anche un’emittente, che credevo imparziale, come Telecolore, sta tirando la volata ai figli di De Luca.
Qualche giorno fa il primo (!!!) servizio del TG dedicato proprio al convegno “Runnig academy – destinazione Europa” tenutosi nei saloni del Castello di Arechi, seguito da un’intervista a Piero De Luca.
Mi sono domandato: con tanti problemi che ci sono nella nostra città, questa è la prima notizia da raccontare? Mah!
Ma questa è solo l’ultima delle apparizioni dei figli di De Luca su quella che, ripeto, credevo fino a poco tempo fa un’emittente imparziale, o quantomeno non genuflessa al nostro ex Sindaco (davvero ex?).
Una volta compare un figlio, una volta compare l’altro sempre con i soliti convegni sull’utilizzo dei Fondi Europei, seguito dalla solita intervista (ormai potrebbero usare sempre lo stesso nastro, tanto il discorso lo abbiamo imparato a memoria).
Mah!