Filippo Ispirato
BRUXELLES – Nella riunione della Banca Centrale Europea, tenutasi Giovedì 4 Giugno, non sono emerse nuove indicazioni sulle azioni di politica monetaria da mettere in campo a sostegno dell’economia dell’eurozona. Il programma di acquisto di titoli pubblici e privati procede regolarmente e proseguirà almeno fino a settembre 2016, e in ogni caso finchè non si riscontrerà “un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, coerente con l’obiettivo di conseguire tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi a 2% nel medio termine”. Non abbiamo novità di rilievo che facciano prevedere un rallentamento del cosiddetto Quantitative Easing: le nuove previsioni macroeconomiche 2015-17 prevedono solo modesti aggiustamenti rispetto a quelle pubblicate lo scorso marzo. Spiccano tuttavia due dichiarazioni del Presidente Draghi rilasciate durante la conferenza stampa tenutasi a Francoforte. La prima riguarda l’inflazione, che a parere della BCE “ha raggiunto e superato il punto di minimo a inizio 2015”: nella media dell’area dell’euro, l’inflazione è tornata positiva (+0.3% in maggio) per la prima volta dallo scorso novembre ed è destinata gradualmente a risalire nei prossimi mesi. La seconda riguarda la volatilità dei mercati finanziari. Pur riconoscendo che un periodo prolungato di bassi tassi di interesse può aumentare la volatilità dei mercati, Mario Draghi non ritiene che sia compito della banca centrale intervenire per ridurla, dovendo invece concentrarsi sul perseguimento del proprio mandato volto a sostenere la ripresa dell’economia dell’eurozona e la sua uscita dalla recessione.
Il prolungarsi del quantitative easing e delle misure espansive sembrano aver successo nel migliorare non solo le condizioni finanziarie e creditizie, ma anche le aspettative d’inflazione nell’area dell’euro, che poi è uno dei principali obiettivi della Bce per evitare una fase di stagnazione dell’economia e di deflazione.
La Banca Centrale Europea ha inoltre presentato le nuove stime macroeconomiche 2015-2017. Le revisioni sono modeste: l’inflazione annua è stata rivista leggermente al rialzo nel 2015, restando invariata nel 2016-17 (l’obiettivo del 2% verrebbe raggiunto solo verso la fine del biennio).
Anche il profilo di accelerazione del PIL resta quasi invariato, con un graduale aumento della crescita annua da 1.5% nel 2015 a 2.1% nel 2017. Le nuove stime incorporano il miglioramento delle condizioni finanziarie e creditizie.
direttore: Aldo Bianchini