Nella provincia di Assuan è stata bruciata l’ennesima Chiesa Copta, il termine deriva dal greco “aiguptios” – egiziano – e indica originariamente gli antichi discendenti che in quella terra, resistettero alla forzata conversione imposta dai conquistatori arabo-musulmani dopo l’invasione del Paese nel 642 d.c. I Copti vantano una priorità anche nei confronti dei cattolici, perché convertiti dalla cultura bizantina, sono cittadini egizi in tutto ma hanno la loro religione. Non piacciono in una Patria a prevalenza musulmana, e sono considerati cittadini di seconda classe; personalmente ho assistito per amicizia l’amico Hiheb, ragioniere al Cairo, quando chiusa l’azienda dove lavorava come contabile, a nemmeno quarant’anni si è trovato senza lavoro e non l’ha trovato a causa della sua religione. Hiheb viene da una famiglia di gente che ha studiato, anche le sorelle, gente dignitosa e giustamente ostinata nel professare il diritto a manifestare la propria fede come meglio crede. Sono emigrati quasi tutti e credetemi per un copto non è facile uscire dall’Egitto allora non lo era, oggi è impossibile. Oggi in Egitto c’è una forma di dittatura militare dalle grandi aspettative e promesse, destinata a finire in attesa di un rimpiazzo utopicamente democratico, non che prima la polizia non usasse mezzi repressivi, le cose non sono cambiate e quando ieri l’altro i copti sono scesi in piazza a protestare per l’ennesimo incendio ai danni dellea loro chiesa, l’esercito ha sparato sui manifestanti. Oggi la polizia è sostituita dall’esercito e l’esercito ha sparato, come sparerebbe qualsiasi regime che non sa, o meglio ignora volutamente e mi riferisco a chi dovrebbe inculcarlo: il rispetto una parola che, come ripeto sempre, laggiù non è usata molto nei confronti delle masse. Ci pensino, quelli che credono alle “aperture” ed all’evoluzione di certi ferventi religiosi, ci pensino quelli che dimenticano quanti cittadini stranieri, ignari delle usanze locali? no, semplicemente convinti che saranno accolti con fratellanza ,che vengono uccisi perché colpevoli di aver infranto le loro tradizioni; balle su balle fondate su ignoranza ed un senso di superiorità che non ha riscontri.