SALERNO – Nel giorno della sua incoronazione e nel momento in cui tutti gli organi d’informazione si interesseranno a De Luca politico, mi sembra giusto e doveroso parlare anche delle “donne del kaimano”. Pur non disdegnando le belle donne e pur non essendo insensibile al fascino femminile, Vincenzo De Luca da buon “uomo lucano” non ha mai dato adito a troppi pettegolezzi e ben mascherando i suoi sentimenti ha sempre mantenuto un atteggiamento molto riservato e lontano dalle smancerie di “clintoniana memoria”. Certo ci fu un pò di bagarre all’inizio del suo primo sindacato con una bella signora del mondo dello spettacolo, ma parliamo di roba trita e ritrita; anzi l’episodio venne risolto (stando ai commenti di palazzo) brillantemente dall’allora moglie del sindaco con una dura presa di posizione nei corridoi antistanti la stanza del kaimano. Poi, per moltissimi anni, niente più chiacchiere nei riguardi di un sindaco concentrato sulla buona amministrazione della sua città; fino alla prorompente inchiesta giudiziaria sulla moglie Rosa Maria Zampetti (ora ex moglie) per via di un concorso quale sociologa nell’ASL-Sa/1 di Nocera Inferiore che all’epoca era governata da Raffaele Ferraioli. L’ipotesi accusatoria intravedeva il sospetto di brogli in favore della candidata Zampetti; alla fine il Tribunale di Nocera Inferiore (composto dai giudici Diograzia, Cioffi e Caccavale) il 28 ottobre del 2010 prosciolse dai reati di falso e abuso d’ufficio Zampetti Rosamaria, ex moglie dell’on. Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, unitamente a Caputo Silvestro, Soriente Sara, Donadio Rosa Anna, Panza Francesco, Aloia Marilina, con la formula più ampia.Erano accusati di Falso ed Abuso d’Ufficio, che sarebbero stati consumati per favorire la dott.ssa Zampetti nell’ambito di una procedura concorsuale per l’assegnazione di due posti di Sociologo Dirigente presso l’ASL di Nocera Inferiore. Insomma, come dire, aria fritta agitata in campagna elettorale (quella per la regione persa dal kaimano); non tanto fritta, però, per la stabilità e la tenuta del rapporto tra i due coniugi che piano piano si frantumò fino ad arrivare alla separazione alquanto inattesa per la maggior parte dei salernitani che aveva visto nella “coppia di governo” della città una bella realtà familiare. Ora sembra che il posto di “first lady” sia stato preso, definitivamente, dalla giovane e bella architetto dirigente del Comune Maddalena Cantisani con un matrimonio fallito alle spalle e madre di due figli. Intelligente, professionale, discreta, senza grilli per la testa, sempre un passo dietro il compagno, sembra aver incarnato tutte le qualità femminili necessarie per recitare il ruolo che ha scelto con la massima umiltà affianco ad un uomo difficile, coriaceo, deciso, lucano. Scorta il suo uomo con puntualità certosina e lo protegge, sul piano squisitamente tecnico, ponendo la giusta attenzione su tutti i grandi progetti dei lavori pubblici che il Comune intende realizzare. Ma anche per lei, come per la Zampetti, è arrivata la tegola giudiziaria “di una presunta illegittimità, o meglio illiceità di due titoli edilizi” rilasciati per l’ampliamento di un piccolo fabbricato rurale. Anche in questo caso aria fritta, secondo me; ha perfettamente ragione il difensore avv. Lentini quando dice che “è tutta roba da ridere di fronte ad un ampliamento di venti-trenta centimetri … è il segno che il sistema giudiziario salernitano non ha null’altro da valutare”. Io non la renderei così semplice, la questione deve essere misurata con tutt’altro taglio. E’ vero che la vicenda è una bolla di sapone, ma è altrettanto vero che da un pò di tempo a questa parte la magistratura salernitana sembra sbizzarrirsi alla ricerca affannosa di qualsiasi cosa pur di dare fastidio al kaimano. Evidentemente la sentenza di condanna per “l’abuso d’ufficio” del termovalorizzatore ha aperto (come ho scritto recentemente) un buco nello scudo protettivo di Vincenzo De Luca che appare oggi più vulnerabile rispetto al passato. Insomma una sorta di compensazione tra il suo potere deluchiano che aumenta e l’intoccabilità del potere giudiziario dopo il maltrattamento inferto ai magistrati con le sue apodittiche apostrofazioni. Questo aspetto, secondo me non secondario, lo valuterei con molta attenzione se fossi nei panni del kaimano, e degli stessi suoi avvocati difensori, prima di attaccare alla berlusconiana maniera la magistratura salernitana additandolo come nullafacente,
direttore: Aldo Bianchini