SANT’ARSENIO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo il lungo approfondimento del direttore generale della Bcc Monte Pruno, Michele Albanese, che il responsabile dell’area comunicazione ci ha inviato:
“”Sono passati due anni da quando avevamo lanciato un forte grido di allarme per le condizioni tragiche in cui
versavano le infrastrutture interne del nostro territorio di competenza ed, in particolare, le zone degli Alburni e del Cilento. Speravamo di poter smuovere qualcosa, di poter toccare la sensibilità di qualcuno, di risvegliare un po’ di
interesse per la zona più interna della Provincia di Salerno. Abbiamo sempre dichiarato che il nostro ruolo di banca locale ci impone di non dimenticare ciò che accade al territorio viste, in aggiunta, le pesanti conseguenze economiche e sociali che questo continuo disinteresse ha generato nel tempo. Francamente questa condizione ormai sembra essere quasi irreparabile, troppi gli anni di abbandono che hanno lasciato tanti cittadini soli senza più la minima possibilità di avere uno spiraglio, una speranza. Il nostro primo intervento sull’argomento prendeva spunto da un completo isolamento di alcuni paesi; oggi ritorniamo sul tema perché è sostanzialmente cambiato pochissimo rispetto ad allora. Ci siamo chiesti tante volte quale poteva essere il nostro ruolo, quali le azioni da sviluppare per cercare di dare una svolta a questa totale assenza di ascolto da parte delle istituzioni. Qui tocchiamo forse il tasto qui dolente: sono proprio le istituzioni che dovrebbero garantire ai cittadini i servizi necessari, senza se e senza ma. Ma ora basta! Quando finirà questo atteggiamento remissivo che punta essenzialmente a non assumersi le responsabilità che un ruolo esige? Assumere una carica pubblica significa prendersi delle responsabilità, significa dare delle risposte ai cittadini. Certamente nessuno ha la bacchetta magica, ma allo stesso modo nessuno ha dimostrato seriamente di volersi far carico di questo problema di interesse pubblico. Solo parole e false rassicurazioni dai politici di turno, abili a promettere finanziamenti espressi, nostro malgrado, in milioni virtuali, che tali sono rimasti. Ed è qui la chiave di lettura più preoccupante: aver lasciato i nostri territori isolati e sempre più lontani da tutto senza alcun margine e con le speranze ormai ridotte al minimo. Oltre all’indifferenza, oggi osserviamo un abbandono totale, senza precedenti, quasi come ci fosse la
consapevolezza che nulla potesse essere più fatto. Abbiamo acquisito, tutti, una condizione di assoluta passività che sembra oramai consentirci di accettare la realtà come se fosse una conseguenza naturale. E se nessuno vuole più interessarsi di questi problemi, allora vogliamo nuovamente tornare noi sull’argomento, cercando di individuare persone che tengano veramente al nostro territorio, alle sue possibilità di avere un domani. Gli Alburni ed il Cilento vivono un isolamento infrastrutturale non degno di un paese civile che appartiene all’Europa ed all’Italia. Se poi siamo in Italia solo per pagare le tasse ed in Europa solo per subire la pesante ed a volte anche
ridicola normativa comunitaria, allora è il momento di dire basta. A partire dai piccoli comuni del nostro territorio che si trovano a lottare contro uno Stato completamente assente che ormai non trasferisce nemmeno più risorse sufficienti all’ordinaria amministrazione. Ma allora perché continuare così? È veramente possibile vivere questa situazione? Dobbiamo tutti lasciare la nostra terra prima o poi? È accettabile sperare che la prima pioggia non ci porti via le poche “strade-sentiero” ancora agibili ed, oltretutto, abusive che ci portano verso la piana del Sele o verso il Vallo di Diano? Ebbene sì, parliamo di sentieri perché ormai l’asfalto è un ricordo lontano e le sterpaglie si sono appropriate di quel po’ di spazio ancora disponibile per le automobili. Parliamo di tratti abusivi perché pur essendo chiuse tutti le percorriamo come se nulla fosse. La sicurezza stradale, poi, sembra essere un dettaglio che ci viene in mente solo quando, purtroppo, accade qualcosa di grave. Sperare che qualcosa cambi è ormai anacronistico. Non è nemmeno un sogno perché qualche volta i sogni si avverano… Essendo, pertanto, la nostra azienda un soggetto economico che senza territorio non ha ragione di esistere, abbiamo pensato di provare, ancora una volta, ad intraprendere un percorso che possa puntare a smuovere qualcosa. Non lo faremo da soli, sarebbe inutile e presuntuoso, ma con il supporto di tutti: cittadini, imprese, professionisti, amministratori sensibili e disponibili. Cercheremo di creare un pool di operatori che abbiano la volontà di impegnarsi economicamente e
professionalmente per affrontare questa emergenza. Ed i primi saremo certamente noi. La nostra struttura sarà sempre aperta e disponibile per ascoltare proposte che siano finalizzate a migliorare la viabilità primaria dei nostri territori. Non auspichiamo interventi esageratamente costosi o grandi opere, non siamo assolutamente dei folli, ma siamo certi che con il supporto della gente che vive questa terra qualcosa potrà essere migliorato, dando una risposta concreta a tutti e, soprattutto, al sistema pubblico. Già diversi imprenditori del settore hanno confermato la loro disponibilità a contribuire, così come alcuni professionisti. Il nostro impegno sarà quello di cercare coordinare queste volontà, che si uniranno all’azione del nostro istituto di credito, il quale, anche con risorse proprie, si interesserà di intervenire concretamente sulle arterie interne. Da oggi, speriamo, si possa aprire una nuova fase, la quale ci auguriamo sia una svolta positiva per tutti noi. Basta poco, basta crederci, basta amare la propria terra.
Siamo certi che, come noi, tantissimi tengono alle proprie radici ed alla possibilità che questi piccoli comuni
non diventino grandi ricordi, figli di enormi rimorsi. Fin d’ora siamo disponibili ed aperti ad ogni proposta. Sarà l’unione a fare la forza senza protagonisti, ma con un solo obiettivo: sistemare con tanti piccoli interventi e con piccoli contributi lo stato delle nostre strade. La politica non interviene più? I politici sono insensibili dinnanzi questo perdurante stato di emergenza? Ci proveremo tutti noi, insieme, trovando le formule più adatte, auspicando che la burocrazia non sia contro la nostra volontà. Perché farlo? Perché ormai l’unica strada è questa: chi tiene al proprio territorio deve provarlo a difendere, altrimenti nessuno mai lo farà. Proviamoci. La Banca Monte Pruno, anche questa volta, c’è! Chiunque voglia dare il suo contributo può scriverci all’indirizzo segreteria@bccmontepruno.it , dando la propria disponibilità. Grazie dell’attenzione e per tutto ciò che farete per questa che sarà la sfida più importante del nostro territorio: risollevarlo dall’abbandono delle istituzioni per il bene di tutti. F.to: Direttore Generale della Banca Monte Pruno Michele ALBANESE””
NOTA: L’argomento trattato dal direttore Albanese non può rimanere relegato ad una semplice lettera aperta indirizzata a tutti i lettori ed a tutti i cittadini delle zone disagiate della Provincia di Salerno. Deve trovare la sua giusta dimensione in un dibattito generale che la stampa ha l’obbligo di seguire, trattare, approfondire e diffondere. Questo giornale lo farà e già nei prossimi giorni non mancherà un commento del nostro direttore.