Aldo Bianchini
SALERNO – La foto che vi mostriamo ha fatto bella mostra di se per due giorni sulla prima pagina de “Il Mattino” (23 e 24 luglio 2015) a giusta dimostrazione della frana che c’era stata qualche momento prima che il fotografo immortalasse la scena: un’autovettura con una bella pietra depositata sul tettuccio. La location è sempre la stessa, cioè la zona del Viadotto Gatto e dell’ingresso delle due gallerie di Porta Ovest in fase di realizzazione. In quella zona le frane, piccole e grosse, sono di memoria storica ed ogni anno (a memoria d’uomo) richiamano l’attenzione dei salernitani per qualche giorno. Poi tutto ritorna nel dimenticatoio. Stante al racconto ricostruito con dovizia di particolari dalla giornalista de Il Mattino sembra che i due occupanti l’autovettura interessata dalla frana siano andati nel panico per qualche secondo: “”… Questo masso si è staccato all’improvviso e ci ha colpito … Come prima cosa ci siamo tolti da lì e mio marito mi ha accompagnata in Tribunale. Poi ha chiamato i Vigili Urbani, è tornato sul luogo ed ha spiegato l’accaduto chiedendo che venissero fatti i rilievi del caso. Lo abbiamo fatto non tanto per noi …””. In quell’auto c’erano l’avvocatessa Stefania Forlani e il di lei marito, entrambi residenti a Cava de’ Tirreni; stavano andando appunto in Tribunale quando è accaduto quello che non doveva accadere. Ora saranno i periti a stabilire cosa realmente è accaduto e cosa sicuramente spetterà al proprietario dell’auto danneggiata ed ai suoi due occupanti visibilmente spaventati. C’è, però, una curiosità che verosimilmente è sfuggita alla pur brava giornalista de Il Mattino. La foto è stata scattata sicuramente qualche tempo dopo la caduta dei massi e sicuramente dopo che il marito aveva accompagnato la moglie avvocato in Tribunale, a meno di non scoprire che sul posto era già presente il fotografo per pura casualità. Sembra, però, più attendibile la prima versione perché nelle foto viene ritratto vicino all’auto soltanto il marito, la foto della moglie (già in Tribunale) c’è ma riguarda certamente una foto di routine, come le tante che si danno ai giornali per la pubblicazione. Una domanda semplice semplice la vorrei, comunque, porre sia ai malcapitati che ai Vigili ed agli inquirenti: “Come ha fatto la pietra a rimanere sul tettuccio dell’auto se, come dichiarato dalla donna, la stessa auto è andata subito via dalla zona per portarsi addirittura davanti al Tribunale e per far ritorno, poi, sotto il Viadotto Gatto ?”. Per carità tutto è possibile, ma una pietra che rimane incollata sul tettuccio di un’autovettura per svariati chilometri con frenate e ripartenze nel traffico cittadino io non l’avevo mai vista. Può anche darsi, a voler essere buoni, che sul posto i Vigili Urbani da un lato e lo stesso fotografo dall’altro abbiano chiesto al malcapitato signore di ricostruire la scena con la deposizione di una pietra sul tettuccio in modo da poter verbalizzare meglio l’accaduto e da poter effettuare il servizio fotografico utile per il giornale. Comunque sia va subito detto che il problema delle frane piccole o grosse nella zona ovest della Città va risolto alla radice una volta per tutte al fine di evitare (come giustamente diceva l’avvocatessa Forlani) rischi inutili per le centinaia di persone che transitano ogni giorno.
direttore: Aldo Bianchini