Luca Roncolato
ROMA – La pace è stata al centro della riflessione di Papa Francesco durante l’incontro con i settemila ragazzi e ragazze che aderiscono alla fondazione “Fabbrica della Pace“: “la pace è un prodotto artigianale“, ha detto il Santo Padre, che si costruisce giorno dopo giorno volendo bene agli altri.
Ogni giorno, con le nostre piccole opere quotidiane costruiamo la casa della pace oppure quella della guerra, ha spiegato il Santo Padre: vi è però una differenza sostanziale, ha aggiunto, mentre la guerra è una industria, la pace è una attività artigianale.
“La pace non è un prodotto industriale – ha detto il Vescovo di Roma rispondendo a braccio alle domande dei giovani lavoratori della Fabbrica della Pace – la pace è un prodotto artigianale. Si costruisce con il nostro lavoro ogni giorno, con il nostro amore, con la nostra vita, con il nostro volerci bene, con la nostra vicinanza“.
Ci sono però cose che rendono vani i nostri sforzi verso la pace: “quello che toglie la pace è il non volerci bene. Quello toglie la pace! – ha aggiunto – Quello che toglie la pace è la gelosia, le invidie, l’avarizia, il togliere le cose degli altri: quello toglie la pace“.
Ma perché nonostante i tanti sforzi per la pace, continua a essere così difficile costruirla? L’ostacolo è costituito dalla “industria della morte“, composta di persone che “vivono dalle guerre! L’industria delle armi: questo è grave! – ha spiegato il Santo Padre – I potenti, alcuni potenti, guadagnano con la fabbrica delle armi“.
“Si guadagna di più con la guerra! – ha commentato – Si guadagnano i soldi, ma si perdono le vite, si perde l’educazione, si perde la cultura, si perdono tante cose. È per questo che non la vogliono. Un anziano prete che io ho conosciuto anni fa diceva questo: il diavolo entra per i portafogli. Per la cupidigia. E per questo non vogliono la pace!“
direttore: Aldo Bianchini