Aldo Bianchini
SALERNO – E’ il primo ateneo del sud, la riconferma è arrivata qualche giorno fa anche se nella ideale scaletta di merito nazionale avrebbe perso ben 4 posti; nonostante tutto mantiene il primato e si piazza al 26° posto su 61 atenei. Al di là di qualche scandalo, tutti ancora da accertare, in merito ai presunti progetti truffa della facoltà di ingegneria e alcuni suoi dipartimenti, al di là del calo vistoso della mobilità internazionale e delle borse di studio, il resto sembra aver superato di una buona spanna tutto quello che di buono sbandierava, in maniera molto politica, il Rettore emerito Raimondo Pasquino. E’ stata implementata anche la ricerca e addirittura c’è stato un salto di qualità per il reperimento dei fondi con il secondo posto in campo nazionale, grazie ad una visualizzazione ed utilizzazione pubblica delle attività che l’ateneo riesce a promanare verso l’esterno per attrarre capitali privati di investimento. La ricerca rimane, comunque, il fiore all’occhiello con standard di altissima formazione in svariate discipline. Di tutto questo, senza alcun dubbio, va al nuovo Rettore Aurelio Tommasetti che ha evitato il pronosticato default nel cambio al vertice ed ha saputo dare quel tasso di cambio generazionale che era atteso da decenni dal “mondo dei saperi” della nostra meglio gioventù. Insomma Tommasetti ha portato una ventata di sicura giovinezza non disgiunta da un modo di agire e di muoversi sul campo portandosi di persona là dove ci sono i problemi e non facendo mancare la sua presenza in nessun angolo del pur vasto ateneo. Anche il look personale non è più quello degli anni addietro con figure, forse, più carismatiche, sicuramente più paludate e più lontane dal contesto socio-studentesco in cui operavano. Oggi il Rettore calza scarpe alla moda, indossa pantaloni tipo jeans molto stretti, e sulla camicia firmata e cravatta punteggiata una giacchettina che riesce ad oscurare anche l’ostentata eleganza della giacca celeste (molto più lunga e larga) indossata dal consigliere regionale Tommaso Amabile che è stato sempre apprezzato per i colori e per il taglio del suo abbigliamento. Forse al Rettore Tommasetti manca quel fiero cipiglio dei rettori di un tempo che quando apparivano in pubblico impressionavano per il loro carisma; ci vuole ovviamente tempo per consentirgli prima di mettere in archivio la necessaria esperienza e poi di esplodere in tutta la sua enorme potenzialità. Perché, ne sono sicuro, di Tommasetti abbiamo avuto modo di vedere soltanto una piccola parte del suo essere “giovane rettore”; anche se questa qualità giovanile, non ostentata ma portata in maniera naturale, lo fa accettare come giovane tra i giovani. E questa è una grande virtù assolutamente sconosciuta a tutti i suoi predecessori, alcuni dei quali, però, si sono distinti per le loro grandi capacità umane e professionali. Perché, se vogliamo fare un’analisi corretta, dobbiamo riconoscere che la nostra università ha avuto sempre eccellenti rettori, anche se quest’ultimo ha qualcosa in più dalla sua parte: la gioventù fisica e la giovinezza intellettuale. Certo ha commesso e commetterà anche degli errori, ma mai questi errori potranno essere catalogati in modo dispregiativo perché discendenti da scelte o ideologie politiche. Fino a questo momento Tommasetti è riuscito a mantenere la grande politica fuori dall’ateneo salernitano, nonostante egli come tutti ha una sua precisa collocazione e colorazione politica. La foto (tratta da Il Mattino del 21 luglio 2015) lo ritrae insieme al consigliere regionale Tommaso Amabile all’inaugurazione del complesso monumentale dell’Immacolata Concezione di Penta; un esempio questo di grande lungimiranza politica per l’università che si proietta nel mondo esterno e si impegna nel restauro difficile e, per certi versi, ardito di un’opera monumentale che era un ex monastero e che presto accoglierà i “corsi post laurea”. Pensate che all’interno di questo complesso i saperi dell’università hanno avuto modo di sperimentare un po’ di tutto: dall’efficientamento energetico agli impianti di illuminazione e di condizionamento. Tremila metri quadrati che l’università ha completamente rifunzionalizzato recuperandone la sua vocazione da sempre legata all’educazione ed all’istruzione. Non dimentichiamo che anche il Comune di Fisciano ha avuto, negli anni scorsi, un ruolo significativo nel trattare con l’università e spingerla verso questo riuscito capolavoro.
direttore: Aldo Bianchini