Filippo Ispirato
La Federal Reserve, la banca centrale americana, ha lasciato invariato il costo del denaro nella riunione tenutasi ieri a Washington.
I tassi di interesse restano quindi fermi in una forchetta compresa fra lo 0 e lo 0,25%.
Motivi della decisione della Fed sono stati l’andamento dell’economia globale, gli eventi finanziari delle ultime settimane, in particolare il rallentamento del Pil della Cina cresicuto sotto le attese, e l’inflazione che resterà nel breve termine ai minimi e continuerà a salire gradualmente verso il 2% solo nel medio lungo termine.
I tassi di interesse sono vicini allo zero ormai da sette anni dal lontano 2008, anno della crisi dei mutui subprime e, secondo la governatrice Janet Yellen, possono rimanere a questi livelli almeno per un altro mese, fino alla prossima seduta di Ottobre; rinviata quindi qualsiasi decisione di rialzo dei tassi al mese prossimo, o probabilmente, alla seduta di Dicembre.
Il rischio paventato fino ad oggi di un eventuale rialzo, ha detto Janet Yellen, è quello di mettere in pericolo un rilancio economico globale che ancora non convince; questo perchè, sebbene l’economia statunitense stia navigando a velocità sostenuta, il tasso di disoccupazione americano rimane al 5% e l’economia globale risente in maniera sensibile del rallentamento del gigante asiatico.
Il rinvio piace agli analisti finanziari, visti i timori per il rallentamento della Cina, un pò meno ai mercati finanziari e alle borse che temono che la situazione economica al momento non sia ancora sulla strada della ripresa.
La novità di rilievo di questa seduta della Fed sta nella connotazione internazionale delle decisioni della Yellen di lasciare i tassi invariati; si è prestata, infatti, più attenzione all’economia mondiale di quanto sarebbe permesso dal suo mandato, i cui obiettivi sono in primis la stabilità dei prezzi e la piena occupazione degli Usa.